Chiesto il vincolo di destinazione d’uso per prodotti culturali
Napoli, 27 Giugno – “Negli ultimi tempi è stato assestato un altro duro colpo alla storia e ai luoghi della cultura del quartiere partenopeo del Vomero – esordisce Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari -. In un’area, dove, un tempo, c’erano tante librerie, tanti luoghi anche d’incontro, come Guida e Loffredo, sono scomparse anche alcune delle bancarelle per i libri poste dinanzi al plesso scolastico Vanvitelli in via Luca Giordano. Sugli scaffali di alcune di esse, dove un tempo erano allineati centinaia di libri, vengono adesso esposti al pubblico articoli di vario genere, oggetti per la casa e da regalo”.
“Quando furono inaugurate agli inizi degli anni ’80, queste bancarelle furono al centro di una notevole contestazione – ricorda Capodanno, che all’epoca era consigliere e poi presidente della Circoscrizione del Vomero. La presenza di un commercio a posto fisso, con circa duemila esercizi, ostacolava non poco la possibilità di concedere autorizzazioni per l’ambulantato. E poi venivano collocate in un posto strategico, molto ambito, in una delle due più importanti arterie del quartiere, via Luca Giordano, dinanzi a uno dei più prestigiosi e antichi edifici, sede del plesso scolastico “Vanvitelli”, che aveva avuto trai suoi alunni il vicebrigadiere dei carabinieri, Salvo D’Acquisto”.
“Ma anche grazie all’impegno degli allora giovani titolari, i quali, sulla scorta di un apposito progetto, realizzarono delle strutture che ben si armonizzavano con l’ambiente circostante e che furono poste dinanzi ai cancelli della scuola, l’operazione andò felicemente in porto – sottolinea -. Nel tempo queste bancarelle dei libri conquistarono non solo i vomeresi ma anche tante persone che raggiungevano la collina da altri quartieri di Napoli ma anche da fuori città, per consultare e acquistare libri “.
“Dal momento che ricordavano da vicino le storiche bancarelle di libri presenti lungo la Senna a Parigi – puntualizza -, divennero note come “Les boites des bouquinistes”, le bancarelle dei librai, resistendo anche alla recessione che, più di recente, ha investito il settore dell’editoria e, in particolare, quello dei libri, pure grazie alla cortesia e all’amabilità con le quali i gestori hanno sempre accolto l’affezionata clientela, anche con offerte speciali per invogliare all’acquisto”.
“Ma di fronte al protrarsi e all’acuirsi della crisi la situazione deve essere diventata insostenibile – continua Capodanno -. Da qui la svolta, con la scelta di una diversa destinazione d’uso di alcuni di questi manufatti. Invece dei libri sugli scaffali hanno trovato posto l’oggettistica, gli articoli da regalo e da ultimo anche cuscini e materassi”.
“E potrebbe non essere finita qui – prosegue – . Perché anche gli altri gestori, perdurando la crisi del settore, potrebbero decidere di seguire l’esempio. Di conseguenza, dinanzi all’antico e prestigioso plesso scolastico, ci potremmo ritrovare a breve alla presenza di un vero e proprio mercato, dove vengono posti in vendita gli oggetti più disparati, al posto dei libri. Allora, se e quando dovessero scomparire i “bouquinistes” di via Luca Giordano, rimarrebbero solo le “boites” e l’immagine della Senna diventerebbe solo un lontano e sbiadito ricordo”.
“Per scongiurare una tale evenienza – propone Capodanno – chiediamo al Sindaco di Napoli di porre in atto, nel rispetto delle normative vigenti, tutte le procedure necessarie per istituire il vincolo permanente di destinazione d’uso delle suddette bancarelle, nel rispetto delle finalità per le quali furono create, vale a dire per la promozione, l’esposizione e la vendita di prodotti riconducibili esclusivamente alla cultura e alle tradizioni storiche e artistiche del capoluogo partenopeo”.
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