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Marigliano, braccio di ferro tra Comune e l’ex comandante della Polizia Municipale Giuseppe Caliendo: assolto da accusa di tangente e peculato, gli viene negato il rimborso delle spese legali

Marigliano, 27 Maggio – E’ braccio di ferro tra il comune di Marigliano e l’ex comandante della polizia municipale Giuseppe Caliendo. Gli viene negato il rimborso delle spese legali, nonostante sia stato assolto a formula piena perché il fatto non sussiste in merito ad un’accusa di tangente e peculato. All’epoca dei fatti Il proprietario del supermercato Happy Hour in via San Francesco a cui furono contestate una serie di violazioni con il conseguente sequestro dell’attività, accusò Giuseppe Caliendo e il tenente Angelo Cascella di avergli chiesto una “tangente di 1000 euro per consentirgli di entrare nel locale per portare via un’affettatrice, la bilancia della macelleria, l’insaccatrice delle salsicce ed un conseguente quantitativo di carne”.

Mille euro di tangente che, secondo l’infame accusa, poi sarebbe stata ripartita fifty fifty: 500 euro a testa. Un’’accusa infamante dunque senza un briciolo di prove. L’accusatore che peraltro, come risulta dalle carte processuali, gravitava in ambienti poco puliti, aveva lanciato queste accuse, dopo le ordinanze eseguite che denunciavano prodotti scaduti messi in vendita e insegne selvagge. Ci sono voluti 11 anni di battaglie legali per dimostrare la non veridicità dei fatti ascritti. “Ho spesso 33 mila euro per difendermi dalle accuse calunniose ed infamanti che hanno segnato la mia persona. Ora ciò che fa rabbia è l’indifferenza da parte del Comune di cui sono stato dipendente. Avevamo eseguito delle ordinanze e abbiamo vissuto un incubo. E’ davvero troppo. Il comune non mi vuole rimborsare le spese legali, nonostante io sia stato assolto perché il fatto non sussiste. Andrò avanti, voglio giustizia. Basta fango, basta indifferenza”.

Non ci sta l’ex comandante Giuseppe Caliendo che si sfoga in un’affollata conferenza stampa. Vuole rendere pubbliche le sue ragioni. Ci sono un centinaio di persone tra politici locali ed ex dipendenti. “Vi dirò di più…il malavitoso ci accusò anche di avere rubato la carne e l’affettatrice. Disse che per la tangente che ci aveva dato aveva prelevato i soldi da una banca dove non vi è traccia di questa operazione eseguita”. E prosegue: “Mi fa rabbia tutto questo. Non riesco neanche a parlare, mi infervoro. Il dispiacere più grande è di avere creduto in un politico che ricordavo bambino amorevole che mi aveva assicurato di prendere a cuore questa situazione. Sono cose che fanno male. Persino mia moglie è stata trattata male”.

Il comandante Caliendo vuole che tutti sappiano. Dice: ”Voglio che la gente falsa venga fuori”. Tutta la sua liquidazione è servita per difendersi: 33 mila euro. E nel frattempo si è pure ammalato di tumore. “Abbiamo fatto il nostro dovere, eseguire delle ordinanze e ci siamo ritrovati a dovere affrontare un incubo giudiziario e il comune ci dà il benservito”. Interviene la consorte dell’ ex comandante Caliendo: ”Di fronte al malessere di mio marito che si ripercuoteva sul fisico, già attaccato dalla malattia peggiorando le sue condizioni di salute, telefonai al comune e feci presente la situazione”.

La replica fu: ”Mi vuole far sentire pure questo scrupolo?”. La signora Caliendo continuò: ”Certo che se lo deve sentire”. Per tutta risposta le fu attaccato il telefono. Intanto un’altra accusa mossa sia a Caliendo che al tenente Cascella era quella di avere sequestrato durante la fiera settimanale del lunedì un quantitativo imprecisato di merce ad alcuni venditori ambulanti privi di autorizzazione. 7, 8 buste di merce, ma si erano dimenticati di redigere il verbale con l’inventario della merce sequestrata. Accuse di peculato ovviamente senza prove.

L’ex segretario generale, Gianluca Pisano, ha negato il rimborso e la parte politica a cui l’ex comandante Caliendo si è rivolto per avere giustizia fa orecchie da mercante. Pisano nel respingere la richiesta scrive “deve sussistere un rapporto di pubblico impiego tra l’Ente e il dipendente”. La rilevanza decade: Caliendo all’epoca dei fatti era dipendente del comune di Marigliano e lo stesso vale anche per l’accusa di avere preso la merce al mercato senza inventariarla.

Un’altra giustificazione per non rimborsare è quella che il comandante nel suo servizio di perlustrazione al mercato aveva fatto spesa distraendo il tempo dal servizio svolto. Giustificazioni deboli di fronte ad un’assoluzione piena. E si ritorna in tribunale per rivendicare il rimborso.

Anita Capasso

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