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LA RIFLESSIONE – Messina Denaro è morto, ci sarà un giudizio per quel tipo d’inferno partorito dalla sua mentalità

Napoli, 25 Settembre – Il boss di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro è morto nell’ospedale dell’Aquila, dove era ricoverato in seguito al peggioramento delle sue condizioni di salute dovute a una grave forma di tumore al colon che gli era stata diagnosticata mentre era ancora ricercato, a fine 2020. “Davanti alla morte è giusto mantenersi umani, sempre. Ma non provo commozione. Ho nel cuore le immagini dei Georgofili, le storie di due bambine che si chiamavano Nadia e Caterina, gli uomini e la donna della scorta di quei martiri della Patria che sono stati Falcone e Borsellino, il piccolo Giuseppe Di Matteo e tante vittime innocenti della mattanza mafiosa. Conservo per loro il ricordo più doloroso e più bello. Per loro provo commozione, tutti i giorni, anche adesso, per il boss non ho nessuna commozione. Per Matteo Messina Denaro nessun sentimento.

Lo Stato fa bene a usare la giustizia e non la vendetta. Ma è anche giusto che si sappia che un mafioso muore così, come sono morti Riina e Provenzano: curato nel corpo ma abbandonato da tutti nello spirito. Lo sappiano i ragazzi che si fanno attrarre dai soldi facili della criminalità: vi aspetta una vita senza la libertà, una morte senza la pietas. Pensateci. E fermatevi finché siete ancora in tempo.” Matteo Renzi, Italia Viva.

E già volano ipotesi, tesi, analisi… Così spiega Luigi Bobbio, magistrato e già senatore della Repubblica: “Adesso tocca ai ‘segreti della latitanza di Matteo Messina Denaro’. Un’altro frutto avvelenato del corto circuito mediatico giudiziario: il complottismo. Favole,fantasie, teorie, speculazioni costruite a tavolino, senza uno straccio di prova. Chiacchiere, buone solo a riempire pagine di giornali e ore di televisione. In realtà l’ennesima tattica per alimentare, proteggere e rafforzare lo strapotere della corporazione giudiziaria, erettasi a paladina e tutrice unica dello Stato e della moralità al solo fine di tenere stretto il potere, ormai assoluto, di cui si è impossessata.” Ci sarà un giudizio per il boss, per tutto quello che ha fatto e che ha deciso. Un giudizio all’altezza di quel tipo di inferno partorito dalla sua mentalità.

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