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Scopa, 7 e Mezzo, Briscola, Tresette: qual è il gioco con carte napoletane più antico?

 

Napoli, 14 Marzo – Quanti giochi di carte esistono? E qual è il più antico di tutti? Se si vuole andare a scavare nella storia delle carte si scopre facilmente che molti giochi sono tipici di determinate zone. In Italia si assiste addirittura a una divisione interna tra le regioni: le carte francesi rimangono comunque le più comuni, ma i mazzi caratteristici delle varie città, soprattutto del Sud, danno vita a giochi molto diversi dal Poker o dal Blackjack. Oggi un mazzo di carte francesi può essere visto anche come un’idea regalo elegante, tanta è la tradizione del gioco che permea lo Stivale. Le carte sono nate presumibilmente in Cina un migliaio di anni fa e si narra che il primo gioco in assoluto sia stato il Ganjifa. Solo qualche secolo più tardi hanno visto la luce da noi la Scopa, il 7 e Mezzo, la Briscola e il Tresette.

Nella Scopa l’obiettivo è di conquistare le carte poste sul tavolo per aumentare il proprio score. Il punto della “scopa” si ottiene prendendo con una carta tutte le altre rimaste sul tavolo in una singola mano. Il totale delle carte e il totale delle carte d’oro assegnano 2 punti quando maggiori a quelli degli altri giocatori, mentre possedere il 7 di denari vale da solo un punto. Anche la primiera, che si forma attraverso i 7, può attribuire un punto. Non è semplice individuare le origini precise della Scopa, perché pur essendo praticato a Napoli nell’800, questo gioco deriverebbe dalla “Primiera” e “Scarabucion” già diffusi nel porto di Napoli addirittura 4 secoli prima.

Completamente oscure, invece, le informazioni circa la nascita del 7 e Mezzo, che comunque si è diffuso per certo nel napoletano. Si tratta di un gioco abbastanza popolare, in cui i partecipanti gareggiano a turno con il mazziere e devono evitare di raggiungere un punteggio da 8 in poi. Caratteristica è la carta della “matta”, cioè del re di denari, un vero e proprio jolly che può risollevare una mano in molti casi, senza scongiurare comunque il rischio di “sballare”. A differenza di altri giochi napoletani, il 7 e Mezzo viene praticato prevalentemente durante le festività natalizie, anche perché è necessario un numero nutrito di persone per vivacizzare una partita.

Qualche dato in più è presente in merito alla storia della Briscola, per certi versi simile alla Scopa, con la differenza che tutte le carte di uno specifico seme si comportano praticamente da jolly e permettono di conquistare tutte le carte di seme diverso. Le prime tracce della Briscola risalirebbero al 1828 e si pensa che le origini siano legate a giochi francesi della famiglia della Brusquembille e della Bazzica, comuni in terra transalpina già nell’800. Anche in questo caso, però, c’è molta incertezza nell’inquadrare le fonti più accreditate. Il Tresette, in voga anche nel Lazio e in Sicilia, veniva invece citato in un poema latino del 1726 e già nel 1840 circolavano pubblicazioni a tema in quel di Napoli. L’etimologia del nome non è chiarissima e, soprattutto, a risultare confuse sono talvolta le regole stesse del gioco, che nel tempo si è sviluppato attraverso molteplici varianti.

In un’epoca in cui tutti i giochi di carte sono presenti anche sulla rete e possono essere praticati a distanza, raramente gli appassionati si interrogano sulle origini delle attrazioni, che online sembrano tutte moderne. D’altro canto, anche le slot machine sul web hanno conosciuto un’evoluzione analoga, dato che i cabinati non sono certo tutti uguali tra loro. A conti fatti, dovrebbe essere la Scopa il più datato tra i giochi con carte napoletane, ma chi ci gioca dietro a un touchscreen fa fatica ad accorgersene…

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