Politica

Quirinale, Elisabetta: un nome ma due distinte donne candidabili al Colle. Perché alla corsa della Belloni si ed a quella della Casellati no?

Napoli, 24 Gennaio – Per infittire la rosa dei nomi e fingere di non giocare una partita a due, ma soprattutto dopo il dietro front (abbondantemente preventivato) di Berlusconi, si mettono in campo i nuovi nomi, femminili entrambi, in realtà un nome solo, che non sono da sottovalutare vista la posizione di rilievo di entrambe le figure pur sotto profili molto diversi tra loro.

La più quotata, sia per il Colle ma anche per tenere caldo il seggio di Palazzo Chigi è sicuramente Elisabetta Belloni, la donna dei primati.

Prima donna a capo del DIS  (Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza : è la Super Agenzia di intelligence che supervisiona tutte le altre voluta da MARIO DRAGHI) la struttura che controlla tutto il controllabile e l’incontrollabile dal 12 maggio 2021  al posto del direttore il Prefetto Gennaro  Vecchione; prima donna a ricoprire il ruolo di  segretario generale della Farnesina dall’aprile 2016 fino a maggio 2021; prima donna a capo dell’Unità di Crisi della Farnesina dal 2004 al 2008. E sarebbe cappotto se fosse la prima donna a ricoprire l’incarico di Presidente della Repubblica. Inoltre il suo personaggio veste benissimo tutti i panni del Presidente: la preparazione della Belloni, laureata in scienze politiche alla Luiss, le conferisce le skills giuste per il ruolo; il lavoro all’Unità di Crisi e la carriera diplomatica  su “piazze” complicate quali Vienna e Bratislava le hanno conferito esperienza pluriennale e corposa nel comprendere a fondo e dirimere efficacemente conflitti di qualunque genere, oltre a stima, fama  e benevolenza internazionali. Ed i posti ricoperti, senza che sia venuta mai fuori macchia o imbarazzo, ne certificano lo spessore etico e morale.

Negli anni appena trascorsi, il suo nome, non nuovo al sistema delle “toto-elezioni” era venuto già fuori come rispettabilissima candidata a Ministro degli Esteri; la storia ha insegnato quanto sarebbe stato un bene avere lei al posto dell’improbabile Luigi Di Maio del quale però, rimane una fedelissima; la sua nomina infatti, nonostante non fosse di gradimento dell’ex premier , avvenne per volontà di Mario Draghi col sostegno di Di Maio e Crimi  ed incassò l’approvazione di Matteo Salvini e del presidente leghista del Copasir, Raffaele Volpi. Insomma un nome in grado di attirare preferenze trasversali davvero larghe e che permetterebbe al centro-destra, o almeno ad una parte di esso, di uscirne vincitore (- basta vincere, non importa come –  sembra essere il motto di tutti i frequentatori della “italian political life”), soddisfatto e soprattutto fuggendo il rischio di essere tacciato di aver attuato diritto di prelazione sulle nomine, e Letta ancora lo ripete.

La Belloni è in pole position anche per i piccoli elettori che, interrogati questa mattina da un noto programma di Radio 2 che va in onda all’alba, hanno nonostante l’ora risposto con zelo ed indicato in molti proprio la Belloni come la persona da cui si sentirebbero rappresentati davvero.

E la Casellati? Dai microfoni dello stesso programma è andato in onda un acerbo «Ma è di centrodestra anche se, da quando è a capo del Senato sembra si sia depurata»; senza commento questa uscita che disegna una donna capace ma ahimè con un “handicap” insormontabile, secondo gli speakers,  che è la sua area politica di appartenenza.

Eppure Maria Elisabetta Alberti Casellati ha un curriculum impeccabile anch’essa e con comprovata esperienza nella gestione delle “cose di Palazzo”. La Casellati ha ,come la sua omonima, il primato di essere la prima donna a ricoprire il ruolo di presidente del Senato (oramai dal 2018) senza aver sollevato durante questo periodo polemiche da parte di nessuno; la Casellati gode di stima e rispetto nel mondo politico italiano ed internazionale al pari della Belloni; anche lei una fedelissima, ma di Berlusconi, milita infatti in Forza Italia sin dalla sua fondazione e la coerenza è sicuramente una sua dote.

In più legislature ha ricoperto ruoli di segretariato in differenti ministeri, dalla Salute alla Giustizia e sempre nel rispetto delle procedure e delle istituzioni, pertanto si può considerare un profilo di altissimo livello istituzionale.  Poco prima che Berlusconi facesse il “passo indietro”, dalle righe del nostro giornale, pochi giorni fa, fu detto che se ciò fosse avvenuto dalla sua bocca sarebbe uscito il nome di colui/colei che avrebbe dovuto raccogliere il testimone garantendo consensi e voti plurali e differenti «Ed avrebbe vinto!» sostiene Vittorio Sgarbi.  Non facendolo ha messo il centrodestra in difficoltà ed in stallo ma il nome della prescelta è, seppur non pronunciato quello della Casellati appunto ; ed è anche il nome di Matteo Salvini che vede in lei l’alternativa valida al costretto voto pro-Draghi.   E se Berlusconi è stato  considerato da molti l’anti-Draghi, la Casellati ne è erede morale.

La strategia ha comunque le ore contate prima di essere esposta chiaramente dai fatti – e dai voti – e non è da escludersi che, come nella migliore tradizione politica italiana, i nomi siano stati fatti per essere come cerini bruciati.

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