Attualita'

XENA, PRINCIPESSA GUERRIERA

La reazione coraggiosa della donna alle condotte violente

 

Napoli, 16 Febbraio – Un’emergenza, com’è noto, manda nel pallone un po’ tutti: l’insidiosità e le potenzialità letali del Sars-CoV-2 han destato, giustamente, la preoccupazione ed il rammarico della stragrande maggioranza della popolazione (non di tutta, dato che v’è ancora chi, stupidamente ed inconsapevolmente, nega un’evidenza tangibile), chiamata a sforzarsi in modo immane per cercare di tornar presto ad una vita di abbracci, baci e carezze.

Non mi piace apparire come colui che punta il dito, ma, come giureconsulto e – seppur in misura minore – attivista, ritengo doveroso porre in risalto la scarsissima attenzione riservata dalle Istituzioni a tante altre situazioni dai connotati decisamente catastrofici, prima fra tutte la violenza, fisica e morale, perpetrata a danno del Gentil Sesso; il dato più sconcertante è che molto spesso gli autori delle sevizie in questione sono proprio coloro che, magari, si presentano con un mazzo di rose nel giorno dell’anniversario di matrimonio, oppure portano a casa un cuore gigantesco, stracolmo di Baci Perugina, in occasione della festa di San Valentino.

Qualcuno stenta a crederci, ma è dietro il “Valentine” che si cela di frequente un famelico lupo mannaro, pronto a cibarsi finanche di quanto, a sua detta, ha di più caro.

Durante il periodo del lockdown totale, ohi noi, sono occorsi molteplici episodi di violenza domestica, giacché le preclusioni allora vigenti costringevano ciascuno a serrarsi in casa propria, senza alcuna possibilità di mettere il muso di fuori: il mio pensiero va a Lucia Caiazza, cinquantaduenne di Casavatore selvaggiamente malmenata da chi avrebbe dovuto accarezzarla, confortarla, farle sentire quella vicinanza che soltanto chi ama può garantire. Quelle botte così veementi l’han portata alla morte, suscitando un immenso dolore non solo nei familiari (a cominciare dalle figlie, cui desidero stringermi forte), ma anche nell’intera comunità Campana.

L’estate scorsa (ad agosto, mi sembra) ho caldamente invitato ogni donna ad “andar via alla prima” e a denunziare le sevizie alle Autorità Competenti, dal momento che il sistema giuridico è dalla loro parte: mi compiaccio del fatto che alcune di esse paiono aver prestato ascolto al mio appello, considerato che da tempo mi giungono notizie riguardanti coraggiose reazioni alle angherie di certe bestie.

Dando un’occhiata ai quotidiani giuridici, ho appreso che la Corte Suprema di Cassazione, con un recentissimo arresto, ha fatto un notevole passo in avanti: secondo i Giudici di piazza Cavour, il fatto che la moglie reagisca alle botte ed agli improperi maritali non costituisce, da solo, fondato motivo di ritenere che il rapporto nuziale sia caratterizzato da comportamenti aggressivi reciproci. Laddove, nel corso dell’intera relazione tra uomo e donna (non necessariamente coniugati), quest’ultima sia costantemente sottoposta ad umiliazioni e/o vessazioni, il reato di maltrattamenti in famiglia potrà dirsi di sicuro integrato.

A chiusura di questa riflessione, intendo rivolgere un plauso alle donne che, seguendo l’esempio di Xena (personaggio noto a tutti, o quasi), han tirato fuori la spada, rendendo manifesta quella forza interiore e quel maggior giudizio che da sempre le caratterizzano: la Vostra reattività, care donne, è segno evidente che qualcosa sta cambiando. Forza e coraggio!

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