Napoli, 2 Luglio – Sessantadue anni di sacerdozio per monsignore Giovanni Rinaldi. Buon anniversario. Primicerio di Marigliano e già vescovo di Acerra fondò il giornale il Risveglio, una voce che pungolava e che teneva alta l’attenzione sulla città e sui suoi affanni. Il Risveglio era un cane da guardia della democrazia, un giornale di denuncia sull’esempio di don Luigi Sturzo.
Ricordiamo il percorso sacerdotale di don Rinaldi con la testimonianza di Francesco Annunziata. “2 luglio 1961 don Giovanni Rinaldi è ordinato presbitero, nella cattedrale di Nola, dal vescovo Adolfo Binni. Dopo l’ordinazione perfezionsa gli studi all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dove consegue la laurea in lettere e filosofia. Nella diocesi di Nola ricopre numerosi incarichi; giovane sacerdote nel 1970 è nominato Vicario generale, incarico ricoperto sino al 1983, poi parroco e primicerio della insigne chiesa collegiata di Santa Maria delle Grazie di Marigliano. Il 7 dicembre 1999 papa Giovanni Paolo II lo nomina vescovo di Acerra; succede ad Mons. Antonio Riboldi.
Il 29 gennaio 2000 riceve l’ordinazione episcopale, nella cattedrale di Nola, dal cardinale Michele Giordano, arcivescovo metropolita di Napoli, co-consacranti l’arcivescovo Beniamino Depalma, vescovo di Nola, e il suo predecessore ad Acerra Antonio Riboldi. Il 18 settembre 2013 papa Francesco accoglie la sua rinuncia al governo pastorale della diocesi di Acerra, presentata per raggiunti limiti di età. Don Giovanni Mons. Rinaldi dopo aver smesso di guidare la diocesi di Acerra, non ha scelto di vivere questo momento nel riposo e nella tranquillità, anzi sembra aver accresciuto il suo servizio presbiterale; non si risparmia nel continuare ad essere pastore nella Chiesa del Signore e missionario tra la gente.
In particolare lo ringraziamo per la sua presenza costante e discreta, soprattutto nella parrocchia Santa Maria delle Grazie in Marigliano, e lo affidiamo alla protezione della “Madonna delle Grazie” di cui oggi ricorre la memoria liturgica. Che il buon Dio continui a guidare il suo cammino. Grazie don Giovanni per la bella testimonianza di umiltà e di servizio alla nostra Chiesa locale”.
Anita Capasso
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