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Napoli-Piacenza, Visita di affetti e di storia farnesiana

Napoli, 16 Marzo – Sono trascorsi giusto due anni dal mio “Napoli-Piacenza Un viaggio nella storia d’Italia e del mondo” per vedere il mio coraggioso nipote Alberto Livorno partito da Brusciano, Napoli, nella intrapresa del suo percorso lavorativo come supplente ATA della scuola pubblica a Piacenza in Emilia Romagna, https://www.nellanotizia.net/scheda_it_112464_-Napoli-Piacenza,-un-viaggio-nella-storia-d%E2%80%99Italia-e-del-mondo–(Scritto-da-Antonio-Castaldo)_1.html. Superato il rischio rinvio al 2025, grazie alla mobilitazione sindacale, alla raccolta firme ed infine all’approvazione del riformulato emendamento al Decreto Milleproroghe con la conferma dell’aggiornamento della graduatorie ATA di terza fascia nel 2024, si sono rasserenati così gli animi dei lavoratori del mondo ATA segnati da anni di sacrificio per raggiungere quanto prima la loro stabilizzata meta.

In questo mio secondo viaggio, accompagnato da mia nipote Mariarosaria, sorella di Alberto, ancora una volta mi sono tornate in mente le escursioni lavorative della mia gioventù a Reggio Emilia e Bologna, agli inizi degli anni ’80 dei trascorsi secolo e millennio, ed è stato bello ritrovarsi a Piacenza in momenti ricreativi con alcuni degli ammirevoli giovani di oggi, di comune provenienza territoriale nella ex Campania Felix, e lo stesso itinerario di vita e lavoro, sogni e sacrifici, buona volontà ed ottimismo. Alberto da Brusciano, Elisabetta da Cimitile, Giuseppe da Napoli colti nella loro crescita esperienziale ed esistenziale, di uomini e donne che onestamente con le proprie forze e capacità vivono il loro presente ponendo solide basi su cui costruire un prospero futuro.

L’escursione urbana piacentina incrociando i microracconti paretali di Gero Guagliardo, secondo cui “Abbiamo una grande fortuna tra i passi. Tra quelli fatti quelli che stiamo per fare”, ha avuto come baricentro una passeggiata in Piazza dei Cavalli, adiacente al sagrato della Chiesa di San Francesco dove il 10 maggio 1848 vennero contati 37.089 voti favorevoli dei 37.585 votanti per l’annessione di Piacenza al Piemonte, con la dichiarata ad alta voce dal quel pulpito da parte di Pietro Gioia: “Indipendenza dell’Italia”. Il 14 maggio 1848 il Re Carlo Alberto nel ricevere ufficialmente tale strabordante dava a Piacenza l’appellativo di “Primogenita”. Qui dominano la piazza le seicentesche due statue equestri in bronzo dello scultore toscano Francesco Mochi da Montevarchi, a sinistra quella del nipote di Papa Paolo III (1534-1549) Alessandro Farnese, III Duca di Parma e Piacenza, IV Duca di Castro, padre di Ranuccio I Farnese (Parma 28 marzo 1569-Parma 5 marzo 1622) padre del rappresentato a desta della piazza, Ranuccio I Farnese, IV Duca di Parma e Piacenza e V Duca di Castro, come nelle immagini, queste e successive, riprese dal sociologo e giornalista Antonio Castaldo, postate per IESUS Istituto Europeo di Scienze Umane e Sociali, da Giuseppe Pio Di Falco, all’indirizzo web  https://www.youtube.com/watch?v=eOfUcmuR7Sc.

Dopo il cammino en plein air nei giorni di fine febbraio ed inizio marzo 2024, con richiami contro la guerra fatti dalla “Tenda della Pace” sotto il Palazzo di Città o da qualche ciclista pacifista, ci sono state le visite museali al Palazzo Farnese, progettato dal Vignola nel 1561 e da dove nel 1734 partì Carlo di Borbone per trasferirsi a Napoli da Re, fino al 1759, divenuto poi Re Carlo II di Spagna (Madrid 20 gennaio 1716-14 dicembre 1788). A sua madre, Elisabetta Farnese è dedicata presso la Cappella Ducale di questo immenso edificio la mostra, aperta fino al 7 aprile 2024, “I Fasti di Elisabetta Farnese. Ritratto di una Regina”, curata dal Dott. Antonio Iommelli (Napoli 1985), Direttore dei Musei Civici di Palazzo Farnese e del Museo di Storia Naturale di Piacenza, organizzata con il supporto del Comune di Piacenza e in collaborazione con la casa editrice Electa.

Presso questi Musei Civici è esposta la pala di Giovanni Battista Trotti, detto il Malosso (Cremona 1555-Parma 11 giugno 1619), olio su tela del 1603, “Beata Vergine e Cristo intercedenti per la Città di Piacenza”, con la prima volta rappresentata Piacenza nelle arti figurative, https://www.youtube.com/watch?v=VxNIq-TLLAM.

Più aventi incontrare l’opera più importante della Pinacoteca, nota come “Il Tondo” del 1475-80 di Botticelli, nome d’arte del famoso fiorentino Alessandro Filipepi (Firenze 1° marzo 1445-17 maggio 1510) autore della “Madonna adorante il bambino con San Giovannino”. Dal punto di vista gastronomico, le giornate aperte con la colazione al Choco o al Dado Bar ù, in Piazza Cavalli, venivano chiuse con cene itineranti, a partire da quella a base di prodotti della cucina tradizionale, presso la rinomata “Trattoria da Vittorio” in Via Cantone della Camicia ora nella nuova gestione di Jimmy il quale ha condiviso un amichevole brindisi con del buon vino da lui stesso offerto, nell’orgogliosa appartenenza di migranti popoli fratelli. Nei giorni seguenti non poteva mancare una tappa al “Vasinikò” in Via San Francesco per una pizza, un cuoppo, birre e dolci di classe, come la classica pastiera napoletana, in un locale moderno, accogliente e ben servito. Mentre domenica 3 marzo 2024 c’è stata l’articolata serata al “The Temple Bar” di Via X Giugno, con le papille gustative impegnate in un menù da pub inglese e con il cuore e gli occhi alla partita di Napoli-Juventus sugli schermi del locale e le orecchie richiamate, tra il brusio dell’affollata platea degli avventori, da una condivisa partenopea esultanza di un tavolo per i vincenti gol del Napoli. Dopo il saluto al Presidente Busatto dell’A.I.S.A. Piacenza, della compagine nazionale fondata e diretta dal Cav. Giovanni Cimmino, si è concluso il bel viaggio fra gli affetti, dei miei nipoti, Alberto e Mariarosaria, il coraggio di giovani lavoratori e lavoratrici, l’accoglienza piacentina e la storia dei nobili Farnese.

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