Politica

REFERENDUM 12 giugno: ecco i 5 quesiti sulla Giustizia

Napoli, 6 Giugno – Domenica 12 Giugno, oltre alle Comunali che coinvolgeranno 974 amministrazioni, 51 e mezzo di cittadini italiani aventi diritto al voto saranno chiamati a pronunciarsi sui 5 referendum sulla Giustizia promossi da Lega e Partito Radicale.

Alcuni referendum hanno a che fare con l’ordinamento giudiziario, due riguardano invece questioni in materia di processo penale e di contrasto della corruzione. I due partiti promotori ne avevano presentato un sesto, sulla responsabilità civile dei magistrati, ma la Consulta lo ha ritenuto inammissibile, alla pari di altri due, una sulla cannabis e l’altro sul cosiddetto “omicidio del consenziente”.

Gli elettori saranno chiamati ad esprimersi su referendum abrogativi, che richiedono cioè l’abrogazione totale o parziale di leggi approvate dal Parlamento. Affinché ciascuna consultazione sia valida, deve essere raggiunto il quorum: dovrà, dunque, partecipare alla votazione la maggioranza degli aventi diritto e dovrà essere raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi, così come stabilisce l’articolo 75 della Costituzione.

Trattandosi, infine, di referendum abrogativi, affinché la legge oggetto del quesito sia abrogata, ovviamente la maggioranza dei voti espressi deve essere un sì.

Ma il nodo cruciale sembra proprio questo: a oggi la partecipazione alla consultazione elettorale si preannuncia modesta. I referendum in programma domenica 12 giugno, continuano ad essere semisconosciuti e a spostare l’ago della bilancia verso un annunciato flop, un deciso fallimento del quorum, contribuisce, a detta degli esperti in sondaggi, la questione di quesiti di difficile comprensione, conditi da un esagerato “politichese”. Un esempio su tutti è rappresentato dal referendum sulle funzioni separate fra pm e giudici: la scheda gialla presenta 4 righe solo per il titolo e 25 di quesito. In aggiunta, a complicare ulteriormente la faccenda, le schede sono stampate con un corpo tipografico di dimensioni così ridotte, da rendere complicata la lettura del testo anche a chi è dotato di una vista particolarmente acuta.

La tornata referendaria si svolgerà nella sola giornata di domenica. I seggi saranno aperti dalle ore 7 alle ore 23 e lo scrutinio delle schede inizierà lunedì 13, dalle 14 in poi, dando precedenza allo spoglio dei risultati del referendum anche dove si svolgano contestualmente le elezioni amministrative.

I 5 QUESITI SULLA GIUSTIZIA

Per il referendum numero 1, la scheda è di colore rosso: INCANDIDABILITA’ DEI CONDANNATI. Il quesito referendario chiede di abrogare la legge che prevede la decadenza da cariche pubbliche di persone che hanno commesso reati. Il decreto sospende amministratori locali e regionali per sentenze non definitive talvolta smentite nei gradi successivi. Se vincesse il SI sarebbe eliminata anche la decadenza e l’incandidabilità per le sentenze definitive.

Per il secondo referendum, la scheda è arancione: LIMITI AGLI ARRESTI CAUTELATI. In caso di vittoria del SI al referendum verrebbe limitato l’uso della custodia cautelare, ovvero degli arresti prima di una sentenza. L’articolo 274 del Codice di procedura penale elenca i casi che giustificano l’applicazione delle misure cautelari: pericolo di fuga, inquinamento delle prove, o quando sussiste il concreto pericolo che la persona ripeta lo stesso delitto. Il SI cancellerebbe il caso di reiterazione del reato.

Per il terzo referendum la scheda è di colore gialla: MAGISTRATI E SEPARAZIONI DELLE FUNZIONI. Il quesito riguarda l’abrogazione delle numerose disposizioni che fondano o danno la possibilità ai magistrati di passare dalla funzione requirente alla funzione giudicante, o viceversa. Se vincesse il SI si separerebbero nettamente le due funzioni: a inizio carriera il magistrato dovrebbe optare o per la funzione giudicante o per quella requirente, senza più passare da l’una all’altra.

Scheda grigia per il quarto referendum: SISTEMI DI VALUTAZIONE DEI SINGOLI MAGISTRATI. Il quesito chiede che la componente laica del Consiglio direttivo della Corte di Cassazione e dei Consigli giudiziari non sia esclusa dalle discussioni e dalle valutazioni sulla professionalità dei magistrati. Oggi i magistrati vengono valutati dal Csm ogni quattro anni sulla base di pareri motivati, ma non vincolanti. Solo i magistrati, dunque, hanno oggi il compito di giudicare gli altri magistrati.

Nell’ultimo referendum, la scheda è verde: ELEZIONE DEI COMPONENTI TOGATI DEL CSM. Questo ultimo referendum riguarda l’elezione dei cosiddetti membri togati del Csm, cioè quelli che sono a loro volta magistrati, e mira a ridimensionare o cancellare le correnti in seno alla magistratura. Se oggi un magistrato si vuole proporre come membro del Csm deve raccogliere almeno 25 firme di altri magistrati. Se vincesse il SI decadrebbe l’obbligo della raccolta firme.

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