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Finale di Coppa Italia, Napoli-Juventus: la storia infinita

Napoli, 17 Giugno – Oggi è il giorno delle sentenze definitive, in cui i commentatori liberano il palcoscenico per i protagonisti che, con il loro calcio, demoliscono i castelli di aspettative costruiti alla vigilia, incastrando parole e pensieri. Nell’attesa, però, che cali il silenzio e le attenzioni di tutti si proiettino sul rettangolo verde, abbiamo ancora un po’ di tempo per ragionare e sofisticheggiare su ciò che sarà.

 

LA STORIA DELLE FINALI

Napoli-Juventus è sempre stato un classico del calcio nostrano, condito spesso da controversie e forti rivalità, esacerbate, negli ultimi anni, dalla comune ambizione di vittorie. La prima finale che ha visto contrapposte queste due compagini risale al 1 settembre 1990, si giocava per la Supercoppa Italiana. Alla guida della Juventus, campione l’anno prima in Coppa Italia, si era appena insediato Maifredi, avviando un progetto tecnico ambizioso ma finito malissimo. Il Napoli, invece, si era appena cucito sul petto il secondo scudetto della sua storia, con un Maradona in campo per il match, ma sempre più sulla strada del commiato. La partita fu stravinta dagli azzurri che rifilarono cinque gol agli avversari, concedendo loro solo di non uscire dal campo senza marcature. Veniamo all’unico precedente in finale di Coppa Italia tra le due squadre, 20 maggio 2012. Il ricordo di questa sfida è decisamente lieto per gli azzurri, che grazie al rigore conquistato da Lavezzi e realizzato da Edinson Cavani e alla rete decisiva di Marek Hamsik, rovinarono l’addio ai colori bianconeri di Alessandro Del Piero. Tre mesi più tardi, l’11 agosto 2012, si assegnava la Supercoppa e dunque ancora Napoli e Juventus contrapposte. Per buona parte della sfida i partenopei avevano assaporato il gusto dolce della vittoria; passarono in vantaggio due volte, prima con Cavani e, dopo il pareggio di Asamoah, con Pandev, ma, quando Mazzoleni, a posteriori criticatissimo per la gestione di quella partita, sbandierò il cartellino rosso in faccia allo stesso macedone, l’inerzia si ribaltò completamente a favore dei bianconeri, i quali prima annullarono lo svantaggio con Vidal e poi rifilarono altri due gol alla squadra dell’allora tecnico Mazzarri. Infine, il più recente confronto, valido per l’assegnazione di un trofeo, tra queste due squadre: 22 dicembre 2014, la Juventus, guidata da Allegri, ma campione d’Italia grazie ad Antonio Conte, sfidava il Napoli, vittorioso in finale di Coppa contro la Fiorentina, nella notte della tragica scomparsa di Ciro Esposito. Il match fu una lotta tutta argentina tra Tevez e Higuain, autori delle doppiette che portarono le squadre ai rigori. Dagli undici metri, però, protagonisti assoluti furono i portieri, in particolare quello azzurro, Rafael, meteora mai realmente esplosa, ma eroe quella notte con la parata decisiva su Padoin.

 

ALTA TENSIONE

A scaldare il clima gelido post-Covid di questa vigilia ci hanno pensato i due ex alleati Aurelio De Laurentiis e Maurizio Sarri. Il presidente due giorni fa, in un’intervista al Corriere Dello Sport, tornando sulla separazione con il neo-bianconero, ha dichiarato: “Mi fece molto arrabbiare con la volgare scusa dei soldi, ci ha fatto arrivare quasi fino all’ultima giornata di campionato con l’incertezza, disturbando il lavoro della società, prima non aveva mai paventato l’idea di una separazione, anche perché aveva ancora due anni di contratto, mi costrinse a cambiare, mi sentii tradito.” Dall’altra parte, il tecnico ieri ha risposto alla domanda sull’eventuale emozione di affrontare la squadra guidata da lui per tre anni quasi volendo infangare il passato: “A me non interessa nulla del Napoli, oggi sono qui nelle vesti di allenatore della Juventus e voglio a tutti i costi arricchire la bacheca della mia squadra con questa coppa.” L’alta tensione registrata nelle parole dell’allenatore toscano è giustificata dal fatto che questa finale per lui, più che per tutti gli altri, più di quanto lo sia anche per la stessa Juventus, risulta di cruciale importanza. Criticato su tutti i fronti da buona parte dell’ambiente juventino, per il gioco non ritenuto sufficientemente esaltante, per alcuni risultati non in linea con le ambizioni bianconere, con una sconfitta stasera, che sarebbe il secondo trofeo lasciato per strada nella stagione in corso, scoprirebbe ulteriormente il fianco alle critiche, oltre che confermare alcune perplessità. Dal canto suo Gattuso si trova, paradossalmente, in una posizione di maggiore serenità. La sua avventura a Napoli era cominciata senza pretese, dopo il disastroso inizio degli azzurri, e, nonostante ciò, è riuscito a sfruttare questa occasione, capitatagli quasi per caso, mettendo in ordine una squadra sbrendolata, rilanciandola in campionato e conducendola fino alla partita di stasera, tirando fuori Lazio ed Inter dalla competizione. Sicuramente ha ancora da dimostrare qualcosa per meritarsi un contratto più lungo, che gli consegni la panchina di De Laurentiis anche per le prossime stagioni, ma un’eventuale sconfitta, salvo figuracce, non pregiudicherebbe ciò, nè una vittoria lo garantirebbe, poiché tra campionato e Champions League c’è ancora molto da giocare.

 

CANOVACCIO TATTICO

È abbastanza semplice, analizzando le due partite precedenti a questa finale, capire quali ruoli le squadre saranno portate a recitare stasera. La Juventus, quasi sicuramente in campo con il solito 4-3-3, cercherà di insediare il grande tramestio organizzato della squadra di Gattuso che sarà schierata in campo con assetto speculare. I temi di maggiore interesse gravitanti attorno alla formazione bianconera, riguardano la tenuta dello schieramento offensivo, privato dalle contingenze dell’unica punta in rosa Gonzalo Higuain, che per la prima volta salterà uno scontro con la sua ex squadra. Nell’ultima uscita, la mancanza del punto di riferimento centrale, che ha portato all’alternanza in quella posizione di Dybala e Ronaldo, si è rivelata un problema per i bianconeri più che per gli avversari. Da capire come Sarri cercherà di ovviare a questa situazione e renderla un’arma a suo favore. Le condizioni ancora precarie di Ramsey e Rabiot e la buona prestazione di Bentancur da mezzala, portano a pensare ad una riconferma del centrocampo, mentre sulla linea difensiva, a protezione della porta di Buffon (portiere di Coppa) dovrebbe subentrare Cuadrado al posto di Danilo. Nel Napoli invece si registreranno i rientri di Mario Rui, sulla corsia di sinistra, e Fabiàn Ruiz come mezzala. In attacco ancora da sciogliere il nodo della fascia destra, con il ballottaggio tra Callejon e Politano. Ci sarà Mertens, il cui rinnovo è stato da poco ufficializzato con uno splendido video condiviso dallo stesso belga sui suoi profili social, alla guida del reparto, nonostante il persistente fastidio alla coscia.

Matteo Ariola

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