Politica

Reddito di Cittadinanza, Maurizio Lupi mette un taglio all’iniquo sistema

Napoli, 23 Dicembre – Il reddito di cittadinanza è una misura iniqua solo in Italia. Maurizio Lupi ha chiarito l’emendamento a suo nome, restituendo al lavoro e ai cittadini la dignità che gli spetta. Uno Stato deve agevolare i lavoratori, non soffocarli con le tasse abituando, altresì, una parte di cittadini all’assistenzialismo. “Ieri è stato approvato un emendamento a mio nome che ha soppresso la parola ‘congrua’ dal testo di legge sul Reddito di Cittadinanza che permetteva ai beneficiari di rifiutare offerte lavorative senza però perdere la misura assistenziale. Ovviamente oggi, l’autonominatosi avvocato del popolo Giuseppe Conte, mi attacca facendo la solita demagogia di bassa lega per lucrare nuovo consenso.
Non mi interessa seguirlo su questo terreno, la questione è ben più profonda ed è una questione culturale. Se non la affrontiamo nei suoi termini fondamentali condanniamo il nostro Paese a un immobilismo senza sviluppo e soprattutto consegniamo tanti giovani a un futuro senza dignità e protagonismo. Conte parla a vanvera di dignità, separando la dignità che ogni uomo e ogni donna hanno per natura dall’attività che rende dignitosa la coscienza della propria utilità per gli altri e per la società: il lavoro.
Conte minaccia agitazioni e aizza irresponsabilmente le piazze perché, grazie a un nostro emendamento è sparito l’aggettivo ”congrua” come qualificante l’offerta di lavoro che i percettori di reddito di cittadinanza non possono rifiutare, pena il decadimento dell’assegno mensile. Paventa casi di obbligo di trasferimento dalla Campania al Trentino in cambio di stipendi da fame. Non sa o finge di non sapere che esistono contratti nazionali che fissano i minimi per gli stipendi di persone che vengono assunte con regolare contratto. Non capisce o finge di non capire che per un giovane è meglio guadagnare 800 euro lavorando che intascarne 650 non facendo nulla. Dice di difenderlo in realtà lo sta asservendo all’assistenzialismo che lo porterà a una progressiva disistima di sé (escludendo i casi di truffa e di assistenzialismo ricercato con annessi lavori in nero che pure non mancano e che le cronache hanno ampiamente documentato).
Prende i casi estremi di chi perdendo il reddito non ce la farebbe (ci sono e bisogna continuare ad aiutarli, l’Italia lo fa da settant’anni) e li trasforma nella situazione generale dei tre milioni di beneficiari del reddito di cittadinanza. Attualmente in Italia ci sono otto milioni di pensionati assistiti totalmente o parzialmente dalla fiscalità generale, tre milioni di beneficiari di ammortizzatori sociali. Un vecchio e serio sindacalista, moltiplicando queste cifre per il numero medio delle persone a carico è arrivato alla conclusione che in Italia ci sono circa venti milioni di cittadini che in un modo o nell’altro vengono assistiti dallo Stato. Che idea abbiamo del nostro futuro, che immagine di paese, di società diamo ai nostri figli se non diciamo loro che la strada per il perseguimento dei loro desideri è quella della responsabilità, dell’istruzione e del lavoro? È troppo chiedere a un ragazzo di assolvere l’obbligo scolastico? Che non può né studiare né lavorare tanto ci pensa lo Stato? Il 49 % delle imprese cerca diplomati abilitati a certe figure professionali e non li trova.
I 9 miliardi che lo Stato spende in reddito di cittadinanza, fatti salvi i casi di chi per età e situazione personale non sia abile al lavoro, non sarebbe meglio a darli a un’azienda che assume, fa lavorare e forma chi altrimenti continuerebbe a percepire un reddito in cambio di nulla? Conte vuole un Paese di persone adulte e libere o una massa di assistiti che lo votano?” Maurizio Lupi, Noi con l’Italia.
La maggioranza degli italiani vuole altro… “Gli italiani hanno chiesto di abolire il reddito di cittadinanza” Alessandro Morelli, Lega. “Un assegno per chi non ce la fa è sacrosanto, ma il sistema del Reddito di Cittadinanza è profondamente sbagliato.” Matteo Renzi, Italia Viva Ha ragione Renzi, il sistema è sbagliato e i responsabili sono Di Maio e Conte. Sono stati scovati altri percettori fasulli, cioè gente che non aveva diritto al reddito ma che lo ha percepito. Altri milioni buttati. Ben venga l’emendamento di Maurizio Lupi.
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