Attualita'

CHIEDO PERDONO!

Napoli, 2 Luglio – Via Toledo, arteria principale della Città di Napoli – e, soprattutto, luogo in cui si intrecciano storia, cultura e tradizione -, brulica di turisti: dopo una parentesi a dir poco buia, costituita dalla fase acuta di una terribile pandemia (purtroppo) ancora in atto, il capoluogo Campano vede l’ombra di un parziale rilancio, giacché la scelta di parecchi vacanzieri è ricaduta su di esso, con Roma e Firenze relegate dietro.
A questo traguardo, all’apparenza gratificante, fa da contrappeso quel che da sempre caratterizza il funzionamento del trasporto pubblico urbano, cioè l’inefficienza totale: uscir dallo Studio al termine di una giornata lavorativa piuttosto densa ed avvedermi che il sottopasso di collegamento fra le due linee della metropolitana è fuori servizio (cosa che mi ha costretto, dunque, a salire in superficie ed attraversare Piazza Cavour) è fuor di dubbio irritante, finanche per chi trova gradevole – oltreché salubre – camminare a piedi.
Tra le attività cui mi dedico nel tempo libero figura anche il turismo (a condizione che sia di cultura, senza sconfinare in un’eccessiva mondanità): ben può, infatti, capitare – salute permettendo – che, dopo una lunghissima camminata per le strade di una città d’arte e/o la visita ad un vasto museo, una persona avverta il bisogno di sedersi per qualche istante, oppure di far rientro in albergo per rilassarsi un’oretta, in modo da recuperare le energie per sgranchirsi le gambe nelle ore serali. Questo è possibile solamente nelle realtà civilizzate, non anche nel caos della conurbazione Partenopea, dove anche percorrere una distanza apparentemente breve (come la relazione Pozzuoli-Napoli, sulla quale viaggio ogni dì) si rivela, alla fine, un’autentica odissea.
I disservizi dei mezzi, come anche la manifesta inciviltà insita nella mente di parecchi, danneggiano notevolmente la reputazione della nostra amata Parthenope; ed anche l’Amministrazione, seppur composta da persone stimabili, lascia il proprio zampino, sostenendo che l’imposizione ai fanciulli del divieto di praticare attività ludiche all’aperto (come disputare una partitella di calcio) oppure il precludere la distesa del bucato rappresentino il rimedio ai disordini quotidiani (rammento, solo per completezza, che piazze e stazioni sono in balia di venditori abusivi e gang).
Siamo nel duemilaventidue, cari Lettori, e ancora non si è agito risolutamente per soddisfare appieno le esigenze di una collettività che, nonostante la situazione decisamente infausta, continua a nutrire e dimostrare un amore smisurato per Napoli, pur consapevole di non potersi muovere come vorrebbe per cambiar le cose.
A nome di tutti i Napoletani, chiedo perdono ai turisti ed a chi spera ancora in un futuro per la città in cui ho visto la luce e, al contempo, invito i giovani d’oggi ad interessarsi di politica ed attualità: la conoscenza e l’interesse per la realtà sociale sono, invero, la chiave di ogni miglioramento.
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