Politica

Pnrr, Tirelli (Lgr): “Il mondo è cambiato, è necessario rivedere scadenze Pnrr”

Il presidente del partito: centrodestra abbracci ambientalismo non ideologico

Roma, 5 Giugno – «Il mondo è cambiato. L’Europa stessa, in pochi anni, ha vissuto grandi mutamenti. È necessario, quindi, rivedere il Pnrr che deve essere aggiornato e spalmato su un arco temporale più lungo. La scadenza del 2026 non è più realistica, bisogna arrivare almeno al 2028. L’Ue e gli Stati coinvolti rivedano milestone e obiettivi». Lo afferma Alexandro Maria Tirelli, presidente di «Libertà, giustizia, Repubblica».

«L’Italia – sottolinea – è impegnata su molteplici fronti con un Governo in carica da poco più di un semestre, per di più in un contesto particolarmente complesso. La guerra in Ucraina, da un lato, e la congiuntura internazionale, dall’altro, stanno modificando gli assetti geopolitici ed economici internazionali provocando ritardi e disallineamenti nel Pnrr. Tanto da rendere necessario un aggiornamento del Piano. Uno scenario a cui ha aperto anche lo stesso, Paolo Gentiloni. Sarà possibile farlo su una parte minoritaria dei progetti ancora non avviati, circa il 40 per cento, ma è già qualcosa. Condivido in parte l’analisi del ministro Raffaele Fitto che ha proposto di spostare i progetti “non realizzabili” nei tempi imposti sulla programmazione 2021-2027 della Coesione. Ma credo che un anno in più non sia sufficiente. Dobbiamo spostare tutto al 2028 con rendicontazione entro il dicembre 2030».

«Una battaglia politica che sarà complicata e lunga per il centrodestra, con la sinistra anti italiana che, anche questa volta, proverà a mettere i bastoni tra le ruote. D’altronde, con un Piano che prevede 110 miliardi di opere, l’esplosione dei prezzi delle materie prime incide molto, non può essere fatto altrimenti. Ricordiamoci che entro il 30 giugno, cioè “domani”, bisogna completare 27 obiettivi. Ce la faremo? Meglio essere pragmatici che pessimisti».

«Il Recovery attuale è figlio di un’epoca storica vicinissima cronologicamente, ma politicamente lontana. Oggi, invece, siamo dipendenti dallo scenario bellico ed è necessario rivedere alcuni obiettivi, inutili o poco appetibili, e trattare sui tempi di consegna delle altre opere. Dobbiamo poter utilizzare al meglio i 235 miliardi di euro che, ricordiamolo, non sono certo un regalo di Bruxelles».

«Il centrodestra, in cui Lgr idealmente si colloca, deve iniziare a impegnarsi a comprendere più a fondo la questione dell’ambientalismo, che non è certo l’ecovandalismo di Generazione Z o altre buffonate; ma il modo in cui riformare e se necessario ricostruire strutture e infrastrutture energetiche in vista di un’evidente futura penuria di fonti fossili. Le rinnovabili, seppur in maniera marginale, rappresentano una fonte di produzione di energia di cui tener conto e da valorizzare. L’ambientalismo non è un tema da lasciare alla sinistra. Come Lgr, proviamo a caratterizzarci come portatori di un ambientalismo caratterizzato non dall’ideologia o dal fanatismo ma dal pragmatismo», conclude il presidente di Lgr.

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