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Udinese-Napoli 1-1: un inutile e mediocre pareggio per gli azzurri

Napoli, 8 Dicembre – È ancora notte fonda in quel di Napoli e i raggi del sole non accennano a voler vincere le tenebre. La sfida di Udine termina 1-1, risultato utile solo ad aumentare la collezione di passi falsi e il divario con le squadre di testa.

 

LA CRONACA. La trama del match, nel primo tempo, si sviluppa su un lungo ed artificioso monologo recitato dagli azzurri, che non produce conclusioni degne di nota, di fronte ad un’Udinese arroccata nella propria metà campo. L’ unica scintilla capace di illuminare una sfida, fino a quel momento narcotica, è la ripartenza dei padroni di casa al 30esimo, che trovano la difesa partenopea scombinata e disattenta nel ripiegare; Lasagna approfitta e piazza in rete il goal del vantaggio. La reazione ospite stenta a palesarsi e il primo tempo si trascina fino al doppio fischio del direttore di gara senza particolari sussulti.

Nella ripresa, Insigne si siede in panca e al suo posto entra in campo Llorente. Comincia a farsi più concreto e convinto l’attacco del Napoli, che quantomeno riesce ad arrivare al tiro con più frequenza. Il pareggio arriva solo al 70esimo, quando Mertens, recuperata palla in una zona vantaggiosa, cede a Zielinski il compito di bucare Musso. I friulani non escono ormai più dalla loro metà campo, ma gli azzurri, imprecisi e spreconi, buttano alle ortiche l’occasione di passare in vantaggio. L’epilogo è sempre lo stesso, il Napoli che esce a testa bassa da una Dacia Arena festante.

Fare il conto dei punti di ritardo che gli azzurri hanno accumulato rispetto alle altre, diventa, di settimana in settimana, sempre più avvilente, -17 dall’Inter capolista, -8 dal quarto posto e addirittura -7 dal quinto. I dati diventano ancora più inquietanti se pensiamo che in 15 partite sono stati totalizzati solo 21 punti; per rivedere uno score così pessimo bisogna tornare indietro di 12 anni, al 2007, primo anno in A del Napoli targato De Laurentiis, quando però l’obbiettivo primario era la salvezza. La marcia dei partenopei nell’ultimo periodo è da zona retrocessione: 7 sfide senza successi, 5 pareggi, 2 sconfitte, solo 5 punti raccolti. L’impressione che ci viene dal campo è di una squadra svogliata, sfiduciata e senza impegno, in balia completa della confusione tecnico-tattica del coach.

La scelta di giocare con i due “piccoletti”, nel primo tempo, si rivela più che infelice, poiché toglie punti di riferimento offensivi agli azzurri, rendendo sterile l’assalto alla roccaforte friulana. Testimonianza di ciò è un secondo tempo sicuramente più produttivo con Llorente in campo. Si sente “più coinvolto adesso rispetto a quando le cose erano a posto” Carlo Ancelotti e si aspetta “una scossa che potrebbe arrivare dalla partita contro il Genk”. A Napoli l’appuntamento con la svolta è un continuo rimandare alla prossima occasione, quando puntualmente tutto viene disatteso.

Neanche il ritiro, ordinato in settimana, è bastato a risollevare un gruppo ormai senza stimoli, condotto al massimo dello svilimento. Dunque, abbiamo capito che si andrà avanti così fino a martedì, dopo però, si chiede al patron, non sarebbe il caso di salutare il pluridecorato Carletto?

 

Matteo Ariola

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