Brusciano, 9 Agosto – In Campania ritornano le Feste dei Gigli dopo la triennale sofferta pausa dovuta all’emergenza sanitaria per la Pandemia di Covid-19. A partire dallo scorso giugno con la primigenia Festa dei Gigli di Nola, https://www.youtube.com/watch?v=YuvOM4dF-oY, in Onore di San Paolino, https://www.joyfreepress.com/2023/06/28/388585-nola-grandiosa-festa-dei-gigli-2023-scritto-da-antonio-castaldo/, ed a concludere a settembre con la Festa dei Gigli di Barra, https://www.festadeigigli.net/festa-dei-gigli/festa-dei-gigli-di-barra-sette-i-gigli-per-il-2023/ , in quest’anno stanno tornando nei paesi giglistici, le “Ballate” dei rituali obelischi delle varie corporazioni, associazioni, comitati, maestri di festa e paranze. Il prossimo appuntamento in Campania è per la “Festa dei Gigli in Onore di Sant’Antonio di Padova” che nel perdurare del i iniziative del mese di agosto offre due momenti centrali: la Messa in Piazza XI Settembre con l’immediata Processione del Santo, mercoledì 23 agosto; la Ballata dei Gigli, Croce, Gioventù, Lavoratori, Ortolano, Parulano, Passo Veloce, domenica 27 agosto 2023, https://www.informazione.it/c/3DD018BE-9C27-4FD5-9432-BFB762B0F658/Brusciano-Comune-Presentazione-148-Festa-dei-Gigli-Scritto-da-Antonio-Castaldo.
Il sociologo Antonio Castaldo coglie le ripristinate antiche sonorità dei contesti giglistici: «Dai suoni e rumori degli attrezzi per la costruzione degli obelischi, al fremito degli astanti e agli schiamazzi dei ragazzini; dal sospiro del legno, al tintinnio dei chiodi forgiati; dalle indicazioni dei costruttori agli sforzi della manodopera; dalle orazioni collettive, ai canti devozionali; dagli ordini dei capi paranza, alle esecuzioni dei cullatori; dalle intonazioni dei cantanti, agli accordi dei musici; dalle serate canore, agli applausi corali di una massa popolare incantata: tutto questo è l’anima sonora di ogni Festa dei Gigli in Campania. Eppure c’è stato un periodo di silenzio, di deserto, di ritiro sociale, di spavento e apprensione, di uomini e donne, grandi e piccini, per la vita in generale, https://www.youtube.com/watch?v=dSjiq8GUbvU, e per la Festa dei Gigli. Quel periodo sospensivo è stato oggetto di indagine della ricerca sociale, come nella tesi di laurea di laurea su Brusciano, “La Festa dei Gigli. Simbolo identitario di una comunità fra vecchie e nuove generazioni”, di Jasmine Ignorato, dell’Università degli Studi di Torino, nel 2022, https://www.nellanotizia.net/keyword_it_Jasmine-Ignorato-Tesi-Festa-de_1.html ed in quella su Nola di Raffaele Esposito, “Il Silenzio dei Gigli. Nola, la festa, la pandemia”, come di seguito rappresentato».
Raffaele Esposito, 22enne di Mariglianella della Città Metropolitana di Napoli, con la Prova Finale in Storia delle Tradizioni Popolari del Corso di Laurea Triennale in Sociologia presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, Relatore il Chiarissimo Prof. Enzo Vinicio Alliegro, per l’Anno Accademico 2021/2022, ha indagato “Il Silenzio dei Gigli. Nola, la festa, la pandemia”. Al capitolo primo effettua una breve rassegna sugli studi inerenti l’analisi antropologica della feste, citando i precursori Giuseppe Pitrrè, Vittorio Lanternari e Lello Mazzacane. Al capitolo secondo si sofferma sullo studio di Katia Ballacchino, nelle dimensioni rituale, coreutica e musicale della festa dei Gigli in azione. Al capitolo terzo affronta le modalità di convivenza con il Covid-19, l’intensificazione della via social, i sentimenti e le percezioni della comunità virtuale e le originali attività ed iniziative. Al capitolo quarto raccoglie le riflessioni e le opinioni dei nolani, il loro impatto emotivo senza la Festa dei Gigli e l’attesa dell’edizione del 2023.
Il questionario sul vivere in questo speciale periodo la Festa dei Gigli a Nola, somministrato a uomini e donne di varie fasce di età, ha dato questi risultati: il 59,1% si è definito molto appassionato; il 36,4% moderatamente appassionato della festa. Il 45,5% si è dichiarato non devoto di San Paolino, pur rispettando la figura del Santo; il 27% molto devoto; il 18,2% moderatamente devoto; il 4,5% non è interessato alla religione; infine ancora un 4,5% che preferisce non rispondere. Per il 50% la festa ha un significato moderatamente religioso; molto religioso per il 40,9%; non ha nessun significato religioso per il 9,1% dei nolani del sondaggio.
In seguito alla sospensione della Festa dei Gigli a causa dell’emergenza sanitaria Covid-19, il 45,5% ha provato un profondo dispiacere e una forte mancanza; il 40,9% pur provando dispiacere ha compreso la motivazione della sospensione; il 9,1% riferisce di non aver avuto particolari reazioni. In assenza di festa sono state esperite alcune modalità alternative, per tenere viva la passione per la festa: il 45,5% ha visto video delle feste precedenti; il 36,4% ha ascoltato canzoni della festa; il 27,3% ha rivisto ricordi personali della festa; ancora il 27,3% ha condiviso post e storie sui social mentre i 31,8% non ha svolto alcuna attività.
A riguardo dell’impatto della sospensione della festa sulla religiosità, per il 72,7% degli intervistati non c’è stato alcun impatto; il 27,3% ha colto un impatto positivo. In merito all’impatto della mancanza della festa sulla loro passione, è stato positivo per il 59,1 dei nolani del campione statistico cui è stato somministrato il questionario; non c’è stato alcun effetto per il 40,9% di essi.
Nelle conclusioni di Raffaele Esposito della sua tesi di laurea “Il Silenzio dei Gigli. Nola, la festa, la pandemia” si legge: «La festa dei gigli rappresenta un simbolo di coesione sociale, di divertimento, di nostalgia del passato, di commistione fra malinconia e felicità. Pur presentando contrasti e dualismi apparentemente inconciliabili, questi si annullano nella manifestazione di un unico rito, inteso come espressione di una collettività che si riunisce per celebrare una tradizione secolare».
Ad una domanda posta dal sociologo e giornalista Antonio Castaldo, su come sia nato l’interesse intellettuale intorno a tale oggetto di studio, il neolaureato in sociologia Raffaele Esposito ha risposto: «Non so bene come sia nata questa passione e questo amore viscerale per la festa. Attribuisco questo profondo amore a mio Nonno Luigi, il quale ha sempre seguito la festa dei Gigli assiduamente fin quando poi una malattia non lo ha colpito, e non gli ha permesso più di camminare e di poter parlare. Nonostante io, di conseguenza, non abbia mai avuto la possibilità di parlare della festa con lui, sento che sia stato lui a trasmettermi questa passione e sento il dovere di portarla avanti, perché così nonostante lui ora non ci sia più possa continuare a vedere la festa con i miei occhi. Nel mio piccolo cercherò sempre di supportare e promuovere questa millenaria tradizione, far apprezzare la sua immensa bellezza scarna dai troppi pregiudizi che soprattutto al giorno d’oggi la perseguitano».
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