Politica

THE NEW DICTATOR

Napoli, 16 Maggio – Restar segregato in casa per quasi tre mesi – eccezion fatta per qualche breve uscita, risalente a pochi giorni fa – è indubbiamente duro, nonché foriero di molteplici amarezze: i ricordi del passato continuano a balenarmi nella mente, specie quelli intrisi di una mestizia che, a mio sommesso avviso, non conosce paragoni.

Coi tempi che corrono, tuttavia, sarebbe bene metter da parte ogni emozione personale ed iniziare ad aprire gli occhi per percepire direttamente quei mali che affliggono l’umanità moderna.

Gli sforzi immani compiuti dai nostri avi a metà del secolo scorso, ohi noi, non sono stati assolutamente afferrati dagli elettori d’oggi: la tendenza a preferire buffoni politicanti rispetto ad abili strateghi è piuttosto marcata, anche in virtù di una sfilza di promesse fallaci su cui i primi hanno l’abitudine di fondare i propri programmi.

Il risultato di tutto ciò è facilmente immaginabile: chi conosce approfonditamente la storia contemporanea sa bene che le dittature totalitarie presentano un connotato fondamentale che le rese una novità rispetto ad ogni precedente: esso è costituito dal consenso popolare riscosso da coloro che divennero, poi, i capi carismatici.

Non mi annoierò mai di ripetere che l’ascesa al potere di un dittatore totalitario è sovente (anzi, quasi sempre) il frutto, da un lato, dell’evidente cinismo che ne contraddistingue la campagna elettorale e, dall’altro, della manifesta ignoranza della maggior parte di popolazioni che, ritenendo di esser state ingannate dal presunto malgoverno dell’esecutivo precedente, cadono – a causa delle convinzioni errate che, di colpo, balzano nelle loro menti a causa dei bla-bla-bla degli assetati di potere –  in un precipizio di una profondità tale da rendere materialmente impossibile la riemersione.

Questa, per nostra sfortuna, è una realtà ancora tangibile oggigiorno; e quel che desta in me maggior preoccupazione è il fatto…..che lo sia in un contesto apparentemente pacifico come l’Unione Europea.

Nei giorni addietro, sfogliando i quotidiani, son rimasto sbalordito (anche se, in tutta sincerità, mi aspettavo che accadesse prima o poi): il capo dell’esecutivo Ungherese, Viktor Orbán, s’è avvalso delle cosiddette “misure antiallarmismo” per far arrestare chi, giustamente, manifestava il proprio dissenso verso le di lui politiche autoritarie.

Io continuo a chiedermi come sia possibile tutto ciò nel duemilaventi: le persone non si rendono conto che ogni spirale autoritaria può dar luogo allo scoppio di conflitti armati capaci di mietere miliardi di vittime?

E le Istituzioni (Magiare e Comunitarie)……cosa fanno là impalate? Lasciano che un pazzoide dia sfogo alle sue brame quando, invece, dovrebbero profondere il massimo impegno per porre fine a questa vera e propria persecuzione?

Spero che ci si renda conto di questo serissimo problema prima che sia troppo tardi: uomo avvisato…..mezzo salvato!  

 

Adriano Spagnuolo Vigorita
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