Politica

Conferenza stampa di fine anno, premier Meloni: “Mi fido dei miei alleati di Governo, c’è visione comune”

Roma, 29 Dicembre – La conferenza di fine anno della premier Giorgia Meloni si apre con il commento sul via libera definitivo alla legge di bilancio da parte del Senato. Un’approvazione definita “non facile”, una “manovra politica scritta in tempi molto rapidi”. Pur investendo “gran parte delle risorse sulla priorità del caro bollette siamo riusciti a mantenere o a iniziare a mantenere gli impegni presi”, dice la presidente del consiglio rispondendo alle domande dei giornalisti.

La legge di bilancio è stata approvata in Cdm “in un’ora. Ho fatto parte di altri governi e ricordo dibattiti molto più articolati e accesi. Era una legge di bilancio che non lasciava molto alle legittime rivendicazioni dei ministri”. Così la premier Giorgia Meloni nel corso della conferenza stampa di fine anno. Abbiamo messo “tutte le risorse che avevamo sulle grandi misure a cui volevamo dedicarci”, ha rimarcato Meloni, sottolineando il fatto “che la manovra è stata approvata un giorno in anticipo rispetto agli ultimi due anni”.

“Mi fido dei miei alleati al governo. A di là dei dibattiti naturali all’interno di una maggioranza, e delle sfumature diverse nei programmi dei singoli partiti, c’è visione comune. È normale che ci sia dibattito. Poi contano i fatti”, ha detto la presidente del Consiglio, parlando dei rapporti nella coalizione dopo la manovra. “Trovo un clima assolutamente positivo nella maggioranza, non posso lamentarmi e non lo dico per fatto dovuto”.

Riguardo alla nuova ondata di covid la Meloni afferma:“Per quanto accaduto in Cina ci siamo mossi immediatamente: abbiamo disposto il tampone per tutti quelli che vengono dalla Cina,  ma è efficace se viene presa da tutta l’Ue. Per cui abbiamo scritto a Bruxelles.

Ci aspettiamo che l’Ue voglia operare in questo senso. Abbiamo bisogno di capire se quello che sta arrivando è coperto dai vaccini o no. Dei primi casi sequenziati di Covid su persone provenienti dalla Cina 15 sono di variante Omicron, già presente in Italia, e questo dovrebbe essere abbastanza tranquillizzante. Il caso cinese lo dimostra: lavoro su responsabilità e non coercizione: situazione abbastanza sotto controllo”. Puntualizza la premier. “Penso a un osservatorio sul Covid”, ha aggiunto. C’è “la campagna del governo che invita alla vaccinazione soprattutto gli anziani e i fragili che sono i soggetti più a rischio e su cui mi sento di fare un invito più deciso” a vaccinarsi. “Per gli altri – ha aggiunto Meloni – l’invito è di rivolgersi al medico che ne sa qualcosa più di me”.

Focus lavoro: “Credo che creare le condizioni per migliorare la qualità del lavoro in Italia sia materia che riguarda soprattutto il tema della crescita economica. Bisogna cioè mettere le persone nelle condizioni di assumere. E noi ci stiamo muovendo esattamente in questo senso, togliendo alcuni cavilli che sono per noi controproducenti per dare dei segnali sulla detassazione. Abbiamo, per esempio, previsto una misura che riguarda la decontribuzione totale per chi assume a tempo indeterminato”, ha detto Giorgia Meloni convinta che occorra ”creare le condizioni per assumere” perché la povertà ”non si abbatte per decreto”.

Reddito di cittadinanza. Meloni ha poi sottolineato come il governo abbia sette mesi di tempo per riformare le politiche attive del lavoro, utilizzando i fondi europei. “I percettori di reddito di cittadinanza tra 18 e 59 senza figli a carico continueranno a percepirlo per 7 mesi perché vogliamo affrontare la sfida della possibilità di aiutarli a trovare un posto di lavoro, quando vogliono. Come si fa? Mentre spendevamo 8-9 mld per dare il reddito di cittadinanza a persone perfettamente in grado di lavorare, l’Italia non spendeva 8 mld del fondo sociale europeo, che devono essere utilizzati per la formazione, anche con un rimborso spese. Abbiamo 8 mld non utilizzati per la vecchia programmazione, 13 mld della nuova e il Pnrr prevede risorse. Immagino un meccanismo nel quale quando ci si reca in un centro per l’impiego o in una realtà privata, quel soggetto sia in grado di indicarmi dove è richiesto il lavoro e chi mi forma”. Quella formazione va fatta “con il Fse”.

