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Napoli, nasce il “Laboratorio per il dialogo interreligioso e interculturale attraverso le arti”

Nasce presso la Scuola di Alta Formazione di Arte e Teologia della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale della Sezione San Luigi di Napoli il Laboratorio per il dialogo interreligioso e interculturale attraverso le arti che prenderà il via con l’inizio del prossimo Anno Accademico.

Il Laboratorio trova la sua ispirazione nell’orizzonte mediterraneo nel quale si muovono le scelte sia della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale sia della Conferenza Episcopale Italiana – del cui patrocinio la Scuola di Alta Formazione beneficia – che si appresta a vivere, il prossimo febbraio, il “Sinodo” dei vescovi del Mediterraneo. 

 

Napoli, 12 Luglio – La Scuola di Alta Formazione di Arte e Teologia (SAFAT) della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale (PFTIM) della Sezione San Luigi di Napoli annuncia la nascita del Laboratorio per il dialogo interreligioso e interculturale attraverso le arti che prenderà il via con l’inizio del prossimo Anno Accademico.

L’iniziativa costituisce un ulteriore tassello nel ricco percorso compiuto dalla Scuola in tredici anni di attività, durante i quali ha sempre avuto un’attenzione particolare al dialogo tra religioni e culture.

Area di studio, approfondimento e indagine del Laboratorio sarà il Mediterraneo – già al centro dei convegni dal respiro internazionale La Teologia dopo Veritatis Gaudium nel contesto del Mediterraneo del 20 e 21 giugno, al quale ha preso parte anche papa Francesco, e Arte e dialogo nel Mediterraneo del 30 marzo, impreziosito da una lectio magistralis di Salvatore Settis – che gli allievi avranno possibilità di conoscere in tutte le sue sfaccettature attraverso la voce di studiosi delle tre religioni abramitiche, di storici dell’arte e archeologi di spessore, operatori culturali con esperienza, artisti italiani e internazionali.

«L’arte è da sempre strumento di conoscenza e possibilità di incontro tra i popoli del Mediterraneo perché nell’arte si rivelano i tratti comuni alle differenti culture, soprattutto sul piano religioso – sottolinea Giorgio Agnisola, critico d’arte, condirettore della SAFAT e curatore del Laboratorio -. Ecco perché è importante la nascita di un laboratorio che abbia come priorità la conoscenza e la competenza di carattere interreligioso e interculturale, anche nel campo delle arti.

Le stesse città del Mediterraneo hanno un volto frutto di continue sovrapposizioni di culture, nei loro aspetti laici e religiosi: Napoli ne è esempio eccellente e per questo sarà al centro di uno dei progetti che gli allievi porteranno avanti durante il Laboratorio, intitolato Napoli è Mediterraneo».

Il Laboratorio trova la sua ispirazione nell’orizzonte mediterraneo nel quale si muovono le scelte sia della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, sezione San Luigi, sia della Conferenza Episcopale Italiana – del cui patrocinio la SAFAT beneficia – che si appresta a vivere, il prossimo febbraio, il “Sinodo” dei vescovi del Mediterraneo

«La Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale con questo laboratorio – aggiunge Pino Di Luccio, decano della PFTIM (sezione san Luigi) e direttore della SAFAT – vuole portare avanti il suo lavoro di ricerca per l’elaborazione di una teologia contestuale nel Mediterraneo che, come ci ha indicato il Santo Padre lo scorso giugno, è chiamata ad essere una teologia dell’accoglienza e a sviluppare un dialogo sincero con le diverse voci territoriali per la costruzione di una società inclusiva e fraterna e per la custodia del creato».

Il laboratorio – che sarà aperto a coloro che hanno seguito il corso istituzionale di Arte e Teologia per i beni culturali e a tutti coloro che siano interessati al tema specifico, purché forniti dei titoli e/o delle competenze richiesti per l’accesso alla Scuola o svolgano un’attività ecclesiale specifica e possano giovarsi dell’arte come strumento di catechesi e pastorale – si articolerà in due ambiti fondamentali: un ambito conoscitivo, di studio e condivisione culturale, ed uno propositivo, mediante l’attivazione di progetti concreti comuni. Gli allievi potranno collaborare ai progetti di studio e ricerca e alle altre attività pratiche previste dal laboratorio secondo modalità e tempi che verranno stabilite all’inizio dell’Anno Accademico.

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