Cultura

Brusciano, 42esimo Anniversario della morte di Moro e Impastato

Brusciano, 9 Maggio – Una delle date storiche dell’Italia repubblicana è quella del 9 maggio 1978. In quel giorno, venivano ritrovati due morti assassinati, uno a Roma e uno a Cinisi in provincia di Palermo. Nella Capitale fu trovato il cadavere dell’Onorevole della Democrazia Cristiana, Aldo Moro, giurista e statista, ex Presidente del Consiglio dei Ministri, più volte Ministro della Repubblica, nato a Maglie il 23 settembre 1916, rapito e ucciso, dopo 55 giorni di prigionia, dalle Brigate Rosse. In Sicilia fu rinvenuto il corpo dilaniato del giovane Peppino Impastato, nato a Cinisi il 6 gennaio 1948, giornalista e fondatore di Radio Aut, candidato alle comunali di Cinisi con Democrazia Proletaria, sequestrato e ucciso dalla mafia che aveva inscenato il fallito attentato con il tritolo sulla linea ferroviaria.

Aldo Moro prima del suo rapimento, avvenuto il 16 marzo 1978, aveva convinto la DC della necessità di formare un “governo di solidarietà nazionale”, comprendente nella maggioranza parlamentare il Partito Comunista Italiano per l’allargamento del sistema di governo e di estensione della rappresentanza di elettori e partiti negli livelli di potere nazionale. La mattina del 9 maggio 1978 la presenza del cadavere a Roma veniva segnalata telefonicamente dal brigatista Valerio Morucci.  Il Parlamento Italiano con la Legge n. 56 del 4 maggio 2007 riconosceva il 9 maggio, anniversario dell’uccisione di Aldo Moro, come “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare tutte le vittime del terrorismo, interno ed internazionale, e delle stragi di tale matrice.

Oggi, 9 maggio 2020, nel ricordare il sacrificio di Aldo Moro, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha dichiarato: “Nel riscoprire il pensiero, l’azione, gli insegnamenti di Moro e di tanti altri giusti che hanno pagato il prezzo della vita, ritroveremo anche talune radici che possono essere preziose per affrontare il futuro”. “Ricordare – ha aggiunto – è un dovere. Ricordare le strategie e le trame ordite per destabilizzare l’assetto costituzionale, le complicità e le deviazioni di soggetti infedeli negli apparati dello Stato, le debolezze di coloro che tardarono a prendere le distanze dalle degenerazioni ideologiche e dall’espandersi del clima di violenza”.

Nella notte tra l’8 e il 9 maggio 1978, a circa 1500 chilometri di distanza da Roma, moriva uno sconosciuto, per il resto del mondo, Giuseppe Impastato, conosciutissimo nella su terra come Peppino e come colui che aveva tagliato i legami con la sua famiglia perché il padre Luigi era mafioso. Il coraggioso Peppino denunciava con la sua voce dai microfoni di «Radio Aut», di Cinisi, il malaffare mafioso guidato dal boss Gaetano Badalamenti che nell’ironia del giovane cronista diventava “Tano Seduto”. Pochi giorno dopo il suo assassinio, Peppino Impastato veniva votato ed eletto simbolicamente al Consiglio Comunale di Cinisi. Ci volle del tempo per ammettere la matrice mafiosa del suo assassinio. Alla prima strumentale versione non si arresero il fratello Giovanni, la “madre coraggio” Felicia Bartolotta (1916-2004) che nulla vollero a che fare con i parenti mafiosi, ed insieme a Umberto Sannino e la moglie Anna Puglisi, e con i compagni di militanza e gli animatori del Centro Siciliano di Documentazione di Palermo, produssero denunce documentazione che permisero la riapertura delle indagini. Agli albori del terzo Millennio, il 5 marzo 2001 venne dichiarato colpevole con la pena di 30 anni di reclusione, Vito Palazzolo. Il giorno 11 aprile del 2002 Gaetano Badalamenti dichiarato colpevole veniva condannato all’ergastolo.

La vita e l’omicidio di Peppino Impastato sono stati raccontati nell’opera cinematografica del 2000, diretta da Marco Tullio Giordana, intitolata “I cento passi”, la misura della dalla casa della famiglia Impastato e quella del boss mafioso Gaetano Badalamenti. Nel 34esimo anniversario della sua morte, 9 maggio 2012 a Cinisi, al corteo in sua memoria, giunse il saluto della figlia di Aldo Moro, Agnese, che scrisse queste parole ai partecipanti, fra cui tanti Sindaci in Fascia Tricolore provenienti da tutta Italia: “Mi piacerebbe tanto – scrive Agnese Moro in una lettera indirizzata a Giovanni Impastato – che un giorno potessimo ricordare i nostri cari non nel giorno della loro morte, ma nel giorno nel quale festeggiamo la nascita della nostra Repubblica, il 2 giugno. Allora avrebbero davvero il loro posto, che non è quello di vittime, ma quello di costruttori coraggiosi di un Paese in cui ci sia posto per tutti, con uguale dignità e rispetto”.

La manifestazione chiudeva un’intera settimana di iniziative promosse ed organizzate da “Casa Memoria” e da “Avviso Pubblico”, con il supporto del mondo dell’associazionismo e realtà come il “Centro di documentazione” di Umberto Santino, “Libera”, “Musica e Cultura” e “Radio Cento Passi”.

Anno 2020, l’emergenza sanitaria in atto non ha permesso la realizzazione dell’annuale manifestazione di massa in suo ricordo. Ma è stato possibile essere a Cinisi “con il cuore, con la testa e con le idee” come ha detto, in video da Potenza, la Dottoressa Marilena Bencivenga, presidente e coordinatrice dell’Associazione “Insieme onlus”, realtà del Terzo Settore operante anche come “Centro Terapeutico Riabilitativo per le Dipendenze Patologiche”, con direttore scientifico della comunità, il Dott. Domenico Maggi. In coro Biagio e i 50 ragazzi di “Potenza Solidale” ricordano che “Peppino è vivo e lotta insieme a noi. Le nostre idee non moriranno mai” nel video di partecipazione alla “Marcia 100 Passi 2020”, nonostante la Quarantena per il Covid-19, visionabile all’indirizzo web https://www.youtube.com/watch?v=hVIXl051SqY .

In questa speciale rammemorante giornata, da Brusciano, nel rispetto della distanza geografica e sociale, ma nella comunanza di valori ed ideali, si sono ritrovati anche la “Casa di Pat” onlus presieduta da Domenica Chiara Sena ed il giornalista e Sociologo di IESUS Istituto Europeo di Scienze Umane e Sociali.

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