Napoli, 31 Agosto – Nella notte tra il 29 e il 30 luglio, è stato fermato Moussa Sangare, un 31enne di Suisio, nel Bergamasco, per l’omicidio di Sharon Verzeni, una giovane donna uccisa brutalmente in via Castegnate a Terno d’Isola. Nato a Milano da una famiglia di origine africana, Sangare, di nazionalità italiana, era disoccupato e incensurato. L’omicidio sembra essere avvenuto senza un apparente motivo, come ha confessato lo stesso Sangare: “Ho avuto un raptus improvviso. Non so spiegare perché sia successo, l’ho vista e l’ho uccisa”.
L’uomo, rintracciato dai carabinieri nel Bergamasco, non conosceva la vittima e, pochi minuti prima dell’aggressione mortale, aveva già minacciato con lo stesso coltello due adolescenti, poi fuggiti. Nella sua abitazione sono state trovate altre prove dell’omicidio, e lui stesso ha indicato il luogo dove aveva nascosto l’arma del delitto, sepolta sull’argine del fiume Adda a Medolago.
Gabriele, un giovane di 22 anni di Suisio, che conosceva Sangare, ha descritto l’uomo come un ragazzo integrato e sorridente, che aveva aspirazioni nel mondo della musica, avendo collaborato con noti rapper italiani come Izi ed Ernia. “Aveva davanti una carriera, so che voleva anche partecipare a X Factor”, ha raccontato un conoscente, riferendosi alle collaborazioni musicali di Sangare, noto con il nome d’arte “Moses Sangare”.
Sul luogo del delitto, accanto ai fiori e ai ceri, è apparso un cartello con la scritta “giustizia è fatta”, un commento al fermo di Sangare. Un’altra lettera lasciata vicino alla scena del crimine esprime preoccupazione per la sicurezza del paese e spera che la morte di Sharon non sia stata vana.
La procuratrice facente funzione di Bergamo, Maria Cristina Rota, ha dichiarato che non c’è stato alcun movente apparente e che la Procura dovrà valutare eventuali profili psichiatrici, anche se Sangare avrebbe dimostrato lucidità. I famigliari di Sharon, tramite il loro legale Luigi Scudieri, respingono l’idea del raptus improvviso, sottolineando che l’uomo era uscito di casa con quattro coltelli e aveva minacciato altre persone prima di uccidere Sharon.
Le indagini hanno rivelato che Sangare viveva in una casa occupata, avendo lasciato l’abitazione della madre e della sorella dopo essere stato denunciato per maltrattamenti. Il 31enne era un abituale frequentatore della piazza di Terno d’Isola, ma la notte dell’omicidio aveva evitato di passare per il luogo. La sua identità è stata confermata grazie a immagini di telecamere di sorveglianza, che lo hanno ripreso mentre pedalava in via Castegnate, poco prima di colpire Sharon.
Durante la perquisizione nella casa occupata da Sangare, gli inquirenti hanno trovato un cartone usato come tiro al bersaglio e un ceppo di coltelli, due dei quali ancora presenti. Gli altri quattro, utilizzati la notte dell’omicidio, sono stati ritrovati nell’Adda. Tra questi, uno, compatibile con le ferite di Sharon, era stato sotterrato vicino al fiume.
L’omicidio di Sharon Verzeni ha sconvolto la comunità locale, lasciando un vuoto incolmabile tra i suoi cari e sollevando interrogativi sul motivo di un gesto così brutale e insensato.