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Ex dipendente Enel deceduto per esposizione ad amianto: il Tribunale di Pisa condanna l’azienda al risarcimento dei danni alla famiglia

L’allarme di Ezio Bonanni (ONA): “Val di Cecina e province limitrofe colpite da una vera e propria epidemia di patologie asbesto correlate dovute all’inquinamento”

Pisa, 9 dicembre 2021 – Il giudice del Tribunale di Pisa, Sezione Lavoro, Franco Piragine, ha condannato l’Enel S.p.A. al risarcimento dei danni per la malattia e la morte per mesotelioma pleurico di origine professionale dell’ex dipendente, Danilo Fedelideceduto il 19 aprile 2019 a 69 anni lasciando la moglie Carmelina, e due figli, Barbara e Simone.

Per ottenere il risarcimento del danno i familiari del defunto che: “ha guidato pullman nella Valdcicecina per più di 30 anni venendo anche a contatto con i lavoratori delle fabbriche che, ignari, salivano e scendevano dai mezzi senza togliersi la tuta intrisa da amianto” – racconta la figlia Barbara, si sono rivolti all’Osservatorio Nazionale Amianto Val di Cecina, che a sua volta ha investito della tutela legale il suo Presidente Nazionale, avv. Ezio Bonanni, e l’avv. Massimiliano Deiana. I due legali hanno quindi depositato il ricorso giudiziario presso il Tribunale di Pisa, in funzione di Giudice del Lavoro il quale ha accertato la responsabilità dell’ENEL per l’insorgenza della neoplasia e il conseguente decessoliquidando in favore degli eredi un importo complessivo di circa 800.000 euro, oltre interessi e rivalutazioni.

Da un passaggio della sentenza di condanna emerge la testimonianza di un teste che ha raccontato che: “i materiali contenenti amianto, coppelle, fibretta e cemento, ci venivano forniti dall’ENEL ( …)  non vi era una mensa ma consumavamo il cibo che portavamo da casa, talvolta mangiavamo sopra le coppelle”, mentre un altro teste ha sottolineato: “non avevamo mascherine nè altre protezioni dalla polvere”. Del dramma vissuto da Fedeli, , parla un amico che spiega: “praticavamo molti sport insieme come bicicletta, caccia oltre che un gruppo di canto (…) il sig. Fedeli a partire da quando fu informato del mesotelioma cadde in una profonda depressione. In pratica si chiuse in casa e smise di partecipare a tutte le attività di cui ho detto, si chiuse in sè stesso (…) la preoccupazione maggiore del sig. Fedeli era quello di aver fatto sì che anche i familiari contraessero il mesotelioma per il fatto che lui tornasse sempre a casa con la tuta impolverata di amianto”.

Dopo una lunga battaglia giudiziaria, a 12 anni dalla morte, finalmente giustizia per la famiglia Fedeli con la condanna della società. Molto rimane ancora da fare in Val di Cecina e tutte le province limitrofe per la tutela anche delle altre vittime – dichiara avv. Ezio Bonanni, che aggiunge: “il 2022 inizierà con un’assemblea da parte dell’Osservatorio Nazionale Amianto insieme alla popolazione, colpita da una vera e propria epidemia di patologie asbesto correlate dovute all’inquinamento”.

 

La tutela della salute e dell’ambiente è una delle finalità fondamentali dell’ONA, il quale svolge anche una funzione di divulgazione, con la testata Il Giornale sull’Amianto e il Giornale Dell’Ambiente (https://ilgiornaledellambiente.it/). L’associazione ha in corso il censimento dei casi di mesotelioma e dei siti contaminati su tutto il territorio nazionale, oltre a fornire il servizio di assistenza medica gratuita per le vittime amianto, attraverso i medici volontari, grazie alla creazione dell’APP: https://play.google.com/store/apps/details?id=it.keystoneweb.app.android5ecbe10f2cb4b, lo Sportello Online (https://onanotiziarioamianto.it/sportello-amianto-ona-nei-territori/) e il numero 800 034 294.

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