Palma Campania, 4 Aprile – Nico Piro classe 1971, giornalista fin da giovanissimo, scrittore e blogger salernitano. Inviato speciale del Tg3. In prima linea nelle zone di guerra per “dare voce a chi voce non ha voce, non sempre ci riesco ma continuo a provarci ”, asserisce Piro, che realizza reportage e racconta i conflitti nel mondo, in modo particolare quelli dell’Afghanistan. Piro ha ricevuto tantissimi prestigiosi premi e riconoscimenti per il suo lavoro di giornalista e impegno civile. Per il lavoro difficile svolto per moltissimi anni nelle zone di crisi, per i servizi di telegiornali e i documentari su Kabul, tema afghano a lui tanto a cuore. Nico Piro è stato anche ideatore e direttore di Mojo d’Italia, il primo festival del Mobile Journalism in Italia.
Anche Palma Campania, paese d’origine paterna l’ha insignito del prestigioso Premio Vincenzo Russo, riconoscendo in Piro un uomo di grande spessore professionale e umano.
Il giornalista ha ritirato il Premio V. Russo, a ricordo del personaggio illustre di Palma Campania, martire della Rivoluzione Napoletana del 1799, lo scorso settembre 2021, durante l’evento culturale che prende il nome dell’omonimo Premio, istituito nel 2013. Un riconoscimento che viene assegnato alle eccellenze nel campo socio-culturale di fama nazionale e a cittadini palmesi affermati che portano lustro al loro paese in vari settori professionali.
Autore di vari lavori sull’Afghanistan, si pone di nuovo all’attenzione dei lettori con l’ultima pubblicazione “Kabul, Crocevia del mondo”, edito da People, fondata da Pippo Civati, disponibile in tutte le librerie. È il terzo libro che tratta dell’Afghanistan, dove s’intrecciano cronaca, storia, memoria del Paese a cui è legato da un grande amore, dove ha vissuto le più importanti esperienze professionali, umanamente formative. Le molteplici missioni e spostamenti da zone a zone gli hanno permesso di raccogliere e commentare materiale e notizie. E “Kabul, Crocevia del mondo” è un libro che mette in luce l’essenziale per la conoscenza immediata delle traversie dell’Afghanistan.
Senza dubbio vi traspare la “cura” del giornalista e uomo, a far luce e documentare i soprusi, le guerre, le ingiustizie di questa terra martoriata per lunghi anni. La sua testimonianza traccia con dovizia i fatti, esaminando il paese afghano al ritorno dei talebani, dopo venti anni di conflitto, per giungere a tracciare la caduta di Kabul.
Nino Piro, che vive in prima persona i giorni di Kabul, accompagna il lettore in una ricostruzione dei fatti per decifrare una delle maggiori sconfitte nella storia dell’Occidente. In definitiva tutto il libro, nelle 323 pagine, mette in luce le sofferenze del popolo afghano, aiutandoci “a comprendere un Paese che è così lontano da noi, ma che si è ritrovato più volte ad essere il crocevia dei destini del mondo”. Dopo l’uscita del libro Afghanistan missione incompiuta (2001-2015) e Corrispondenze afghane, l’autore del prestigioso nuovo libro chiarisce motivazioni, dinamiche e conseguenze della vittoria dei talebani, la presa di Kabul, lo sfacelo occidentale, mostrando come il destino di quella terra riguardi il futuro geopolitico dell’intero pianeta.
Un raccontare fluido, chiaro; accattivanti sono gli scritti della mappa e la storia dell’Afghanistan. Nel prologo Il cimitero degli Imperi, che l’autore descrive con panorami straordinariamente belli, paesaggi diversi quanto le etnie, con una popolazione che è ospitale e amichevole. “Le porte delle proprie case vengono aperte a chiunque venga in pace, l’ospite è sacro e a lui si riserva- ancora oggi- la parte migliore del cibo, dando fondo a dispense spesso poverissime”, ma la guerra è sempre dietro l’angolo purtroppo.
Pagine e pagine su un Afghanistan alla ricerca di pace; è il racconto di un conflitto senza fine: il paese dove Nico Piro ha vissuto 16 anni di esperienze durissime che non augura a nessuno. Resoconto di sangue, di morte ovunque, di cadaveri dopo gli attentati, di arrivi dei corpi al pronto soccorso, nelle corsie dell’ospedale di Emergency a Kabul. Il giornalista narra il vero volto della guerra, che è quello della morte e della sofferenza. Pagine che ci portano ad apprezzare ciò che abbiamo noi, e quanto sia importante la pace. “Kabul, Crocevia del mondo” è non solo cronaca, storia, memoria, ma poesia nel raccontare fatti e vissuti.
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“Sono un’insegnante e amo profondamente il mio lavoro. Due cose segnano la mia vita: Famiglia e Scuola. Credo nella bontà, nell’umiltà, nell’amore per il prossimo. Questi gli stimoli del mio impegno quotidiano affinché la vita sia veramente degna di essere vissuta. Amo leggere, viaggiare e preferisco scrivere”.