Cultura

Napoli, dalle carte ai videogiochi: una città che ispira

Foto di Paola Andrea su Unsplash

Napoli, 27 Novembre – Film, testi di canzoni, opere d’arte: Napoli è una città che, nei secoli, ha ispirato artisti, compositori, fotografi, registi di ogni scuola e pensiero.            

E non solo. Come accade anche per altre città dal fascino eterno, il capoluogo campano ha dato l’impulso anche alla creazione di giochi tutti ispirati alle sue bellezze, ai monumenti, alle tradizioni, ai paesaggi, al folclore locale.

Tra questi una grande popolarità – peraltro ancora attuale – è quella ottenuta dai giochi di carte, che animano tuttora i pomeriggi al bar o le serate natalizie, ma che sono entrati anche a far parte delle proposte di intrattenimento online, seguendo la scia della tecnologia.

La prima associazione immediata è senza dubbio quella che riguarda il mazzo tipico delle carte napoletane, che vanta peraltro una lunga storia: secondo le ricostruzioni il mazzo campano iniziò a diffondersi intorno al XVI secolo, ovvero durante il periodo della dominazione dei Borbone. Nel 1557 fu addirittura introdotta dalla monarchia una tassa sulle carte napoletane, a dimostrazione di una già avvenuta diffusione tra la popolazione.                                                                                                

Coppe, bastoni, denari e spade, ovvero i semi, simboleggiavano il clero, i contadini, i mercanti e i soldati, e nel tempo iniziarono a farsi strada i disegnatori professionisti, creatori di mazzi a cui veniva apposto il sigillo reale, per evitare contraffazioni. In poco tempo le carte da gioco napoletane iniziarono ad essere sempre più legate alla storia della città, tanto che nel 10 di Spade si poté riconoscere Re Ferdinando, mentre nel 9 era chiaramente visibile un cavaliere del Medio Oriente, con tanto di armatura e spada.                                                                                            

Oltre ad essere usate per il gioco, le carte vennero impiegate anche da fattucchiere e maghe per la predizione del futuro, ma sono giochi tipici come la Scopa Napoletana ad averle rese popolari, ancora oggi, non solo nel territorio campano ma in tutto il Belpaese. La Scopa a Napoli è attribuita alla creatività del prete Chitarrella, che prese spunto da “Scarabucion” e “Primiera”, due specialità di carte di derivazione borbonica.                                                                                                 

Da allora a oggi sono passati vari secoli, ma giochi come la Scopa sono ancora tra i più conosciuti e giocati di sempre, tanto che ne esistono anche delle versioni digitali, ad esempio tra le applicazioni degli store sia di Google che di Apple. Non solo: a Scopa ci si può divertire e allenare anche accedendo a quei portali che si frequentano per sfidarsi gratuitamente, e che si sono affermati fin dalla nascita dei primi pc, con il nome di “solitari”.

Nell’ambito del gioco autorizzato a distanza, ovvero nei casinò legali online, inoltre, si può gareggiare a Scopa anche contro il banco o contro gli altri membri della community.

Tornando nello specifico a Napoli, proprio la tecnologia adattata al gioco a distanza ha dato modo a sviluppatori e creativi di poter trasferire online il fascino della città, e non solo nel legame con le carte, ma anche nell’iconografia delle slot machine. Le slot sono apparecchi in cui simboli, figure, suoni, luci sono particolarmente importanti e, come specifica Andrea Stefanetti di Affidabile, le slot machine più performanti sono quelle prodotte dalle software house internazionali più prestigiose. Napoli, a questo proposito, ha dato spunto alla slot “Napoli è”, animata da simboli come la pizza, i corni fortunati, la maschera di Pulcinella e un calciatore dalla inconfondibile maglia numero 10. Anche “Bella Napoli” è una slot targata Capecod, e il capoluogo partenopeo ne è protagonista con simboli come il babà, la cartolina del Golfo, il Maschio Angioino, la Tombola, l’asino come icona della squadra di calcio.

La tecnologia, insomma, ha portato la tradizione napoletana direttamente sul web, e non solo con carte e slot, ma anche tramite i videogiochi. L’intrattenimento la fa da padrona, ma anche la cultura e la possibilità di scoprire i luoghi più belli del patrimonio artistico e storico napoletano. “Father and son”, ad esempio, è un videogioco interattivo prodotto dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli: l’app ha ottenuto di milioni di download, grazie a una storia avvincente, ovvero quella di un figlio che attraversa i luoghi di interesse della città alla ricerca del padre, guidato da una lettera.                                                                   

Il creatore del gioco è un inglese, l’artista Sean Wenham, già collaboratore di Ubisoft e Sony: si tratta della dimostrazione di come la magia di Napoli sia conosciuta ben oltre i confini del territorio e quelli nazionali.                                                                                                               

Un altro esempio di questo accostamento tra videogiochi e bellezze napoletane è “Vesuvius 79 DC – Fuga da Pompei”, il cui sfondo è tipicamente storico: in uscita nei primi mesi del 2024, il game darà modo al giocatore di vivere all’epoca dei grandi fasti di Pompei, tra personaggi ispirati a persone realmente esistite e luoghi come la Casa dei Vettii, la Via dell’Abbondanza e il Panificio di Modesto. Ideato da Ciro Sapone, la realizzazione del gioco ha visto la collaborazione di Accademia del Fantastico, Stupor Mundi Trans-Media e del Parco Archeologico diretto da Gabriel Zuchtriegel.

Dalla cultura al divertimento filtrato dall’ironia, non mancano parodie come la versione napoletana di “Grand Theft Auto”, noto come GTA, un game che ha per protagoniste bande rivali alla conquista del territorio. Un gruppo di napoletani ha pensato di ambientare il GTA proprio a Napoli, in chiave del tutto ironica, scatenando un successo a dir poco virale.

 

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