Cultura

Carbonara di Nola, presentazione del romanzo TUMBLEWEED di Giuseppe Malinconico

Carbonara di Nola, 17 Marzo – Nell’ambito del progetto culturale del Comune di Carbonara di Nola “All’ombra dell’ulivo” è stato presentato sabato 16 marzo il nuovo romanzo di Giuseppe Malinconico, autore di numerosi testi teatrali e narrativi.

La storia. Questo suo ultimo lavoro è intitolato TUMBLEWEED, una parola inglese che definisce un tipo di pianta arbustacea dalla quale, quando è sottoposta ad agenti esterni, quali acqua o vento, si staccano parti che si spostano per rotolamento. Metaforicamente indica persone sradicate, erranti, costrette a muoversi in vari luoghi per sfuggire a un contesto sociale di miseria e cercare condizioni di vita migliori. Attori della vicenda sono due personaggi, Gianni e Adamo, partiti da luoghi geografici lontani nello spazio, un paesino rurale dell’entroterra napoletano e un villaggio africano della Costa d’Avorio.

Il loro viaggio, il primo circolare, fatto di andata e ritorno, il secondo rettilineo verso un dove sconosciuto, è una sorta di attraversamento dell’inferno dei viventi. Un inferno che per il giovane del Sud dell’Italia è costituito da una miniera di carbone nell’arida distesa grigia della Ruhr in Germania, dove viene calato ogni giorno da un ascensore nel ventre oscuro della terra per picconare le pareti per dodici ore e da dove fuoriesce con il viso ricoperto di fuliggine e la polvere nera sottilmente insinuatasi nei polmoni. L’inferno del giovane africano è invece il deserto del Sahara, caratterizzato dal vuoto assoluto, dal nulla che dà un senso di smarrimento, di finitezza, di annichilimento, oltre a mettere alla prova di fronte al male degli uomini, alla loro avidità e violenza.

I destini dei due, dopo numerose esperienze e vicende, in cui devono affrontare difficili prove di sopravvivenza, finiranno per incontrarsi nel paesino da cui Gianni è partito e dove è ritornato.

Lo stile. Nel raccontare la storia l’autore fa ricorso a un montaggio alternato; utilizzando la terza persona per Gianni e la prima persona per Adamo. Un artificio retorico che ha il fine di rendere più comprensibile le vicende al lettore e, in particolare per il personaggio di Adamo, di favorire una identificazione simpatetica del fruitore in esso e fargli provare i suoi stessi sentimenti. In entrambi i casi è l’autore che entra nella mente dei protagonisti riportandone parole e pensieri, riproducendo sulla pagina scritta l’idioletto dei parlanti, cioè la lingua che effettivamente parlano a seconda della classe sociale di appartenenza e della situazione in cui si ritrovano. Ma talora è egli stesso che interviene chiarendo il groviglio di pensieri incerti e talora confusi che i personaggi non saprebbero esprimere.

Un romanzo, dunque, di grande attualità da cui il lettore ricava un messaggio che, cristianamente, possiamo condensare nella parola amore, da intendere non solo come un sentimento affettivo momentaneo, ma come motore di speranza e di solidarietà che stimoli azioni di solidarietà e accoglienza, determinate dalla considerazione dell’uguaglianza di tutti gli uomini e della comune appartenenza alla razza umana.

Pasquale Gerardo Santella

 

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