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Il Presidente e il 7 di denari, Saviano piange la scomparsa di Salvatore Ciro Tufano

Saviano, 13 Gennaio – Saviano piange la prematura scomparsa di Salvatore Ciro Tufano, per tutti “O’ Presidente”. Un imprenditore che, sin da piccolo, si è contraddistinto per l’innata dote del commercio e l’arte del vendere, con quel garbo unico che lo ha accompagnato da sempre. E grazie a queste sue doti, è partito da una piccola attività commerciale fino a diventare fiore all’occhiello dell’imprenditoria. O’ Presidente, oltre ad essere stato un grande imprenditore, ha rappresentato una grande guida per la sua bellissima famiglia, i cui componenti sono ormai succeduti, con grandi risultati, al comando delle sue diverse attività.

Salvatore era tutto questo e molto altro ancora, ma era, soprattutto per chi ama il gioco del calcio, un profondo conoscitore della materia, una vera enciclopedia vivente. L’interesse per questo sport è testimoniato dalla costanza con la quale si documentava sui calciatori a livello nazionale, e per ogni categoria, dai dilettanti ai professionisti. La passione per il calcio lo ha portato non solo a studiare i giocatori da un punto di vista tecnico, ma anche a costruire una sorta di archivio mentale nel quale conservava ogni tipo di informazione: nomi, numeri di maglia, ruoli, carriera, e forse addirittura anche i numeri degli scarpini. Per i calciatori che passavano sotto la sua lente di ingrandimento non c’era scampo: spesso finivano sotto contratto. Amava scoprire e lanciare giovani promesse e non solo, dando la possibilità anche ai veterani di prendersi qualche rivincita a fine carriera e fargli trovare gli stimoli giusti per lo sprint finale, anche quando sceglievano di giocare nelle categorie meno blasonate. Insomma, O’ Presidente riusciva a concentrare nella sua persona diverse figure, svolgendo compiti differenti.

Il suo essere oculato, attento ai particolari e ai dettagli, lo aveva portato al successo nella gestione aziendale, trasferendo poi queste sue competenze anche nel mondo del calcio. Purtroppo su quest’aspetto non siamo tutti d’accordo e non c’è lo stesso riconoscimento unanime come quello ricevuto dal Salvatore uomo, genitore e imprenditore. Mi chiedo, e Vi chiedo: a una qualsiasi figura societaria poteva mai risultare simpatico un Presidente preparato, che voleva mettere naso su ogni mossa e a qualsiasi livello? Un magazziniere troverebbe simpatico un Presidente che vuole l’inventario del suo magazzino? Un addetto stampa che deve rendicontare gli accrediti? Un direttore sportivo che deve condividere la trattativa con il Presidente che ne sa almeno quanto lui? Infine, le scelte tecniche di un allenatore, per definizione di competenza esclusiva di un mister: ma può un Presidente risultare simpatico se, il giorno successivo alla gara, chiede le motivazioni di alcune scelte tecniche? La risposta, che do a me stesso, è che alla presidenza della mia squadra del cuore non mi interessa avere un Presidente simpatico, ma voglio un Presidente che la domenica alla ore 15.00 (orario federale) è alla guida di una squadra che presenta: Crispino, Sarnelli, Russo, Guarracino, Flauto, e quello che ancora oggi Zio Saverio, il capo degli ultrà nero verde, ricorda alle nuove generazioni come il 7 (numero di maglia) di denari, il bomber Errico Capuozzo (nella foto in alto, proprio insieme al Presidente).

Per me quell’anno fu triste ed emozionante allo stesso tempo. Dall’alto della sua enorme esperienza, Salvatore Tufano non esitò un attimo a coinvolgere Carmine Sena e Sabato Franzese, presidenti del Sirico, nel suo progetto: l’ottimo lavoro svolto dai due condottieri portò alla decisione di unire le forze, arrivando a costruire quella squadra che sfiorò poi la c.d. “quarta serie”. Se da un lato per me fu triste, perché significava concludere la bellissima esperienza da responsabile addetto agli ufficiali di gara della Juniores nazionale del mio rione, dall’altro va riconosciuto che il Presidente Tufano aveva chiuso un’altra delle sue grandi trattative, pianificando forse il Saviano più forte di sempre. Con il duo Tufano e Franzese alla Presidenza, e altri soci storici del Saviano oramai orfano del Presidente Commendatore Morelli, nacque la società dalle tre correnti. Il sogno svanì alla prima finestra di mercato di novembre, le cause sono a conoscenza degli addetti ai lavori di allora e poco interessano oggi, ma la domanda a cui non si è mai potuto dare una risposta è: gestire una società calcistica come se fosse una propria azienda è giusto o sbagliato? Il dilemma divide l’opinione pubblica, e non c’è una vera risposta scientifica.

Il Presidente Tufano approdò a Saviano dopo il triennio 1994 – 1997 in cui portò la Casertana dai dilettanti ai professionisti. La società dalle tre correnti si iscrisse al campionato 1999 – 2000, dopo qualche anno di convivenza del Tufano come dirigente con il gruppo storico del Saviano targato Morelli.

Voglio citare e ringraziare, in questo mio articolo, i soci di quella splendida avventura, alcuni dei quali continuano, ancora oggi, ad alimentare quel sogno calcistico chiamato Saviano, perché non c’è stato un momento in cui non si è ricordato con nostalgia quell’annata calcistica. Quei soci, che ad un ambizioso Presidente Tufano risposero con un “eccoci” e acquistarono le azioni (o meglio come le chiamava lui le “scatolette” per salire su quella giostra bella ed emozionante), oggi tengono alto il nome del Saviano: Tufano Saverio, Tufano Franco, Ambrosino Gerardo, Ambrosino Pasquale, Benvoluto Ottavio, Mazzocca Antonio, Del Vecchio Luca, Ciccone Francesco, Bruscino Paolo.

Ringrazio tutti i Presidenti dal 1960 a Raffaele Carrella (Presidente pro-tempore), perché con i loro sacrifici hanno permesso a noi tifosi savianesi di vantarci di oltre 50 anni di storia, pieni di emozioni, successi e anche delusioni.

Caro Presidente Salvatore Tufano, grazie per quello che ci hai regalato e grazie a titolo personale per quello che mi hai insegnato.   

 

Rossano Gaita

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