Appello al Sindaco di Pozzuoli per l’accessibilità di Villa Avellino
Pozzuoli, 12 Febbraio – Egregio Sindaco, Le scrivo dal luogo in cui, da piccolo, scorrazzavo in libertà e mi divertivo in compagnia di amici e familiari. Tuttora, alla soglia dei trentadue anni, provo un’incomparabile letizia in quei pochi giorni in cui non sono oberato di lavoro, poiché sono consapevole di potermici recare liberamente ed ivi immergermi nella natura: mi riferisco alla Villa Avellino, parco pubblico di rilevanza storica che sorge nella parte alta della nostra magnifica ed amata Città, che Lei, accertata la situazione di progressivo degrado in cui esso – complice, si badi, l’indifferenza in capo alla precedente Amministrazione – inspiegabilmente versava, ha avuto il merito di riqualificare.
Cionondimeno, mi rattrista doverLe rimproverare un clamoroso cilecca, dovuto forse ad una semplice svista da parte di coloro cui è stata affidata l’esecuzione dei lavori: orbene, questa mattina, non avendo scadenze imminenti, ho deciso di fare una passeggiata in Villa, avendo peraltro appreso che l’accesso dal Rione Carmine (segnatamente, dalla Villetta Vincenzo Longo) era stato riaperto…in tempi quasi record, ma, purtroppo, ho constatato che, malgrado la rampa ristrutturata fosse esteticamente bella, la tanto auspicata rimozione delle barriere architettoniche ivi presenti resta ancora un sogno per i nostri Concittadini, diciam così, “meno fortunati”.
Orbene, desidero rammentarLe in questa sede che la Costituzione, agli artt. 2 e 3, sancisce, rispettivamente, il principio di solidarietà e quello d’eguaglianza, precisando che la Repubblica è tenuta a rimuovere qualunque cosa osti, di fatto, al pieno sviluppo della personalità dell’individuo ed alla partecipazione di quest’ultimo all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese; ma, a quanto pare, non risulta che le statuizioni costituzionali siano state recepite in toto a via Tito 
Livio (ove ha sede il Comune, ndr), sebbene vi siano stati, nelle more, numerosi interventi legislativi in tema di accessibilità il cui contenuto dò qui per scontato che Lei conosca.
Essendo un giurista – non un ingegnere -, mi mancano tanto le conoscenze quanto il titolo per suggerire all’Amministrazione la soluzione tecnica al problema occorso, ma, poiché mi sta molto a cuore l’attiva partecipazione dei diversamente abili alla vita sociale (di cui fa parte, com’è ovvio, anche una passeggiata al parco pubblico), mi preme qui ed ora invitare caldamente la Squadra da Lei magistralmente guidata (composta, peraltro, da professionisti qualificati che godono della mia profonda stima) a non dimenticarsi di chi, non certo per sua colpa, è impossibilitato a camminare come noi, evitandogli la totale segregazione tra le mura domestiche.
Mi pongo sin d’ora a Sua disposizione qualora ritenga opportuno un confronto sull’argomento, a prescindere dal canale attraverso cui esso potrebbe avvenire. Certo che si prodigherà al massimo per investire rendere accessibile la stupenda Villa Avellino, colgo l’occasione per salutarLa distintamente.
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