Politica

L’Italia verso il voto, Draghi. Pedicini (Greens/Efa): “È come Schettino, si mette in salvo dopo aver affondato il Paese”

L’europarlamentare Greens/Efa: “A causa di Governo ammucchiata aumenterà divario Nord-Sud e si rischia di perdere opportunità Pnrr”

Bruxelles, 5 Agosto – “Come il comandante Schettino, che per primo abbandona la nave che lui stesso ha fatto affondare dopo un ampolloso inchino, così Mario Draghi si è dileguato miseramente, dopo aver contribuito a mandare il Paese gambe all’aria. Tra i principali artefici delle sanzioni alla Russia, col riverbero del folle rimbalzo dei prezzi di tutte le materie prime e le inevitabili conseguenze su tutti i settori dell’economia, e dopo aver assistito inerme all’impennata del costo dei trasporti, delle limitazioni dei consumi del gas e dell’incremento smisurato del prezzo dell’energia, con effetti devastanti per famiglie e imprese, lo “Schettino di governo” ha preferito dileguarsi prima che si dia inizio a uno dei peggiori autunni della nostra storia”.

Lo dichiara l’europarlamentare del Gruppo Greens/Efa Piernicola Pedicini. “Una girata di tacchi – prosegue Pedicini – mentre, alle sue spalle, la pandemia aumenta, le borse crollano a picco, il Superbonus rischia di far fallire migliaia di imprese e l’inflazione si avvia a registrare picchi mai raggiunti negli ultimi 40 anni. I peggiori effetti, manco a dirlo, si registreranno al Sud, certificati dalle anticipazioni del rapporto Svimez, stando al quale nei prossimi due anni rischiamo di veder crescere ancora di più il divario, già ampio con il Nord del Paese, invece di diminuirlo. Conseguenza, ancora una volta, di politiche a trazione settentrionale, che hanno registrato il picco massimo col Governo dell’ammucchiata”.

“È grazie all’uomo dell’establishment – sottolinea ancora l’europarlamentare – e alla spinta del PUN (Partito Unico del Nord) se il Sud riuscirà ad assorbire meno del 20% del totale dei finanziamenti, contravvenendo ai parametri di riparto dei fondi (numero di abitanti, tasso di disoccupazione e reddito pro-capite) in base ai quali la quota avrebbe dovuto essere, piuttosto, non inferiore al 70%. Una percentuale che avrebbe consentito a molti comuni in dissesto del Meridione di adeguare e formare nuovo personale e farsi trovare pronti alla fase di progettazione della spesa. Senza quelle risorse, si rischia di perdere l’opportunità del Pnrr e di veder aumentare crisi industriale e disoccupazione, oltre ad assistere a una frenata di tutti i servizi essenziali. Un Paese a due velocità e col freno a mano tirato – conclude Pedicini – che rischia di colare a picco nello scenario in cui proliferano i sostenitori dell’autonomia differenziata”.

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