Attualita'

Riflessioni sulla Festa del Primo Maggio

Napoli, 28 Aprile – Concertoni, balli in piazza, cortei di massa di categorie di lavoratori e lavoratrici precarie o senza lavoro, comizi diffusi tenuti dalle varie sigle sindacali…in sintesi l’attuale Festa dei Lavoratori (1 Maggio).

Al di là dell’aspetto ricreativo (e di quello autenticamente drammatico relativo ai precari ed ai disoccupati) della sopra citata manifestazione dedicata ai lavoratori ed alle lavoratrici, possiamo, dunque, essere, realmente, sicuri che il diritto al lavoro (sancito agli articoli 1, 4; 35 e 36 Cost.) venga, oggigiorno, effettivamente attuato e che non sia, invece, rimasto solamente ʺscrittoʺ nella Carta Costituzionale della Repubblica Italiana?

A modesta opinione di chi scrive ritengo che, purtroppo, la risposta giusta sia la seconda suindicata, in quanto non può e non deve sfuggire all’attenzione dell’uomo e della donna, di media diligenza, che nonostante i gruppi parlamentari (di maggioranza e di opposizione) parlino, da tempo, senza posa dell’emergenza lavoro (la vera emergenza di questi tempi di pari livello a quella della crescente denatalità) il tasso di disoccupazione tende, anno per anno, a crescere e mai a diminuire o quantomeno a stabilizzarsi.

Volontà quindi di risolvere realmente il problema o solo demagogia in seno alla politica dei nostri tempi? Ai lettori ed alle lettrici l’ardua sentenza!

La soluzione al problema sarebbe, almeno nei provvedimenti basilari, semplice da attuare: basterebbe, cioè, varare, in sede parlamentare, concrete politiche socio-lavorative ad hoc in favore delle varie classi lavorative (differenziate per fasce di età, titolo di studio e categoria lavorativa o libero professionale di appartenenza) da attuare, con effetto immediato, con il prezioso supporto della Conferenza Stato-Regioni, in modo tale che, alla fine dei conti, si potrebbe, veramente, festeggiare l’immissione nel mondo del lavoro, così da conferire un contenuto sociale di concreto spessore alla Festa del 1 Maggio.

Esemplificando: tale suindicata ʺfestaʺ risulta, nei tempi attuali (almeno dall’anno 2000 in poi), la metodica attuazione della consolidata strategia del ʺpanem et circensesʺ, tesa a non fare riflettere i cittadini sulla portata realmente drammatica del problema disoccupazione, distraendoli facendoli divertire (come avviene, del reato, con le feste di piazza a Capodanno…con guadagno, in entrambi, i casi dei soli sponsors che patrocinano gli eventi di piazza).

Va considerato un buon risultato doversi accontentare di lavori part-time con buste-paga molto basse e di precarietà lungolatente in seno alle varie categorie dei liberi professionisti assoggettati alle ʺgrandi firmeʺ professionali?

La risposta viene fuori da sola: NO!

Il giorno del 1 Maggio disertiamo i concertoni ed ogni illusione demagogica e cogliamo, saggiamente, l’occasione per inviare serie proposte pro-effettività del lavoro ( redatte  e firmate congiuntamente  con Avvocati civilisti e lavoristi e con Costituzionalisti ben preparati e  coscienziosi) al  Parlamento. Non accontentiamoci del poco e subito!

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