Fisco: “Confermo che sulla riforma fiscale vogliamo andare avanti secondo direttrici visibili già in manovra finanziaria con le poste in bilancio” ha detto precisando che tra “le direttrici su cui la riforma si deve muovere ci sia il taglio del costo del lavoro e su questo si deve fare molto di più”. “Abbiamo dato un segnale con il taglio del cuneo fiscale, ma su questo vorrei andare avanti. Il secondo obiettivo , ha continuato, è la “tassazione che tenga conto della composizione del nucleo famigliare. Consideriamo il tema del sostegno alla genitorialità una priorità ed anche la tassazione deve tenerne conto“. Per Meloni la questione ha anche rilievo “sulla tenuta del welfare”. Il terzo obiettivo, infine,è quello di promuovere una ” tassazione che incentivi di più chi si mette in gioco e crea ricchezza: il tema – ha concluso – è più assumi e meno paghi”.

Pnrr: “Sono contenta che l’Italia sia riuscita a raggiungere tutti e 55 gli obiettivi previsti per richiedere la tranche di 19 miliardi di euro. Quando siamo arrivati erano stati conseguiti 25 obiettivi su 55, quindi abbiamo lavorato per terminare gli altri 30. Direi che questa staffetta ha funzionato”.

Meloni avverte però che “ora arriva la parte difficile del piano perché il grosso fatto finora era programmazione e riforme, la parte su carta, mentre ore c’è la parte complessa in cui questi obiettivi devono diventare cantieri”. Le difficoltà, ha aggiunto, deriva “dall’aumento dei costi e dal fatto che il piano è stato scritto prima del conflitto in Ucraina, in un mondo diverso dalle priorità di oggi”. “C’è lo strumento del Repower EU molto interessante che penso vada mediato con il Pnrr per affrontare le priorità e lavorare sul tema dell’aumento dei costi delle materie prime”, ha proseguito. “Non è un lavoro facile, è molto complesso – ha sottolineato Meloni – è forse la questione alla quale stiamo dedicando più tempo come governo, credo sia l’occasione per darci delle priorità strategiche che non avevamo”. “Costruivamo ponti in 10 giorni 2000 anni fa, forse anche oggi qualche opera pubblica la riusciamo a mettere a terra”, ha concluso.

Riforma della Giustizia: Per la premier “la riforma della giustizia è una priorità, per farla serve un governo coraggioso e deciso, e coraggio e decisione non ci difettano”. “Credo – ha aggiunto Meloni – che il governo, mettendo insieme le varie anime della maggioranza, abbia una visione equilibrata su questa materia. Intanto abbiamo scelto un ottimo ministro della Giustizia, coadiuvato dai partiti della maggioranza, ed è molto deciso ad andare avanti. Nei prossimi mesi lavoreremo per la riforma della giustizia con capisaldi noti, come la separazione delle carriere, e credo che questo possa aiutare l’Italia da vari punti di vista, che possa aiutare investimenti, il Pnrr, il rapporto tra Stato e cittadino”.

Per quanto riguarda le intercettazioni Meloni le ha definite “uno strumento straordinario a sostegno della magistratura, ma ne va limitato l’abuso. Anche per evitare il corto circuito nel rapporto tra intercettazioni e media: abbiamo visto intercettazioni senza alcuna rilevanza penale finite sui quotidiani e non credo sia giusto in uno stato di diritto”. “Abusi ci sono stati e vanno corretti – ha aggiunto – le norme che vogliamo fare vogliono garantire lo stato di diritto: certezza della pena per i condannati, certezza del diritto per gli innocenti”.

La premier ha poi attaccato le opposizioni: “Io la morale da chi ha liberato i boss mafiosi al 41 bis con la scusa del Covid, ha impedito che la Corte dei Conti mettesse bocca sulle spese legate alla pandemia e ha approvato il condono di Ischia, non me la faccio fare. Ognuno risponde alla propria coscienza. La mia carriera politica è ispirata a Borsellino, e sono fiera che il primo provvedimento di questo governo sia stato contro la mafia, e cioè salvare l’ergastolo ostativo. Mi dispiace aver visto un’opposizione così dura su un provvedimento di questo genere: si è tentato in tutti i modi di impedire la conversione del decreto, fingendo di non sapere che ci saremmo trovati con un buco sulla lotta alla criminalità organizzata. La mia e la nostra battaglia contro la mafia sarà a 360 gradi”.

Difesa: “L’impegno di spesa al 2% del Pil assunto in sede Nato è un impegno nel quale in Ue e nell’Alleanza Atlantica tutti cercano di tenere fede il più possibile. Al di là della facile retorica che si può fare sul tema dei soldi spesi in armi, il punto di questa materia è che la libertà delle nazioni ha un costo”, ha detto Giorgia Meloni confermando “la volontà di mantenere gli impegni presi”.

