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Casamarciano, Scenari Solidali: Festival Nazionale del Teatro. La commedia “Non ti pago” proposta dal gruppo Il Dialogo”

Casamarciano, 22 Luglio La manifestazione “Scenari Solidali”. Platea all’aperto nello spazio del complesso Badiale di Santa Maria del Plesco. Una cornice spettacolare di carattere storico già per essa spettacolo! In tale location di scena un omaggio al grande drammaturgo. L’iniziativa è promossa dall’Amministrazione Comunale, dal Sindaco Andrea Manzi che, per la X edizione, ha dato all’evento una connotazione assolutamente nuova.

Parte dei fondi delle sponsorizzazioni sarà destinata a iniziative solidali. Un Festival nuovo, straordinario ma soprattutto un decennale celebrato con entusiasmo per questa importante iniziativa; ritorna nello scenario di Casamarciano il gruppo teatrale “Il dialogo” di Cimitile. La compagnia teatrale è molto nota sul territorio; si è particolarmente distinta nella manifestazione, nelle passate edizioni, aggiudicandosi premi e riconoscimenti. La proposta della compagnia teatrale è stata “ Non ti Pago” di E. De  Filippo per la regia di Ciro Ruoppo. L’avvenimento, l’evento in sé, è stato in passato rappresentato per il trentennale della morte del grande maestro partenopeo.

 Per l’occasione domina  una scelta scenografica, essenziale, costituita da un unico ambiente con più porte:  dei semplici portali in materiale biancastro su sfondo nero, a rappresentare gli accessi ai vari ambienti. Il quadro del defunto: una foto dello stesso autore Eduardo De Filippo. Una scelta non casuale;  è la voce vera di De Filippo a fine rappresentazione a risuonare, quella che si sente, all’inizio e  prima dell’epilogo. Al centro della storia, di estrema attualità è la superstizione: i sogni, la possibilità di cambiare la propria esistenza con un colpo di fortuna. In scena, sembra che per alcuni dei protagonisti, Il sogno, insieme con altri messaggi misteriosi ma decifrabili, diventa mezzo privilegiato di comunicazione, da parte del mondo dell’aldilà. Tutta la commedia, sembra ruotare attorno al gioco del lotto e a contrasti a non finire. In realtà il protagonista vive il suo incomodo di non considerazione, di essere un poco messo da parte circa il fidanzamento della figlia.

Protagonista principale è Salvatore Maccaro nei panni di Ferdinando Quagliuolo, gestore di un banco del lotto, giocatore incorreggibile. Stella è sua figlia. In scena Tina Spampanato nei panni della moglie, Concetta; compagna di vita anche nella vita reale; Alfonso Lace nei panni di Aglietello, consigliere personalissimo del protagonista o meglio amico inopportuno di famiglia; figura di gran ironia, comicità; Felice De Cicco nel ruolo di Don Raffaele Console, il parroco che cerca di esser d’aiuto.  D’ironia scenica il personaggio dell’Avv. Lorenzo Strumillo; figura di cinico opportunismo. La commedia fu scritta da Eduardo nel 1940. Contenuta fino al 1971 nella raccolta intitolata “Cantata dei giorni dispari”; l’opera fu messa in scena, per la prima volta, nel 1940 con Eduardo nella parte di Quagliuolo. L’espediente dell’anatema assente nella prima edizione, fu lanciato nell’omonimo film. La trama è sì sintetizzata.  Ferdinando Quagliuolo ha ereditato la gestione di un “banco lotto” dopo la morte del padre. Un suo impiegato, Mario Bertolini, al contrario per lui le vincite sono ormai un fatto ordinario.

Mario fa sì la corte alla figlia del protagonista ma suscitando, in un modo o nell’altro, la disapprovazione di quest’ultimo. Il colpo di scena è che Mario annuncia la clamorosa vincita. Per l’occasione rivela che i numeri li aveva ricevuti in sogno proprio dal defunto padre di Ferdinando. Quagliuolo s’impossessa del biglietto fortunato. La motivazione risiede nel fatto che Bertolini era andato a vivere nell’appartamento dove Ferdinando aveva vissuto. Dopo alterne vicende Ferdinando tenta di estorcere una dichiarazione con la quale Mario rinuncia a ogni diritto sulla vincita. Ferdinando intende minacciarlo con una pistola che crede, esser scarica. Un colpo parte, inopportunamente, tra lo stupore generale. Ferdinando capisce di avere rischiato: a un Bertolini ancora sotto confusione, rivolge una maledizione.

I cattivi auspici avvengono! Bertolini è ormai malridotto e licenziato: si arrende. Per Ferdinando Quagliuolo è la sua esaltazione, e adesso può anche concedere a Mario la mano di sua figlia. La commedia è stata allestita, in passato, anche all’estero su scenari quali Parigi e Buenos Aires. Nella versione per Scenari di Casamarciano, un quadro che domina in scena e che nelle intenzioni degli autori è il ritratto del padre del protagonista, nell’epilogo è decisamente solo un ritratto di Eduardo De Filippo.  

Tale quadro in una penombra scenica, è illuminato nella sua cornice; una voce di sottofondo parla agli attori e al pubblico; è la voce del grande drammaturgo che parla come se fosse ancora di questo mondo. Ovviamente, al di là dell’effetto scenico suggestivo, è una voce preregistrata; alla domanda: Maestro se non aveste fatto l’attore che cosa avreste fatto? La voce risponde decisa: “Credo che non sarei mai nato!”

Antonio Romano

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