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HOPE, SMILE AND MEDITATE!

Considerazioni sull’incontro con i ragazzi dell’Istituto “Romeo” di Casavatore in occasione del Dì della Memoria

Casavatore, 28 Gennaio – Mi preme, in primo luogo, rinnovare le mie vive congratulazioni agli Alunni dell’Istituto per i lavori da essi realizzati e condivisi, ai Docenti per averli magistralmente guidati, nonché alla Dirigente, professoressa Megale, per aver aderito volentieri a quest’iniziativa promossa dal Comune di Casavatore, il cui merito va, in primis, all’Assessore Calvano.

Un caloroso ringraziamento anche alla professoressa Vittoria Caso, Presidente dell’associazione culturale “Clarae Musae“, per il suo costante ed instancabile impegno a servizio della comunità, in particolare dei giovani. Costei, persona di enorme cultura, si dedica da sempre alla composizione di poesie, una delle quali, intitolata “I bambini di Terezìn“, mi ha profondamente colpito: per tal ragione, intendo citarne di seguito alcuni versi, ove si evidenzia l’incredulità dei fanciulli di fronte a cotanto orrore:

…ammutoliti,

i loro occhi ancora increduli

implorano giustizia“.

L’incontro di ieri mi ha insegnato, innanzitutto, che stare sempre sul piedistallo od assisi ad una cattedra non fa bene: per tal ragione, si è voluto render protagonisti dell’evento proprio i ragazzi frequentanti le classi terze della scuola secondaria di primo grado, i quali han dato prova di grande preparazione, sensibilità e maturità.

Come espressamente precisato durante la diretta, non ho fatto altro che prendere appunti durante la lezione – perché tale è d’uopo definirla – di questi giovani, dunque ho deciso di operare un cut-up di tutte le considerazioni che ne sono scaturite, anche per permettere ai ragazzi di valutare il mio grado di attenzione!

  1. La speranza (in Inglese “hope“): quella di poter oltrepassare la stramaledetta recinzione corredata della scritta “Hochspannung“, ovverosia “alta tensione“. Provare a valicarla equivaleva a morte certa: a ciò che non aveva fatto l’acido cianidrico avrebbe provveduto una fulminante scossa elettrica.

Questo particolare sia di lezione per ciascuno di noi, a cominciare da me: la vita è bella e, al contempo, presenta connotati di sacralità. Come può un essere umano porre comodamente il capo suo cuscino e dormire sonni tranquilli pensando di far fuori un proprio simile o, ancor peggio, dopo aver proceduto all’eliminazione di un appartenente alla stessa specie solo perché “diverso” da lui?

A suscitare maggior sdegno, poi, è il fatto che sia stato l’allora Governo a consentire tutto ciò: in altri termini, si è verificato quel “cambio di casacca” cui ha scientemente alluso un’allieva.

Oggigiorno, come osservato dal Sindaco, dottor Marino, “molte strade hanno le caratteristiche di un campo di concentramento“: difatti, percorrendo le vie delle principali città Italiane, ci imbattiamo spesso in persone che pronunziano frasi indubbiamente turpi nei confronti di chi non è “come loro”.

Il ricordo – come rammentato da Anne Frank e precisato dall’Assessore Calvano nel suo toccante discorso introduttivo – deve aiutarci a non commettere i medesimi errori di chi ci ha preceduto: ecco perché occorre iniziare questa battaglia partendo dalla scuola, palestra di confronto per i Cittadini del futuro.  

  1. Smile“: questo vocabolo, la cui traduzione è “sorridere”, ricorre sovente in diverse canzoni, molte delle quali ispirati ai tristi eventi di cui s’è dibattuto.

Ciò potrebbe apparire un evidente paradosso, perché di fronte ad un immane sterminio, c’è soltanto da piangere amaramente; eppure, molti ragazzini, ignari della sorte che gli sarebbe toccata, continuavano a sorridere e, talvolta, anche a giocare e scorrazzare allegramente: mi riferisco, in particolar modo, alle frotte di fanciulli che popolavano il campo di smistamento di Terezìn, sito a sessanta chilometri da Praga. Di ciò ci ha dato autentica testimonianza uno di loro: si chiama Ivan Klíma, il quale – ora quasi novantenne – ha trascorso nel suddetto campo ben quattro anni della sua giovane esistenza.

Smile without a reason why” (It.: “sorridi, anche se non v’è un valido motivo per farlo”): così inizia il brano composto da Piovani come colonna sonora de “La Vita è Bella“; con il medesimo verbo esordisce anche Charles (“Charlie”) Chaplin in un’altrettanto nota canzone, il cui testo è del pari commovente: “Smile though your heart is aching” (It.: “sorridi, anche se il cuore ti duole”).

Anche Anne Frank, durante l’infernale viaggio verso Auschwitz, non perse il sorriso: anzi, era lei ad infondere coraggio a Peter Van Daan, suo amico (e fiamma), invitandolo ad immaginare quel futuro insieme che, però, i due non han mai vissuto. 

Noi ci lamentiamo per poco, mentre Anne e Peter sorridevano, stipati con altra gente in un carro bestiame, anticamera della fine.

  1. Al giorno d’oggi, lo sterminio è ancora ben lungi dal conoscere una fine: sebbene l’Armata Rossa abbia abbattuto i cancelli di Auschwitz, le SS sono ancora tra noi, vigliaccamente nascoste dietro ad un monitor o ad un falso nominativo.

social network, nati con il proposito di unire, si tramutano spesso in strumenti di tortura, denigrazione, ferimento: una digitazione può pungere molto più di un filo spinato o di un rovo.

Pigiare quel fatidico tasto “invio” può cagionare piaghe interiori difficilissime da sanare, o finanche da alleviare!

  1. Di non minore importanza è il ruolo che le fonti giuridiche rivestono in questa lotta: come ha ricordato un’allieva dell’Istituto – con la quale mi sono congratulato all’istante -, la nostra Carta Fondamentale sancisce una serie di princìpi aventi l’obiettivo di eliminare tutto ciò che lede la dignità umana, lo sviluppo della persona, e via discorrendo.

Avvaliamoci, dunque, della Costituzione e delle Leggi per contrastare il sempre più diffuso fenomeno delle discriminazioni di massa: l’ordinamento è dalla parte dell’essere umano!

Ognuno di noi è ora chiamato a chiuder gli occhi per un istante, pensando agli orrori patiti da persone innocenti, che davano fastidio a dei pazzoidi in poltrona: speranza, sorriso e meditazione sono i pilastri fondamentali della solidarietà! 

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