Politica

Referendum Costituzionale sul taglio dei parlamentari: Italia Sì, Italia No!

Napoli, 24 Agosto – E’ arrivato il fatidico momento, quello del voto referendario, che potrà o meno mutare l’assetto del Parlamento Italiano, per volere del popolo. Il 20 e 21 settembre 2020 gli italiani saranno invitati ad esprimere il loro parere circa questo quesito: “Approvate il testo della Legge Costituzionale <Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari>, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n°240 del 12 ottobre 2019?”.

Questa rappresenta una novità assoluta, dalla promulgazione della Costituzione avvenuta nel 1947 ad oggi: mai nessuno era riuscito ad ottenere una modifica così sostanziale della Stessa, qualora vincessero i . Nel 1984, l’Onorevole Nilde Iotti, già componente della “Commissione dei 75”, incaricata dall’Assemblea Costituente a redigere la Carta Costituzionale, dichiarò convintamente, in una intervista, di essere favorevole alla riduzione del numero dei parlamentari. Queste le parole della prima donna ad aver ricoperto il ruolo di Presidente della Camera dei Deputati e ad aver esercitato tale prestigioso incarico per tre mandati: “Nel 1948, quando è entrata in vigore la Costituzione, uscivamo dal fascismo e c’era la necessità di ristabilire un rapporto del tutto democratico con la società. Ma adesso ci sono Consigli Regionali che sono stati eletti nel 1970, Consigli Provinciali, Consigli Comunali, siamo cioè di fronte a una società molto più articolata, una democrazia molto più articolata. Allora io ritengo che il numero dei parlamentari sia davvero troppo alto”.

Questa riforma, cavallo di battaglia dei pentastellati, era stata approvata all’inizio di ottobre 2019. Prima della sua entrata in vigore, alcuni senatori ritennero opportuno sospenderla per verificare anche la volontà popolare. Il 29 marzo scorso era stato previsto il voto referendario, ma, a causa del Covid-19, è stato tutto rinviato al 20 e 21 settembre. Nella stessa circostanza si voterà anche per le Amministrazioni Regionali del Veneto, Campania, Toscana, Liguria, Marche, Puglia e Valle d’Aosta e per le elezioni suppletive al Senato nei collegi uninominali 3 della Regione Sardegna e 9 della Regione Veneto. Sarà accorpato anche il voto amministrativo per diversi comuni. La riforma costituzionale, nel caso venisse approvata, comporterà la riduzione dei componenti della Camera dei Deputati da 630 a 400, mentre si avrà un taglio dei senatori da 315 a 200. Molti sono i pareri contrastanti la riforma, molti quelli a favore, ma sembrerebbe, secondo alcuni sondaggi, che il fronte del “” sia maggioritario rispetto a quello del “No”.

Ad ogni buon conto, gli italiani dovranno confermare o abrogare la riforma e, in tal caso, non occorrerà alcun quorum per rendere valida la votazione. Per le argomentazioni a favore del , sostenute dal M5S e dai grandi partiti come la Lega, PD, Forza Italia e Fratelli d’Italia, spicca indubbiamente il risparmio per le casse dello Stato di circa 100 milioni di euro lordi all’anno. Nella presentazione della riforma si evidenzia un miglioramento del processo decisionale delle Camere, quindi un Parlamento più efficiente e la eliminazione della frammentazione tra svariati gruppi parlamentari. Sono invece contrari alla riforma i Radicali, Sinistra Italiana e numerosi singoli parlamentari sparsi tra vari gruppi. Anche alcuni giuristi hanno espresso le loro perplessità circa la bontà della riforma, che, a parer loro, indebolirebbe la rappresentanza popolare nelle Istituzioni Centrali, cioè verrebbe distorto il rapporto tra rappresentati e rappresentanti. Tale riforma limiterà le forze politiche minoritarie e avvantaggerà i territori più popolosi. Per quanto riguarda l’effettivo risparmio, secondo Carlo Cottarelli, la somma sarebbe di 57 milioni l’anno e non di 100 milioni. Di seguito, alcuni pareri di esponenti politici circa la riforma. Luigi Di Maio: È solo l’inizio di un percorso, seguiranno le modifiche ai regolamenti parlamentari e una legge elettorale approvata a larga maggioranza. Non dobbiamo fossilizzarci sul taglio, non guardare ai numeri, non alla quantità ma alla qualità”.

Matteo Orfini del PD: “Sul referendum alcuni sostengono che per non lasciare una riforma populista in mano ai populisti dobbiamo diventare anche noi populisti invece che contrastare il populismo. Tesi suggestiva. Ma onestamente a me pare molto più efficace e semplice votare no“. Matteo Renzi: “Il referendum sul taglio del parlamentari è più inutile che dannoso. La cosa che serve veramente è una distinzione tra Camera e Senato. In Italia serve una vera riforma costituzionale“. Giorgia Meloni: “Non mi sfugge che un eventuale successo del No potrebbe mettere in difficoltà la maggioranza, ma non baratto una cosa in cui credo con l’utilità di un momento”.

 Matteo Salvini: “Abbiamo votato per quattro volte per il taglio dei parlamentari e non cambiamo idea adesso. Era e rimane un’iniziativa finalizzata a rendere più snello ed efficace il lavoro delle Camere“. Roberto Morassut, sottosegretario all’Ambiente: “Ovviamente abbiamo di fronte un referendum e la nostra posizione deve essere per il Sì ma, questo sì, deve essere accompagnato da una spinta politica per arrivare ad una riforma elettorale e costituzionale che completi il sistema. Altrimenti il taglio dei parlamentari rischia di essere solo una demolizione. Noi non vogliamo demolire il sistema, lo vogliamo riformare”.

 

 

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