Politica

Napoli, impianto di GNL. Segretario Provinciale Marra (Prc):”Osservazioni inviate al Ministero per la Transizione Ecologica all’interno della procedura V.I.A. per dimostrare la pericolosità della costruzione del nuovo impianto di GNL nel Porto di Napoli”

Napoli, 14 Giugno – Si è svolta stamattina presso l’Ufficio della Consigliera metropolitana Elena Coccia la Conferenza stampa di illustrazione delle osservazioni inviate al Ministero per la Transizione Ecologica all’interno della procedura V.I.A. per dimostrare la pericolosità della costruzione del nuovo impianto di GNL nel Porto di Napoli richiesta dalla Kuwait e dall’Edison.

Hanno presenziato e portato il loro contributo, oltre alla citata Consigliera, esperti come il dott. Antonio Marfella Presidente della Sezione napoletana dei Medici per l’ambiente, il dott. Paolo Fierro di Medicina Democratica, attivisti del territorio – come Enzo Morreale e Raffaele Carotenuto – e il segretario provinciale della Federazione napoletana del PRC Rosario Marra.

La consigliera Coccia nel suo intervento ha evidenziato come nelle osservazioni sia stato richiamato il rischio di contesto che caratterizza la zona dove dovrebbe sorgere il nuovo impianto potendosi profilare il cosiddetto “effetto domino”, normativamente previsto. – Infatti a San Giovanni a Teduccio già insistono 4 depositi costieri di GPL e 3 depositi di idrocarburi liquidi.

Nell’ intervento del dott. A. Marfella si mette in risalto, tra l’altro, il rischio vulcanico della zona rilevando come esista “un rischio particolarmente proveniente sia dalle bocche vulcaniche sottomarine che dalle ricadute di ceneri bollenti in caso di eruzione subpliniana che vede inserito tale impianto nella cosiddetta “zona gialla” cioè in una zona dove si ritiene altamente probabile una ricaduta di ceneri bollenti in misura non inferiore a 100 (tra 100 e 300) kg/mq”;

il  dott. Paolo Fierro fa riferimento ai dati del registro epidemiologico da cui si rileva che San Giovanni a Teduccio è uno dei quartieri con un tasso di mortalità tra i più elevati su cui sicuramente influisce il pesante inquinamento e mancata bonifica della zona;

attivisti della Zona Orientale della città come Enzo Morreale informano che hanno mandato dettagliate osservazioni al Ministero per la Transizione Ecologica e, nel caso di Raffaele Carotenuto, ci si sofferma sul fatto che, ormai, è necessario individuare anche responsabilità penali per la grave situazione ambientale esistente.

In chiusura, l’intervento del segretario provinciale Rosario Marra che, concordando con gli interventi che l’hanno preceduto, evidenzia come sia necessario continuare la mobilitazione sul territorio per sviluppare una pressione popolare che spinga il Ministero a dare un esito negativo alla valutazione di impatto ambientale, “infatti – osserva il citato segretario – anche la delibera di revoca del predecessore dell’attuale Presidente Annunziata dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno centrale non blocca la procedura di valutazione di impatto ambientale di competenza statale”.

 

Oggetto: osservazioni per procedura V.I.A. su progetto costruzione deposito GNL nel porto di Napoli (art. 24, co.3, d-lgs 152/2006 e successive modd. e integrazioni).

Sommario: – Premessa

Breve commento alla documentazione allegata

Conclusioni

ALLEGATI:

ALL. A (documentazione tratta da siti istituzionali)

ALL. B (relazione tecnica dott. A. Marfella – Presidente Medici per L’Ambiente Sez. di Napoli)

ALL. C (documentazione messa a disposizione dal dott. P. Fierro – Medicina Democratica – NA)

ALL. D (deliberazione giunta comunale di Napoli n. 2258 del 2258 di presa d’atto del protocollo d’intesa stipulato in data 11-12-2006 tra la Regione Campania, il Comune di Napoli, Napoli Orientale S.c.p.a., la Kuwait Petroleum Italia e Kuwait Raffinazione e Chimica per la trasformazione e riqualificazione dell’area di proprietà delle suddette società ricadenti all’ interno dell’ambito 13 del Piano Regolatore Generale).  

