Napoli, 6 Settembre – Immagino che la maggior parte di Voi, carissimi Lettori, sia a conoscenza che non sono affatto festaiolo, né tantomeno avvezzo a rivolgere gli auguri a persone appena collocate a riposo per raggiunti limiti anagrafici, ovvero per aver assolto agli oneri contributivi per il tempo necessario; ciononostante, quest’oggi desidero elogiare una persona che ha visto nella scuola non un mero luogo di lavoro, bensì il posto in cui v’è sempre l’opportunità di confrontarsi con perseveranza e, soprattutto, di migliorarsi.
Rosalia Marino – da poco pensionata, ma…giovanile da sempre – ha svolto la professione d’insegnante con un’alacrità senza eguali (a differenza di parecchi suoi omologhi d’oggigiorno, che il più delle volte si sollazzano a fare ogni sorta di baccano per…seguire la massa), con quella semplicità che ben si addice a questo ruolo: nel corso della sua pluriennale e brillantissima carriera, ella s’è anzitutto preoccupata riguardo all’effettiva comprensione dei concetti da parte dell’allievo e, soprattutto, era fortemente propensa ad ascoltarlo, sì da poterne comprendere appieno tanto le reali esigenze quanto le emozioni.
Originaria dell’Area Nord di Napoli, Rosalia (con la quale intercorre tuttora un rapporto di stima ed amicizia reciproche) ha diretto per diversi lustri l’Istituto Comprensivo “Guido Rossi”, ubicato a Santi Cosma e Damiano, nel Latinense, oltre ad un’altra scuola sita in un paese limitrofo (i rispettivi nomi, all’istante, non mi sovvengono): con l’aiuto dei social network, son rimasto sempre aggiornato in merito alle plurime iniziative intraprese sotto la sua egida, con particolare riguardo a quelle tese ad educare bambini e ragazzi alla legalità.
Ella stessa, con il suo look quasi sempre sportivo, si schierava sempre in prima linea contro tutto ciò che era suscettibile di nuocere seriamente alla crescita personale dei fanciulli, oltre a dichiararsi sempre disponibile nei loro confronti, anche soltanto per una frase di conforto: già da questo emergeva lapalissianamente la signorilità e la maternità che la contraddistinguono, virtù che, nei tempi attuali, sono quasi ignote agli «esperti» del mestiere, che il più delle volte conseguono l’abilitazione – e preparano il concorso – al solo fine di portare a casa la «grana».
Nei giorni scorsi, interagendo con Rosalia tramite la messaggistica istantanea, ho desunto che lei era appena andata in pensione: senza farmi scrupoli, non ho celato la mia incredulità; ma lei, col sorriso di sempre, mi ha ribadito che…il suo percorso nel mondo della scuola era giunto al termine: le ho promesso, dunque, un articolo teso a metterne in evidenza le abilità e l’empatia.
Ros (Ti ho sempre chiamato così), mia cara, desidero ringraziarti vivamente per tutto ciò che mi trasmetti giorno dopo giorno: la scuola ha ancora bisogno di persone del Tuo calibro, capaci di accrescere l’autostima dei giovani e di incoraggiare i docenti a non gettar la spugna.
Prosit!
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