Iran: Quanto sta accadendo in Iran “è inaccettabile”, ha detto la presidente del Consiglio “e per questo ho concordato con Tajani la convocazione dell’ambasciatore. L’Italia non intende tollerare oltre. Finora abbiamo avuto un approccio dialogante ma se queste repressioni non dovessero cessare e non si dovesse tornare indietro sulla pena di morte a innocenti, l’atteggiamento dell’Italia dovrà cambiare e questo dovrà essere oggetto di interlocuzione con gli alleati”.

“Sono stata colpita dalla storia di questa campionessa di scacchi che decide di partecipare al mondiale di scacchi togliendosi il velo al cospetto del mondo. Mi ha fatto riflettere. Siamo abituati a gesti simbolici ma, di solito, i nostri non hanno conseguenze potenzialmente così gravi come quelle che potrebbe avere questo. Questo riguarda lei e altri che in Iran stanno facendo gesti simbolici, sapendo che possono pagare prezzi altissimi. Questo deve farci riflettere sul valore della libertà, che noi diamo per scontata”.

Nordafrica, migranti ed energia. “Non ho attuato il blocco navale per come molti di voi lo hanno raccontato in questi anni, ossia come un atto di guerra. Non lo intendo come mandare le navi della Marina contro i Paesi del Nord Africa e scatenare una guerra. La mia ipotesi è una missione europea, in accordo con le autorità nordafricane, per bloccare le partenze, formare degli hotspot e ridistribuire rifugiati in Europa. È quello su cui continuo a lavorare. Le cose si fanno con serietà. Abbiamo posto alcune questioni a livello europeo che consentono oggi di discutere questa materia, come finora non è stato fatto adeguatamente”.

Inoltre, “il tema dell’energia offre un’occasione all’Africa, all’Europa di tornare a essere presente in Africa, perché in questi anni ha indietreggiato con risultati sotto gli occhi di tutti, e all’Italia di fare da nazione capofila di questo nuovo approccio europeo all’Africa”. “Qui ci aiuta la nostra posizione geostrategica. Siamo in una posizione privilegiata. Abbiamo appena sbloccato – ha ricordato – un finanziamento da 350 milioni di euro per collegare l’Italia alla Tunisia, in collaborazione con Terna; il Sud Italia ha un potenziale enorme sulle rinnovabili; e i paesi africani sono tutti interessati a investire in alta tecnologia sul tema dell’approvvigionamento energetico. Con un po’ di risorse spese bene, da parte dell’Europa, ma la cosa riguarda anche il nostro Pnrr, si può ragionare prevalentemente con il nord Africa per produrre l’energia che serve, diversificando le fonti di approvvigionamento, le forme di energia, e fare dell’Italia la porta d’ingresso di questa energia”.

“Stiamo lavorando sul tema del gas e della “strettoia” nei nostri gasdotti in centro Italia: quando dovesse essere risolta, comporterebbe per l’Italia anche la possibilità di valorizzare e implementare anche diverse città del Sud Italia che sarebbero più che contente di poter avere sviluppo, affrontando una questione che è per l’Italia e l’Europa assolutamente strategica”, ha concluso Meloni, richiamando un “piano Mattei” per l’Africa con il quale “noi non andiamo in un’altra nazione per portare via qualcosa, ma per lasciare qualcosa e costruire rapporti in cui c’è pariteticità tra l’Italia e le altre nazioni”.

La riforma in senso presidenzialista è “una delle mie priorità, il mio obiettivo è riformare le istituzioni di questa nazione in questa legislatura. È una riforma a cui tengo particolarmente e credo che si possa solo fare bene all’Italia con una riforma che consenta di avere stabilità e governi frutto delle indicazioni popolari, chiari. Credo che siano due principi capaci di restituire efficienza al nostro sistema, perché l’instabilità incide negativamente”. 

Così la presidente del Consiglio che aggiunge “Io sono sempre partita dal semipresidenzialismo alla francese, non perché sia il mio modello preferito ma perché è quello su cui storicamente c’è stata una maggiore convergenza. Vorrei fare una riforma il più possibile condivisa e quindi sono partita per un gesto di disponibilità da una cosa su cui alcuni degli altri avevano detto non avere preclusioni. Per quanto riguarda il punto di caduta i modelli sono diversi e si possono anche inventare, il punto è capire la volontà”.

Il fondo salva stati: “Credo che sul Mes la ratifica sia secondaria: il tema è che, atteso che l’Italia non accederà mai al Mes sinché io conto qualcosa, temo che nemmeno gli altri accederanno. Dopo la Grecia non è stato attivato da nessuno. Che la riforma vada in porto o meno credo che quel fondo non verrà utilizzato. Ha condizioni troppo stringenti”.

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