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SEHNSUCHT: ricordando Rolf Knütel nell’ottantesimo della sua nascita

Pozzuoli, 27 Dicembre – Vogliano scusarmi gli egregi Lettori se nella riflessione odierna non mi rivolgerò direttamente a loro. Considerata la delicatezza del momento e delle emozioni da me provate in un giorno siffatto, ritengo sia più opportuno instaurare una conversazione con il compianto professor Rolf Knütel, autorevole studioso di diritto romano, del cui sostegno ho avuto il privilegio di godere nel corso dei miei ventisette anni di vita.

Carissimo Rolf,

come Tu solevi esordire ogniqualvolta m’inviavi un messaggio di posta elettronica, tempus fugit. La frequente menzione, da parte Tua, di questo celeberrimo brocardo mi invogliava a chiudere gli occhi per qualche istante, sì da poter rivivere, nella mia mente, i ricordi dei tempi remoti.

Talvolta rivangare il passato è tutt’altro che nocivo per la salute interiore: difatti, non di rado mi capita di passare in rassegna i bei momenti vissuti in Tua compagnia, in particolare le escursioni nei luoghi ameni della Renania a Te tanto cari ma, al tempo stesso, difficilmente raggiungibili se non si dispone di un’autovettura. Se non mi ci avessi condotto Tu……non avrei mai ammirato panorami d’indubbia bellezza né conosciuto tanti piccoli paesi ove, diversi secoli or sono, s’insediarono le antiche popolazioni Teutoniche.

Ricordo, altresì, quel mese di agosto 1999, quando, per la prima volta in assoluto, misi piede nel Tuo paese natio: non conoscevo una sillaba di Tedesco, ma il Tuo elevatissimo grado di conoscenza dell’Italiano mi permise di instaurare con Te un rapporto quasi filiale.

All’epoca ero un fanciullo di sei anni e mezzo, quindi avevo un forte desiderio di comprendere appieno la realtà quotidiana della Germania.
Ebbene, grazie a Te ed al mio compianto papà – il Tuo “fratello Italiano”, col quale Ti sei riabbracciato alla presenza del Padre Celeste – sono riuscito non soltanto ad assimilare le basi della cultura Tedesca, ma anche e soprattutto ad innamorarmene perdutamente.

Ben diciassette anni dopo quel piacevolissimo soggiorno, decisi, quindi, di iscrivermi ad un corso accelerato di lingua Tedesca e di scegliere – anche su Tuo consiglio – l’Università di Bonn come mèta del mio soggiorno Erasmus: quel periodo costituirà sempre un ricordo indelebile per me, dal momento che m’ha concesso di apprendere un metodo di studio del diritto che diverge totalmente (in melius, c’è da dire) da quello adottato presso gli atenei Italiani. Se fossi ancora tra noi, quest’oggi spegneresti ben ottanta candeline: son tante, vero?

Beh, io credo di no; od almeno sono fortemente convinto che, sebbene i giorni trascorrano celermente, Tu non avresti mai realizzato di aver raggiunto questa soglia. Nonostante i problemi di salute cui mi accennavi nelle nostre frequenti conversazioni tramite posta elettronica, la Tua giovinezza d’animo era agevolmente evincibile, specie dal costante impegno da Te profuso nella traduzione in Tedesco del “Corpus Juris Civilis” di Giustiniano.

Al giorno d’oggi è piuttosto raro far conoscenza con persone che, seppur leggermente avanti negli anni, affrontano il periodo della senectus con il desiderio di contribuire allo sviluppo sociale, mettendo in luce un vigore che, a mio avviso, non conosce paragoni.

Grazie di cuore, amicus maior magister vitae, per avermi sempre insegnato a non sprecare neanche un secondo della mia vita, ad andare controcorrente, senza mai cadere in preda alle emozioni negative.

Tuttavia, giorno dopo giorno, sono sempre più oppresso da quella malinconia (De: Sehnsucht) cui spesso alludono i poeti ed i compositori del Romanticismo: al solo pensiero della Tua assenza (seppur solo materiale), mi sento sconvolto, solo, perduto.

In ogni caso – sebbene sia una persona piuttosto sensibile, talvolta debole -, cercherò di darmi da fare per vincere questa battaglia, perché so che Tu non vorresti vedermi triste.

Auf Wiedersehen, im Himmel lieber Rolf! (It: “arrivederci in Paradiso, caro Rolf!).

Adriano Spagnuolo Vigorita 

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