Politica

FOCUS POLITICO – Pace, economia e altri temi fondamentali: ne parla l’on. Giosi Ferrandino europarlamentare del PD

Napoli, 12 Ottobre – Per la mia rubrica Focus Politico sono lieta di ospitare l’on. Giosi Ferrandino che, con molta chiarezza, illustra temi importanti e sentiti in questo periodo storico.

Come molti suoi colleghi eurodeputati del PD ha votato l’emendamento per la fine immediata della guerra.

“La pace deve essere l’obiettivo di tutti. Poco importa chi sia il primo a muovere il primo passo, la cosa fondamentale è far tacere le armi e le bombe, porre fine alle morti e alle sofferenze. Questo ovviamente non significa avere una posizione in dissonanza con quella del segretario Letta. Sono stato e sono per il pieno sostegno all’Ucraina, tanto sul piano economico che su quello militare. L’aggressione della Russia va condannata in ogni sede ed in ogni forma possibile. Questo tuttavia non significa che l’obiettivo ultimo non sia la pace.”

Il Governatore De Luca sta organizzando una manifestazione per la pace. Cosa ne pensa?

“Penso che manifestare sia sempre un esercizio di democrazia, a maggior ragione quando il fine ultimo della manifestazione è la pace. Mi auguro solo che qualcuno non pensi che ci sia una parte del PD che vuole smarcarsi dal sostegno all’Ucraina. Lo ripeto: la pace è l’obiettivo che ognuno deve perseguire con ogni sforzo, ma nel frattempo va rinnovato ogni sostegno possibile all’Ucraina, per permetterle di contrastare questa vile e brutale invasione.”

Ci sono problemi economici molto grossi. Come sta lavorando su questo l’UE?

“La posizione del Parlamento Europeo è chiara. È finito il tempo degli indugi, serve sostegno economico ad imprese e famiglie così come è stato fatto per la pandemia. La posizione diversa la ha, purtroppo, ancora una volta il Consiglio. Ci sono Paesi che si oppongono, adducendo che si favorirebbero troppo alcuni a discapito di altri. Questo continuare a non cogliere il fine ultimo dell’Europa è la rappresentazione plastica del perché in molti pensiamo che i Trattati vadano riformati. Il Consiglio è un anacronismo, non ha alcuna ragione di esistere. L’Europa come entità politica deve liberarsi di questi lacciuoli ed essere libera di muoversi a sostegno dei suoi cittadini, senza che logiche di conflitto tra blocchi ne frenino l’iniziativa.”

Ma davvero il problema del PD è l’identità?

“I problemi del PD sono molti, alcuni sono palesi, altri meno. Si è creata una frattura ormai insanabile tra i vertici del partito e la sua base. Un esempio: la composizione delle liste. In nessuna Regione si è tenuto conto degli elenchi approvati dalla base. La reputo una totale mancanza di rispetto nei confronti di chi vive il partito senza interessi diretti. Abbiamo composto le liste con una serie infinita di paracadutati. Il risultato è che la base non si è riconosciuta in quelle candidature, che mancavano di rappresentanza territoriale. Ecco perché il 22% di agosto si è trasformato nel 19% scarso di settembre. Reputo lontano dai nostri valori, poi, fare la rincorsa ai 5 Stelle. Non abbiamo nulla che ci accomuni e se si pensa che il maquillage di Conte sia qualcosa di più profondo commette un errore di ingenuità.

Il M5S continua ad essere populista e dimostrerà la sua vera natura appena si inizierà a parlare di temi. Non possiamo immaginare per il futuro del PD un ruolo subalterno ai 5 stelle, oppure rincorrere i temi della sinistra radicale per recuperare quanto, lo 0,5%? Noi siamo sinistra riformista, moderata, che vede nella dialettica parlamentare, nelle proposte, nella costruzione di una società più equa, solidale e giusta i propri obiettivi politici. Non siamo né per i sussidi a pioggia né per la rivoluzione di classe. Il nostro obiettivo deve essere quello di lavorare sui temi. Cosa abbiamo intenzione di fare per le imprese e per le famiglie? Vanno benissimo i diritti ed è giusto che siano al centro dell’agenda, ma esistono altre questioni urgenti per le quali il PD deve stabilire una traiettoria. E da uomo del Sud, mi sembra che il tema del Mezzogiorno sia scomparso dall’agenda. Se dopo 40 anni ancora non riusciamo a comprendere quanto sia fondamentale per il sistema-Italia rilanciare il Mezzogiorno, se il PD non si fa portavoce di politiche di sviluppo serie ed efficaci, allora è facile comprendere perché i populismo avranno sempre la meglio nei territori. Quando mancano lavoro, infrastrutture, imprese, possibilità, l’unica alternativa restano i sussidi.” Ringrazio l’on. Ferrandino per la piacevole conversazione.

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