Cultura

Pozzuoli, un emozionante reading teatrale nella Casa Circondariale per raccontare ‘Nudarsi’

Pozzuoli, 26 Maggio – La scelta delle poesie, la preparazione della messa in scena, lo spettacolo: un impegno durato tre mesi, che ha portato alla realizzazione di una emozionante reading teatrale. Incroci di poesia, alla Casa Circondariale Femminile di Pozzuoli tra versi liberi di Nudarsi, raccolta di poesie dell’autrice Rita Felerico, e le parole recluse di Elly, Sophia, Angela, Giuseppina, Gabriella, Samantha che, insieme alle attrici Anna e Clara Bocchino, hanno narrato l’amore, si sono narrate.

A fare da sottofondo alle parole, la musica di Marilena Vitale. Il teatro fa bene all’anima e tutti possono farlo, permette di esplorare i tratti più nascosti della personalità, e quando entra nello spazio educativo, può esprimersi come strumento formativo o didattico, come metafora dell’apprendimento, modalità espressiva, oggetto di studio e approfondimento culturale.  Trasformare il luogo di ‘punizione’ a momento di rieducazione. “Il teatro in carcere, è una terapia riabilitativa al vivere – afferma Angela Cicaladocente di italiano della scuola carceraria-, è un modo per gestire la rabbia e indurre al ragionamento. È una scuola per eccellenza perché dentro ci passa la vita.  Il carcere punisce spesso parti innocenti di ognuno di noi, è mille gesti, quelli da salvare, quelli buoni, il finale è un sogno”.

All’evento presenti, Maria Luisa Palma, Direttore della Casa Circondariale Femminile, che si è complimentata per il lavoro svolto dalle insegnanti, da Adriana Intilla, funzionario giuridico-pedagogica della Casa Circondariale Femminile di Pozzuoli, facendo poi un plauso alle ragazze e sottolineando che attività come queste, sono volte a non rendere vano il loro tempo lì ‘dentro’. Inoltre, erano presenti Francesca Napolitano, Dirigente Scolastico del Cpa Napoli Provincia 1, Ettore Acerra, Direttore dell’USR Campania.

Le ragazze hanno recitato ‘dentro’ ma sono frutto di un ‘fuori’ che non può essere dissolto perché segregato e nascosto; permette il libero flusso di emozioni e sentimenti repressi e rimossi dalla condizione carceraria, e spinge alla cooperazione, allo scambio con gli altri, alla solidarietà. L’incontro si è concluso con i disegni a firma di Aldo Capasso donati alle allieve, in ognuno, un particolare colto da parte dell’architetto.

Sabrina Ciani

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