Politica

Liberalismo e liberismo assenti nella Destra di Governo. Pnrr a rischio

Napoli, 18 Maggio – La Destra vera è liberale e liberista. È capitalista. Senza andare troppo indietro tirando fuori Sella, Cavour e compagnia bella, si sa che questa area politica faceva (uso il passato) gli interessi dell’alta borghesia. In tempi più vicini, hanno fatto scuola Ronald Reagan e Margaret Thatcher. Ma, ora, in Italia con la Destra al Governo, abbiamo il liberalismo e il liberismo? “Super bollo, tassa di possesso, residui di una concezione bolscevica, statalista, pauperista dello Stato e della società. Una visione punitiva, tesa a penalizzare e sfruttare chi ha qualcosa in più, non certo a beneficio di chi ha di meno ma solo per soddisfare una sorta di volontà punitiva, predatoria e approfittatrice contro chi ha lavorato per potersi consentire quel qualcosa di più. Una visione miope, peraltro, perché destinata ad influire negativamente sul ciclo produttivo dei beni di pregio, ossia su quelli destinati a produrre più ricchezza. Che aspetta il governo di destra (?) a liberarsi delle sue incrostazioni stataliste e a dare sfogo alle necessarie e sacrosante pulsioni liberali e, soprattutto, liberiste?” Luigi Bobbio, magistrato e già senatore della Repubblica.
C’è anche un altro problema. Lo sottolinea Antonio Polito su Il Corriere della Sera. “Niente è ancora compromesso, ma ci sono molti dubbi sulla capacità di quella che viene definita «una task force che non parla l’inglese», messa su da Fitto in Italia, peraltro composta da poche decine di persone: come potrà sostituire efficacemente la tecno-struttura di migliaia di funzionari di cui dispone il Tesoro? E se le cose andassero male per l’erogazione delle tranche successive, i mercati capirebbero che l’Italia non può più contare su un flusso sicuro di circa 40 miliardi l’anno di fondi europei. Allora perfino la stabilità finanziaria potrebbe essere rimessa in discussione”.
La socialità dello Stato, proiettata anche a livello di politica internazionale nei rapporti Est – Ovest è crollata. E non solo sul piano ideologico, che non ne ha bisogno, ma sui meccanismi attuativi. La guerra tra Russia e Ucraina è un esempio lampante. Il vero problema, dunque, è lo statalismo che rischia di frustare ogni speranza di trasformazione e di equità nei rapporti interpersonali.
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