Napoli, 14 Settembre – L’Argentina è scossa da un nuovo rinvio nel processo che deve far luce sulle circostanze della morte di Diego Armando Maradona. Il tribunale di San Isidro, a nord di Buenos Aires, ha posticipato per la seconda volta l’inizio del procedimento contro otto membri dell’equipe medica accusati di omicidio con dolo eventuale per la morte del leggendario calciatore avvenuta il 25 novembre 2020.
Inizialmente, il processo sarebbe dovuto cominciare il 4 giugno 2023, poi rimandato al 1° ottobre. Ora, l’udienza è stata fissata per l’11 marzo 2024, dopo che tre imputati – il neurochirurgo Leopoldo Luque, la psichiatra Agustina Cosachov e lo psicologo Carlos Angel Diaz – hanno richiesto un ulteriore rinvio. Inoltre, l’infermiera Gisela Madrid ha ottenuto che il suo caso venga giudicato da una giuria popolare, una decisione che ha ulteriormente rallentato i tempi del processo. Questa scelta, pur controversa, è stata approvata dalla maggioranza del collegio giudicante, anche se il giudice Makintach si è opposto fermamente, sostenendo che non vi siano giustificazioni tecniche o giuridiche per un rinvio di ben cinque mesi.
Makintach ha citato Seneca per esprimere il suo dissenso: “Niente è simile all’ingiustizia quanto il ritardo della giustizia.” Tuttavia, il processo, che promette di essere lungo e complesso, prevede la convocazione di 200 testimoni, tra cui i familiari di Maradona e il suo ultimo rappresentante legale, Matias Morla. Le udienze si terranno tre volte a settimana, dal martedì al giovedì.
Il procedimento legale si è aperto pochi mesi dopo la morte di Maradona, avvenuta nel suo appartamento nel quartiere di Tigre, nella periferia di Buenos Aires, dove l’ex capitano del Napoli e della nazionale argentina si stava riprendendo da un’operazione al cervello. Un’inchiesta condotta dai periti nominati dai pm del tribunale di San Isidro ha accusato l’equipe medica non solo di aver gestito male il delicato quadro clinico del paziente, ma anche di averne accelerato la morte.
I sanitari incriminati rischiano pene che vanno dagli 8 ai 25 anni di carcere. Tra di loro, oltre a Luque, Cosachov e Diaz, figurano il medico coordinatore degli infermieri Mariano Ariel Perroni, l’infermiere Ricardo Omar Almiron e il medico Pedro Pablo Di Spagna. Nonostante la gravità delle accuse, nessuno degli otto imputati è stato sottoposto a misure cautelari in questi quattro anni.
La vicenda continua a dividere l’opinione pubblica in Argentina, dove la figura di Maradona rimane centrale e il desiderio di giustizia è sempre più forte.
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