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Marano di Napoli, l’esempio di un territorio ‘mangiato’ dai clan: default finanziario, assenza di beni e servizi per cittadini, comune sciolto per mafia

Napoli, 9 Dicembre – Marano è un territorio al collasso. Come racconta anche Il Mattino, il Comune, in default finanziario, dopo essere stato sciolto per infiltrazioni camorristiche è retto da una triade di commissari. Il dissesto economico ha nel corso degli anni aggravato le varie problematiche già presenti sul territorio: strade quasi del tutto prive di illuminazione, manto stradale ridotto ad un colabrodo, scuole senza riscaldamento, stadio comunale chiuso da tempo, assenza di trasporti pubblici e per 6-7 mesi molte zone sono rimaste senza acqua corrente.

Marano è, purtroppo, il classico esempio di territorio ‘mangiato ‘ dai clan.  È stata nel corso dei decenni prima roccaforte dei Nuvoletta, esponenti campani di Cosa Nostra, e poi del Clan Polverino che essendo l’erede dei primi ha continuato a controllare il territorio economicamente e politicamente monopolizzando il commercio e seppellendo Marano sotto una colata di cemento selvaggia che ha privato il territorio di ogni cosa.

Quando il Procuratore della Repubblica di Napoli Giovanni Melillo dice che il tema camorra oggi è affrontato con superficialità non soltanto ha ragione ma lancia un allarme che continua ad essere ignorato. Nonostante siano cambiati i nomi, le strategie ed in parte i modus operandi rispetto agli anni ’80 e ’90, la camorra è ancora fortemente ben radicata nel tessuto economico, sociale e politico di Napoli e di tutta la regione e continua a seminare terrore. Le diverse bombe fatte esplodere a Ponticelli la scorsa estate sono un esempio di questo. Però la camorra non è presente soltanto quando si spara o quando vengono fatti esplodere ordigni, purtroppo essa è pericolosa anche quando è silente, forse anche di più.

Nel corso dei decenni il camorrista ha dismesso i panni del guappo di quartiere per indossare quelli del manager in stretti rapporti con la politica locale ed i colletti bianchi. Come si può, fare allora, per fermare questa scalata al vertice dei clan? “Partendo dal basso, come diciamo da sempre, e colpendo quelle attività illecite che infieriscono sul territorio ed i cittadini e che rappresentato una sorta di bancomat per le organizzazioni camorristiche: i parcheggi abusivi ed il racket delle occupazioni abusive degli alloggi popolari. Questi due fenomeni, contro i quali ci battiamo da tempo, vanno affrontati da parte delle Istituzioni in maniera molto più determinata ed aggressiva, così non solo si toglierà potere e liquidità ai clan ma si restituirà alla cittadinanza quei diritti negati e quella sicurezza di cui necessita. Occorre partire dal basso per poi raggiungere i vertici, serve programmazione, intelligenza e determinazione.”– sono state le parole del Consigliere Regionale di Europa Verde Francesco Emilio Borrelli.

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