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Napoli, Universiadi. ISDE NAPOLI e sub-sezione ‘NOLA-ACERRA’:”Rischio Polveri Sottili al porto”

L’Isde: “Bisognava elettrificare le banchine per alimentare l’energia elettrica delle due navi da crociera che ospiteranno gli atleti. C’è rischio di maggior inquinamento”.

 

Napoli, 23 Maggio – I Medici per l’Ambiente di Napoli e Provincia lanciano al sindaco metropolitano De Magistris e al governatore de Luca l’ennesimo appello: attenzione all’inquinamento atmosferico al porto in occasione delle Universiadi. Da oggi e fino al 20 Agosto l’Arpac monitorerà la qualità dell’aria presso la Stazione Marittima di Napoli dove (dal 28 giugno al 14 luglio) saranno ormeggiate le due navi da crociera che ospiteranno parte degli atleti che parteciperanno all’Universiade. Grazie alla convenzione stipulata stamane con la struttura commissariale Napoli 2019, ogni ora un laboratorio mobile analizzerà una serie di parametri che saranno trasmessi alla centrale informativa dell’Arpac: PM10, PM2.5, NO, NO2, NOx, Benzene, CO, Ozono, SO2.

I dati acquisiti e i bollettini saranno pubblicati ogni giorno sui siti internet dell’Arpac e di Napoli 2019. Il monitoraggio prima, durante e dopo la manifestazione, permetterà un confronto sull’impatto ambientale che le due navi avranno sulla qualità dell’aria del capoluogo partenopeo. “A questo punto – precisa il consulente dell’Isde, Carlo Schiattarella – una nave da crociera brucia tonnellate al giorno di carburante con l’emissione di particelle cancerogene paragonabile a circa centomilai automobili. Quindi il confronto con piazza Garibaldi (ad oggi 14 superamenti soglia PM 10 comprensivo di sabbie sahariane e 19 giorni oltre la soglia media annua per il PM 2,5) è di fatto improponibile”. “I napoletani – continua Schiattarella – faranno da cavie (inutili). Siamo sempre all’anno zero. Abbiamo bisogno di due navi da crociera in moto perenne dal 28 giugno al 14 luglio per avere un confronto sull’impatto ambientale (tradotto: sulla salute della gente) sulla qualità dell’aria di Napoli? Come se al porto non avessimo mai avuto centraline di monitoraggio, come se gli studi, in altre città portuali italiane, non avessero già denunciato il pesante impatto sulla qualità dell’aria da parte delle grosse navi da crociera!”.

In questo contesto – spiega il perito – si parla di alloggi in navi da crociere di alto livello e non una parola sull’entità delle emissioni delle navi e quali dispositivi sono in essere per il raggiungimento di una riduzione effettiva degli inquinanti emessi in atmosfera. Parliamo, quindi, di filtri anti particolato/fuliggine, scrubber (impianto di lavaggio), nessun olio combustibile pesante in area portuale, e di tutte le più avanzate tecnologie per abbattere quanto possibile l’emissione degli inquinanti. “Non ci interessa conoscere, dopo aver respirato, quanto SO2, PM 10, o altro abbiamo in corpo, vogliamo che l’autorità portuale e la Capitaneria di porto ci tutelino e ci informino su tutto quanto può essere emesso in un’area portuale epicentro di molteplici attività legate al traffico marittimo”.

A cominciare quindi dal contenuto di zolfo del combustibile usato dalle navi, tutte (deve essere inferiore allo 0,1 %), per passare ai metalli pesanti, IPA, benzopirene, benzene, diossine, e finire con un’analisi dell’area di ricaduta degli inquinanti. “Quale occasione migliore, queste Universiadi, per dare un segnale al mondo intero che a Napoli l’attenzione all’ambiente è in pieno fermento? – si chiede Schiattarella – E che non passeranno sotto silenzio navi ferme al porto utilizzanti 24 ore su 24 combustibili sporchi e solforosi, che altro non potranno fare che emettere fumi tossici durante la combustione?”. Così come i bus per il trasporto atleti stazionino a motori spenti e che siano a metano oppure elettrici, così come le auto di servizio siano elettriche o al massimo ibride. Tutto quanto sopra per la tutela della salute di tutti.

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