Attualita'

LA RIFLESSIONE – La scuola fantasma

In difesa del piccolo Mattia, lasciato solo dall’insegnante di sostegno

Napoli, 20 Ottobre – Il noto costituzionalista Sabino Cassese ha dato nuovamente prova dell’onestà intellettuale e della saggezza che lo contraddistinguono, osservando, in una recentissima intervista, che una cospicua pluralità di Cittadini della Repubblica anela unicamente al cosiddetto «posto fisso» – ovverosia l’impiego, specialmente pubblico, a tempo indeterminato -, la qual cosa – prosegue lo studioso – altro non è che uno stratagemma per assicurarsi la grana mensile senza affrontare il mercato del lavoro.

Il dettaglio preoccupante, ahi noi, è che…una copiosa maggioranza di questi fans dell’impiego stabile tende ad asserragliarsi nelle mura dei nostri edifici scolastici, inculcando ai nostri figli e nipoti degli ideali altamente suscettibili di mandare il Paese allo sbaraglio. Esemplificando, in tali luoghi viene sovente buttato nel dimenticatoio quel contributo allo sviluppo materiale e spirituale della società che l’articolo 4 della Costituzione, al comma secondo, contempla come dovere del Cittadino.

Qualche giorno fa, una volta terminata la mia sessione di lavoro, ho dato uno sguardo alle notizie, leggendone una che m’ha lasciato di sasso: in una scuola primaria sita nel quartiere Romano di Fidene, un bimbo di nove anni, affetto da una forma d’autismo pressoché gravissima (egli, infatti, non è autonomo), è stato lasciato completamente solo nel cortile al termine della ricreazione: gli sarebbe potuta succedere qualsiasi cosa!

A notare Mattia – questo il nome del fanciullo in questione – è stato, guarda caso, il suo papà, giunto a scuola per prelevarlo e portarlo dalla terapeuta che lo ha in cura: la furia del genitore, comprensibilissima, è stata saggiata dalla Dirigente Scolastica, la quale ultima, invece di prendere un provvedimento tempestivo nei confronti della maestra di sostegno assegnata al malcapitato alunno, si è limitata a rispondere un ancor più irritante “okay!”. Capite, carissimi Lettori, a che livello ci siamo abbassati? Si può accettare, secondo Voi, che in una scuola, formazione sociale che dovrebbe prendersi cura dei Concittadini più giovani, educandoli alla solidarietà, chi di dovere si strafreghi delle esigenze di un soggetto diversamente abile? Secondo la mia morale – nonché, udite udite, in ossequio alle disposizioni normative vigenti -, assolutamente no!

La maestra di sostegno, che avrebbe dovuto assicurare a Mattia la propria vicinanza, era impegnata a fare altro (non è dato sapere cosa!): sta di fatto che la denunzia – e, si spera, una condanna esemplare – per abbandono di minore non gliela leva alcuno!

Non voglio, beninteso, recitare la parte dello sputasentenze: sono un giurista, quindi sarà l’esito delle indagini a dirci come sono andati i fatti; ma, difendendo i diritti delle persone più fragili, mi preme porre in risalto che coi sentimenti di queste ultime è tabù giocare: saranno anche “diversi”, ma…guai a chi osa definirli “inferiori” o – peggio – gli nega l’attenzione che meritano. Mattia, sono con Te!

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