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Squarci di vita: nonna Assunta racconta…

Palma Campania, 24 Maggio –  Un tuffo nel passato, tra ricordi e tradizioni, un vero e proprio rito ricorreva negli anni 60, dove la magica atmosfera avviluppa sovente nonna Assunta, la quale, ci racconta di un momento per lei indelebile: quella di lavare il bucato sulle sponde del fiume di “Lavorate”, località Sarno, una piccola provincia salernitana.

Una donna d’altri tempi, un ricordo vivo ancora oggi, in procinto di ogni matrimonio. “Era sempre una festa, un amore”, ci racconta emozionata nonna Assunta, tutto veniva guardato con gli occhi dell’anima. Una vita vissuta  in un epoca di trasformazioni, tra mille disagi ed enormi sacrifici, ma alla base c’era il valore più importante: l’amore per la famiglia.

Predisposta, sin da bambina all’amore verso il prossimo, nonna Assunta era stimata per le doti di religiosa, una gran lavoratrice sempre disponibile per chi ne avesse bisogno. Qualche settimana prima del matrimonio, si stabiliva di mettere da parte della cenere del focolare che veniva riposta in un bidone di metallo riempito con dell’acqua. Dopo un paio di giorni, il bidone si poneva sul fuoco e l’acqua contenuta veniva fatta bollire, ottenendo così’ la lìssia che costituiva il detersivo del passato.

Dalla lascìva cotta con il grasso animale, riponendovi fiori di lavanda o alloro si  ricavava il sapone, sostituito solo in seguito dall’uso della soda caustica, un composto chimico che era a buon mercato in quei tempi. “Si utilizzava tutto per rendere perfetto il metodo prodotto”, ricorda con nostalgia nonna Assunta, “accorrevano tutti, ci mettevamo in testa le bacinelle con dentro le cose da lavare, da casa fino al torrente.

Arrivate sul posto, prendevamo le lenzuola e si iniziava a strofinare sul lavatoio e poi successivamente sciacquate nella sorgente del fiume ( un braccio di sorgente, che poi si collegava con il fiume Sarno) cantando e sorridendo, un momento denso di gioia dedicato a me! Felici ed emozionati, i conoscenti del circondario, venivano a congratularsi. Si cantava insieme ma c’era anche il tempo per le “battute di spirito”…, così le voglio chiamare, tipico del nostro modo di esprimerci” dice orgogliosa Assunta.

“Un corredo lavato e steso, dopodiché stirato a mani nude, e avvolto da nastri colorati, depositati in una cassapanca o cascina di legno. Sotto ogni lenzuolo si depositavano soldi, con l’auspicio di grande opportunità futura, e sopra le lenzuola, gioielli in oro, ed il corredo era bello e pronto.

Le usanze all’epoca, erano quelle di dividere le spese per la festa e il papà della sposa, cioè mio padre Antonio, ci regalò 500 mila lire, che a quei tempi erano tantissimi. Grande festa il giorno del matrimonio, un pranzo che durò mezza giornata! Calata la sera, si continuava con le danze, protagonisti erano cantanti e macchiettisti locali. Un grande divertimento a fine serata. Con i soldi delle buste, andammo a fare il nostro amato “Viaggio di Nozze” a Caserta, visitando la maestosa Reggia. Francesco De Filippo, nostro compare di fede (impiegato nell’aeronautica militare di Caserta) ricordo,  – ci racconta nonna Assunta,  – ci face da Cicerone, poiché abitava nei pressi della Reggia”.

 

Un consiglio ai giovani d’oggi, qual è il segreto di un matrimonio solido e felice?

“Non esiste una ricetta valida per tutti ma ci sono una serie ci accorgimenti da seguire giorno per giorno. Il dialogo innanzitutto, poi viene il rispetto e non avere paura di essere felici. Io ho avuto, – ci confida nonna Assunta, –  un matrimonio molto felice, dove si raccoglieva passione per ogni cosa che si faceva. Mio marito, Sabatino, uomo sensibile, generoso e amato da tutti, assegnava a me il compito di provvedere a tutto ciò che occorreva in casa. Sabatino ha lavorato per 25 anni nella “Snia viscosa” una rinomata fabbrica di tessuto. Fallendo, ci siamo dedicati alla campagna, con tanti operai a nostro carico. Un successo a quei quei tempi. Si lavorava in allegria e si vedevano soldi abbondanti per dividerli con gli operai. In seguito acquistai altri appezzamenti di terreno per poter piantare prodotti del momento. Anni d’oro, dunque, con i soldi che entravano, si compravano terre di noccioline, e si  costruivano case. Possedevamo anche una fattoria. Insomma, sono fiera di quello che abbiamo potuto fare, con le nostre forze.

Un tempo si gestiva diversamente, l’armonia era la nostra forza. Abbiamo avuto sei figli, e nel nostro piccolo, abbiamo fatto in modo di non fargli mancare mai nulla. Arrivava “Babbo Natale”e anche la “Befana”. Vedere crescere i figli con il sorriso è stata la più grande soddisfazione. Tutti hanno studiato, per assicurare loro un futuro migliore. Non possiamo che essere soddisfatti di quel che sono diventati da grandi. Un amore sconfinato dunque tra madre, padre e figli. Un’altra cosa consiglio ai giovani d’oggi: conservate, che nella vita tutto può accadere, di bello o di brutto. Imparare a conservare, aiuta ad affrontare i momenti più difficili con maggiore serenità.Dopo la morte di mio marito, solo lo sconfinato amore dei miei figli mi ha dato la forza necessaria per andare avanti”.

Nonna Assunta asciuga una lacrima e conclude. ”Saluto con un bacio i miei generi, mia nuora e i nipoti tutti, e come faccio ogni giorno, lascio le mie benedizioni: salute, denaro, felicità e potere”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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