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Napoli, appello dalla città: una legge per fermare la delinquenza minorile. Basta con lo scaricabarile e l’eccessivo buonismo!

Napoli, 17 Luglio – Hanno ragione quanti ritengono che, anche sotto questo aspetto, l’Italia sia fuori dall’Europa. È assurdo che un ragazzo che commette un reato, solo perché ha meno di 14 anni, non possa essere punito con il carcere e possa liberamente continuare a delinquere – esordisce Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, dopo i gravi episodi che si sono registrati in questi giorni a Napoli, che vedono coinvolti minorenni – . Per sconfiggere questo fenomeno che, pure in alcuni quartieri, cosiddetti bene, come Vomero o Chiaia, ha subito negli ultimi tempi un’impennata preoccupante, bisogna agire a monte, attraverso idonei quanto non più rinviabili provvedimenti legislativi”.

“Sicuramente – aggiunge Capodanno – a questo punto, faranno sentire la loro voce i soliti buonisti, che troveranno tutte le attenuati plausibili per giustificare le azioni delinquenziali di questi branchi di minorenni, riversando le colpe sulla famiglia, sulla scuola, sulla chiesa, sulla società e chi più ne ha più ne metta”.

“Vediamo però – puntualizza  – cosa accade in altri paesi europei. Segnatamente in Francia, dove, dopo il varo della legge n. 2002-1138, del 9 settembre 2002, d’orientamento e di programmazione della giustizia, che ha modificato il codice penale, il numero di reati che coinvolgono minorenni si è ridotto notevolmente. La stretta repressiva ha fatto sentire i suoi effetti, abbassando la punibilità penale dei ragazzi sotto i 14 anni, vietando party e rave illegali, aumentando le pene per i reati legati alla microcriminalità. Nella legge francese non solo è previsto il carcere preventivo a partire dai tredici anni ma vi è pure la possibilità di comminare sanzioni anche ai bambini di 10 anni, con l’istituzione dei centri educativi chiusi, con l’incremento dei posti previsti nelle prigioni per i minorenni e con la previsione di costruire apposite case di pena destinate esclusivamente a questi ultimi. Istituita anche la figura del “giudice di prossimità”, magistrati, non di carriera, che si occupano dei reati commessi dai minorenni”.

“A Napoli, invece, ma il discorso riguarda l’intero Paese – sottolinea -, accade sovente che le forze dell’ordine, una volta accertata la minore età dei ragazzi coinvolti in episodi delinquenziali, non possano fare altro che affidarli ai genitori, con il consueto rituale della segnalazione al Tribunale dei minori. Insomma la classica bolla di sapone”.

“A questo punto – conclude Capodanno -, è facile immaginare che gli episodi di delinquenza minorile, in mancanza di provvedimenti incisivi e decisamente risolutivi, potrebbero purtroppo essere destinati a continuare a riempire le pagine della cronaca nera. Con il risultato di mantenere costantemente l’argomento alla ribalta dei mass media anche internazionali, diffondendo così un’immagine negativa e violenta della Città, col rischio, tra l’altro, di allontanare i turisti che, dopo la pandemia, hanno ricominciato ad affollare il capoluogo partenopeo”.

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