Pompei, 14 Giugno – Metti una domenica di giugno a Pompei, per la visita al Santuario della Beata Vergine del Santo Rosario, uno dei santuari mariani più importanti e visitati d’Italia. Ti ritrovi in fila per accedere in chiesa, sotto il sole cocente. Non importa se si boccheggia, perché la fede delle persone, dei gruppi religiosi, dei turisti accorsi è più rovente.
C’è la corsia referenziale per i fortunati che hanno prenotato la visita in basilica, ma quando ci si ritrova davanti al quadro, non hai che da ringraziare la Vergine per esserci. La vigilante della protezione civile, garbata e pronta ad ogni evenienza, conversa con tutti e racconta che durante la settimana c’è meno gente, per cui si risparmia la fila, ma non il contenimento delle restrizioni dovute alla pandemia. Ci si siede in chiesa ancora mantenendo un metro di distanza e tutti in mascherina che copra naso e bocca.
Si entra dopo aver igienizzato le mani e solo per ricevere il S.S. Sacramento si ci abbassa la mascherina per mettere in bocca l’ostia consacrata, appena ricevuta dalle mani del sacerdote. C’è gente ovunque nella piazza antistante il santuario, ove è collocato il monumento a Bartolo Longo, opera dello scultore ravegnano Domenico Ponzi. È risaputo che Pompei è meta di pellegrinaggi, il santuario attira molti turisti affascinati dalla sua maestosità, ma non c’è assembramento.
Ci si riappropria della normalità e la mascherina sebbene faccia caldo, la indossano tutti. L’aria di festeggiamento dopo la 
messa, al bar per aver ricevuto un bambino il sacramento della Comunione, o un aperitivo per un compleanno con gli amici, fa sorridere tutti.
Abbiamo bisogno di rimetterci in fila per respirare la vita e una domenica di giugno, che sia a Pompei, a Sorrento, a Capri o altrove, non fa che dare la spinta a riassaporare la speranza tanto agognata, che il vaccino AstraZeneca, Pfizer, Johnson&Johnson, Moderna, Oxford, BioNTech stia fermando il virus.
Sarà probabilmente l’estate della rinascita, l’estate in cui tutti saremo grati a vincere il nemico che ha rotto l’equilibrio sociale.
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“Sono un’insegnante e amo profondamente il mio lavoro. Due cose segnano la mia vita: Famiglia e Scuola. Credo nella bontà, nell’umiltà, nell’amore per il prossimo. Questi gli stimoli del mio impegno quotidiano affinché la vita sia veramente degna di essere vissuta. Amo leggere, viaggiare e preferisco scrivere”.
