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Sanremo 2023, la presenza di Zelensky divide la politica: chi è a favore e chi contro

Napoli, 28 Gennaio – Non si placano le polemiche sull’intervento del presidente ucraino Volodymyr Zelensky al prossimo Festival di Sanremo. Prima diversi intellettuali, da Carlo Freccero a Franco Cardini, tutti contro la sua partecipazione, oggi tocca alla politica e in particolare all’opposizione far sentire la sua voce. 

La politica è comunque lacerata intorno a questo evento. Intanto la Rai incassa le polemiche e non si smuove di un millimetro, a viale Mazzini si fanno notare i precedenti di Gorbaciov e si snocciolano uno dopo l’altro i tanti casi in cui si è parlato di politica e delle grandi problematiche sociali dal palco dell’Ariston. Perché adesso questa alzata di scudi sulla presenza del premier ucraino?

I sostenitori del Si fanno notare che Sanremo è l’evento italiano per eccellenza, insomma il luogo adatto per accogliere personaggi dell’attualità e della politica. “Non capisco tutto questo rumore. Evidentemente c’è malanimo verso un uomo che si sta battendo con coraggio”, dichiara amareggiato Bruno Vespa.

Il fronte non è netto, ci sono politici di diversi schieramenti – dalla Lega al Movimento 5 Stelle – così come personaggi del mondo della culturtradizionalmente associati alla sinistra: un gruppo eterogeneo unito contro l’intervento a Sanremo del leader ucraino.

Nel Pd si materializzano due correnti: quelli del No a Zelensky (Cuperlo) e quelli dei SI (Orsini). Tra i contrari c’è anche il futuro segretario dei dem, Bonaccini che afferma: “La guerra non va spettacolarizzata”.

Evidenti spaccature anche in seno al Governo, tutto sommano favorevole alla partecipazione del leader ucraino. “Se avrò dieci minuti di tempo per vedere il Festival di Sanremo, vedrò le canzoni, non Zelensky – ha detto il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, ospite di “Otto e mezzo” -. Se Zelensky ha il tempo di andare agli Oscar o al Festival di Sanremo, lo sa lui. Ogni contesto merita serietà, anche Sanremo. Mi chiedo quanto sia opportuno che il festival della canzone italiana abbia un momento con la guerra e le morti in corso, non mi sembra che le cose vadano d’accordo».

Va a rimpolpare il “partito del No” anche Giuseppe Conte, che sul tema formalizza un’inedita alleanza con Salvini. “Non è necessario che Zelensky sia in un contesto leggero come quello di Sanremo”. Ma anche il leader di Azione Carlo Calenda: “Ci sono pochi dubbi sulla nostra linea di sostegno all’Ucraina. Ritengo tuttavia un errore combinare un evento musicale con il messaggio del Presidente di un paese in guerra”, ha scritto in un tweet. Intanto l’ex deputato pentastellato Alessandro Di Battista, definendo il video di Zelensky “una ridicola buffonata”, è tra i firmatari del manifesto con cui un gruppo di intellettuali ha accompagnato la decisione di manifestare, in piazza a Sanremo, proprio l’11 febbraio: “Abbiamo appreso con incredulità che interverrà Zelensky, capo di Stato di uno dei due Paesi che oggi combattono la sanguinosa guerra nel Donbass. Una guerra terribile”,

Un altro ex pentastellato, Luigi Di Maio, ex ministro degli Esteri, ha scritto un commento durissimo su Instagram: “Io credo che sia un bene che si racconti, ovunque, ciò che la Russia sta facendo al popolo ucraino. E dando spazio alle loro istituzioni, non si alimenta la retorica di guerra, bensì si denuncia un disastro umanitario nel cuore dell’Europa, con 5 milioni di profughi e quasi 1200 bambini morti o feriti. Le polemiche sulla par condicio a Sanremo sono una tradizione. Ma mai avrei immaginato che potessero investire Zelensky, Capo di Stato di una nazione invasa e con il suo popolo ancora sotto le bombe. C’è chi parla di equilibrio. Insomma far intervenire a Sanremo anche chi li sta bombardando? Vladimir Putin in persona magari”.

Ci sono stati però nel frattempo anche diversi sostenitori del ‘sì’. A favore del sì si sono espressi, tra gli altri, il sindaco di Firenze Dario Nardella:È un gesto di solidarietà al popolo ucraino”Giovanni Toti:“Il palco di Sanremo giù usato per lanciare messaggi positivi”Benedetto Della Vedova di +Europa: “è un modo per essere vicini agli ucraini che difendono la loro libertà e loro scelta europea”. e Alessandra Moretti del Pd:“è giusto che tale palcoscenico sia utilizzato anche per dare voce a chi sta lottando per il proprio popolo”.

Per il sì anche Pierferdinando Casini che ha dichiarato: “Chiediamoci chi è che polemizza: non il Pd, quantomeno in gran parte, ma Salvini e tutti quei versanti di sovranismo nazionale che stanno nella coalizione di maggioranza, ma ci stanno a malincuore”.

Emerge, dunque, un quadro inequivocabile: la politica litiga su Zelensky a Sanremo. Ma da alcuni giorni anche l’opinione pubblica si divide fra favorevoli e contrari, fra chi apprezza l’idea che il presidente di un Paese attaccato possa dare voce alle sofferenze dei suoi cittadini e chi ritiene che Sanremo debba rimanere musica e intrattenimento, lasciando fuori la politica e la guerra.

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