Riflessioni in pillole Rubriche

I ragazzi di via Ritiro: la domenica tra vecchie signore

Napoli, 16 Ottobre – La mia prima amica del cuore si chiamava Loredana, lei però abitava in città esattamente a Fuorigrotta, la casa ereditata da sua mamma a via Ritiro, era la loro casa delle vacanze, nella quale venivano la domenica e durante tutte le festività.

Attendevo in grazia la domenica così finalmente potevamo incontrarci e raccontarci tutto ciò che era accaduto durante la settimana. Forse emulando mia madre che faceva accomodare qualche raro ospite “importante” nella stanza da pranzo, facevo lo stesso con lei. La cosa strana era che mia madre era gelosissima di quella stanza, non faceva entrare neanche noi, eppure, la domenica riuscivo sempre a starci qualche ora con Loredana.

Avevamo più o meno sei anni ma ci sentivamo grandi e ci comportavamo come due vecchie signore. Mia madre chiudeva a chiave un’anta del grande mobile barocco che abbelliva per i due terzi la parete frontale della stanza, era quella che conteneva le bottiglie di liquore. A casa mia non si beveva affatto, tra l’altro mio padre era contrarissimo ai liquori, continuava a ripetere come un mantra a chiunque ne facesse uso, che rovinavano il fegato, ma era giusto tenerli in casa per “l’occasione”.

L’incontro con la mia migliore amica era “l’occasione” per cui quando lei arrivava la facevo accomodare e tiravo fuori due bicchierini di vetro e li riempivo di Strega. Questo liquore giallo e così dolce ci piaceva un sacco ma soprattutto ci riscaldava essendo la stanza non abitata e molto fredda.

E fu così che domenica dopo domenica, la bottiglia finì.

Un giorno mia madre arrivò in cucina scioccata con la bottiglia vuota di Strega in mano.

“Chi è stato che ha bevuto l’intera bottiglia?”.

Molto ingenuamente e senza neanche essere sfiorata dall’idea che potevo essere punita severamente, le dissi che io ogni domenica l’offrivo a Loredana e che ne bevevo un po’ anch’io per farle compagnia. Lei talmente sotto choc, non ebbe neanche la forza di replicare, fatto sta che la chiave di quell’anta scomparve dalla mia portata.

La Strega per me è diventata il simbolo dell’amicizia, quella che ti fa aprire la stanza migliore, che ti pone in attesa e ti predispone all’accoglienza, quella senza tempo. A distanza di cinquant’anni io e Loredana seppure non abbiamo più avuto i nostri incontri domenicali, ci raccontiamo ancora le nostre vite così come facevamo a sei anni, ridiamo della nostra ingenuità, e anche delle disavventure del passato e del presente, ma soprattutto non dimenticheremo mai le nostre domeniche trascorse come due vecchie signore che sorseggiavano il loro bicchierino di Strega.

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