Napoli, 24 Agosto – A luglio dell’anno scorso fu pubblicata un’intervista alla presidente dell’azienda Acqua Bene Comune Napoli, che, alle domande formulatele al riguardo, rispondeva che ABC aveva dato attuazione alle direttive Arera del 2018 con l’abolizione dei “minimi impegnati” e che la stessa azienda avrebbe proceduto a effettuare automaticamente i conguagli nelle bollettazioni successive.
Dopo una serie di scambi epistolari, con nota del 6 dicembre 2021, ribadita con altra nota del 18 marzo 2022, il responsabile del servizio fatturazione dell’azienda comunicava che, con la bolletta relativa al secondo trimestre del corrente anno, sarebbe stato effettuato il conguaglio per le somme versate in eccedenza. Ma come se non bastassero i ritardi già accumulati, visto che tali conguagli riguardano un periodo retroattivo che risale al 1° gennaio 2020, i conguagli non sono arrivati neppure con la bolletta del secondo trimestre di quest’anno. All’ennesima lettera di protesta, lo stesso responsabile dell’ufficio fatturazione ha risposto che l’azienda ha riscontrato problemi di natura informatica relativamente all’implementazione del software utile al conguaglio tariffario, rimandandone ancora una volta la determinazione, con la conseguente restituzione delle somme versate in più negli anni 2020 e 2021.
Un’assurdità, visto che l’impegno assunto dalla presidente dell’azienda ABC Napoli risale a oltre un anno fa. Come è possibile che in un anno i tecnici non siano riusciti a implementare un software? Purtroppo la questione, ancora irrisolta, a Napoli riguarda le migliaia utenti di “unità non abitative”, trai quali i commercianti. Pertanto è auspicabile che questa, a dir poco, anomala vicenda torni alla ribalta delle cronache e che pure l’amministrazione comunale partenopea intervenga affinché vengano rispettati, in tempi rapidi, i sacrosanti diritti delle tantissime persone interessate, vale a dire di tutti coloro che hanno contratti con l’abolito minimo impegnato.
Gennaro Capodanno
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