Premessa

Le presenti osservazioni si inseriscono nella procedura di valutazione di impatto ambientale chiesta dalle Società Edison e Kuwait per la costruzione di un deposito GNL e nascono da un confronto con esperti e Associazioni del territorio interessato.

Breve commento alla documentazione allegata

  1. Nella documentazione tratta da siti istituzionali (ALL. A) si può notare che nella zona dove viene ipotizzata la costruzione del deposito di GNL insistono già 4 depositi costieri di GPL – che tra i pericoli hanno, com’è noto, la proiezione di frammenti – e 3 depositi di idrocarburi liquidi. – La zona è oggetto di un piano d’emergenza esterno per le industrie a rischio di incidente rilevante ai sensi del d-lgs n. 105/2015 e data la concentrazione di impianti con sostanze pericolose può essere oggetto del cosiddetto “effetto domino” (ex-art. 19 d-lgs n. 105/2015). – In sintesi, a differenza di quanto sembra emergere dalla documentazione inviata dalle due multinazionali, l’esistenza di altri simili impianti, non è un fatto sostanzialmente positivo o giustificativo della propria richiesta perché aumenta i rischi di contesto;
  1. nella relazione del dott. A. Marfella, Presidente della Sezione napoletana dei “Medici per l’Ambiente”, viene messo in evidenza il rischio vulcanico e, in particolare, rileva come esista “un rischio particolarmente elevato proveniente sia dalle bocche vulcaniche sottomarine che dalle ricadute di ceneri bollenti in caso di eruzione minima subpliniana che vede inserito tale impianto nella cosiddetta “zona gialla” cioè in una zona dove si ritiene altamente probabile una ricaduta di ceneri bollenti in misura non inferiore a 100 (tra 100 e 300) kg/mq”;
  1. di estrema importanza la documentazione inviataci dal dott. Paolo Fierro di “Medicina Democratica” in cui, sulla base di dati del Registro Epidemiologico Cittadino, si mette in evidenza come, a differenza dei dati forniti da Q8, il quartiere di San Giovanni a Teduccio sia uno di quelli  con un Rapporto Standardizzato di mortalità tra i più elevati per cui si ritiene che occorra escludere l’ area “da ogni ulteriore sovraccarico di nocività e rischio per una condizione rilevata di eccesso di mortalità riconducibile al cumularsi delle attività industriali pregresse e attuali per le quali non si è mai attuata un’attività di bonifica e/o di limitazione opportuna”;
  1. la zona in esame è già stata oggetto di un tragico incidente nel dicembre 1985 con un incendio di vaste proporzioni del deposito AGIP che causò 5 morti, 165 feriti e 2.594 sfollati e, anche in seguito ad esso, si giunge al Protocollo d’intesa tra la Regione Campania, il Comune di Napoli, la Napoli Orientale S.C.P.A., la Kuwait Petroleum Italia Spa e la Kuwait Raffinazione e Chimica Spa dell’11/12/2006 dove si prevede la bonifica delle zone e il trasferimento degli impianti seppur graduale (si veda allegato D). – L’avvio dell’attuazione progressiva del citato protocollo, quindi, permetterebbe il rispetto del vigente PRG del Comune di Napoli. – Le posizioni di Kuwait ed Edison sembrano, invece, del tutto ignorare il problema di creare le condizioni di attuazione del protocollo in questione.

Conclusioni

E’ di questi giorni la revoca della delibera dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale che prevedeva la costruzione dell’impianto in questione e riteniamo, alla luce delle considerazioni qui formulate e della documentazione allegata che, a nostro avviso, si debba dare esito negativo alla valutazione di impatto ambientale data l’elevata possibilità di “incidente rilevante” che può creare una situazione anche più pericolosa di quella che si è verificata nell’agosto dello scorso anno  nel porto di Beirut.

La Consigliera Comunale di Napoli Elena Coccia

Il Segretario Provinciale del PRC di Napoli Rosario Marra.

 

 

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