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Bologna 0-1 Napoli, gli azzurri tornano a vincere in campionato e abbracciano la sosta nazionali al terzo posto in classifica

Napoli, 9 Novembre – Al Dall’Ara il Napoli domina, spreca e soffre molto più di quanto avrebbe dovuto, ma alla fine spalanca l’ala, operando il doppio sorpasso su Inter e Juventus; avvicina il Milan, fermato sul 2-2 in casa dal Verona, e giunge alla seconda sosta per le nazionali al terzo posto insieme alla Roma, con quattordici punti, in attesa, nei prossimi giorni, della sentenza definitiva della Corte d’appello sportiva sul caso Juve-Napoli, che potrebbe sottrarre agli azzurri la penalizzazione comminata in primo grado dal giudice sportivo, restituendo un punto e concedendo loro la possibilità di recuperare la sfida contro i bianconeri.

Impostazione militare.

Prima del match Mario Rui e Ghoulam, invece di partecipare al riscaldamento con i compagni, prendono posto tra le tribune dello stadio bolognese, decisione presa con fermezza direttamente da Gattuso alla luce delle “lunghe passeggiate” dei due, durante l’allenamento di rifinitura:” li ho convocati perché fanno parte del gruppo e poi sarebbe stato troppo facile rimanere comodi a casa, c’è bisogno del massimo impegno per scendere in campo, certi atteggiamenti vanno evitati, comunque sia domani è un altro giorno e si prosegue senza rancori”.

 Riconoscere i meriti e punire con decisione le inadempienze, senza generare malumori, questa l’impostazione dell’attuale guida tecnica, su cui, molto più che su fattori tecnico-tattici, si impernia il progetto di crescita di una squadra dalle grandi qualità ma spesso troppo volubile. I due terzini relegati in tribuna fungono da monito per gli undici in campo a conservare la massima concentrazione in ogni momento. Non a caso, gli azzurri approcciano la sfida con un vigore decisamente superiore rispetto a quello visto giovedì in Europa.

Nel secondo quarto di gara, dopo una prima fase di studio, il Napoli consolida il possesso e comincia ad attaccare con maggiore decisione. Il gol, al ventitreesimo, scaturisce da un’ottima gestione della fase di pressing offensivo: sul rinvio lungo di Skorupski, Manolas sale ben oltre la linea di centrocampo per contrastare Soriano in duello aereo; sulla seconda palla, generata dalla respinta del greco, si avventa come una furia Lozano, il quale allunga la gamba intercettando Denswil e lanciandosi in zona cross; in area, intanto, Mertens attira a sé i due difendenti del Bologna con un movimento a tagliare sul primo palo, permettendo ad Osimhen, piazzatosi qualche metro alle sue spalle, di trasformare, incontrastato, in gol, la parabola precisissima tracciata dal messicano.  Gli azzurri mantengono ben salde le redini dell’incontro, non concedono profondità ai padroni di casa, mantenendo molto alto il baricentro anche in fase di non possesso: per ben sei volte hanno indotto i felsinei al fuorigioco; in avanti, le operazioni di approccio alla manovra offensiva vengono sovraintese dall’asse Fabiàn, Insigne, Mertens, il primo, il calciatore con più palloni giocati dei 22 in campo (85), dà il via, gli altri due forniscono la verticale di appoggio sulla trequarti e con la loro qualità tessono le trame del gioco. Il 47% degli attacchi alla porta avversaria arrivano, però, dal lato destro, in cui opera uno straripante Lozano, coadiuvato da un Di Lorenzo in netta ripresa, secondo insieme ad Insigne per numero di passaggi riusciti nella trequarti, diciotto, (il primo è Fabiàn Ruiz con trenta) e da un giganteggiante Bakayoko, ineccepibile in entrambe le fasi. Unica grande pecca, non una sorpresa facendo riferimento a questa squadra, il gol, ne arriva solamente uno, l’altro, spettacolare, messo a segno da Koulibaly, viene giustamente annullato per un quasi impercettibile e sicuramente sfortunato tocco di mano di Osimhen, il resto tutto buttato al vento, inesorabilmente sprecato, dato rivelatosi rischiosissimo ai fini del risultato, considerata la sofferenza patita nell’ultimo quarto di gara. Infatti, dal settantesimo, complice un evidente calo psicofisico della squadra ospite e l’ingresso in campo di un frizzante Emanuel Vignato, giovane molto interessante prelevato a titolo definitivo dal Chievo Verona lo scorso gennaio ma giunto a disposizione di Mihajlovic solo questa estate, l’inerzia dell’incontro viene pesantemente ribaltata dai felsinei che entrano, per la prima volta, prepotentemente in partita, facendosi forza, per larghi tratti, di un predominio territoriale da cui ricavano, per via della grande attenzione, applicata efficacemente dallo schieramento difensivo ospite alla copertura degli spazi, una sola clamorosa occasione, sulla quale giunge ad opporsi Ospina con un gesto tecnico dalla magistrale prodezza.

Pretattica ma non solo.

“La nostra unica prerogativa deve essere quella di lavorare sodo in settimana, diffido da chi dice che siamo da scudetto, oggi non ci possiamo permettere di pensare a questo.” In ogni intervista post partita di questa stagione, il tecnico azzurro non si è lascito trascinare in facili entusiasmi, glissando alla possibilità di un eventuale inserimento della sua squadra nelle incerte questioni legate al titolo. Molti rilevano nelle sue parole una grossa componente di pretattica, una visione sicuramente non del tutto miope, considerando i numeri finora raccolti, la qualità della rosa e l’andamento caracollante delle due grandi designate per la vittoria finale, le parole di Gattuso, però, sono soprattutto figlie della profonda conoscenza dell’anima del suo gruppo, spesso troppo volubile e quindi ancora inadatta a gestire il forte maestrale della vetta.

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