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GUERRA E PACE: le tensioni tra Russia ed Ucraina

Napoli, 11 Febbraio – Leggendo celermente la versione web della storica rivista tedesca Ost Europa, che il mio compianto padre soleva consultare da ragazzo, durante i suoi soggiorni ad Amburgo, ho rispolverato un po’ le scarsissime conoscenze da me possedute riguardo al clima regnante nell’area orientale dell’Europa, che – come noto – è ben lungi da quella serenità che ci si auspica da lustri. 

Le mire espansionistiche di Vladimir Putin, non soddisfatto di essere a capo dello stato con la superficie più estesa del globo, stanno mettendo a serio repentaglio l’armonia tra i popoli di un Est già segnato da continue tensioni sociali, dovute perlopiù alle condizioni pietose in cui una cospicua maggioranza di cittadini si trova attualmente a versare. 

Il Presidente della Federazione Russa è stato sempre avvezzo a contraddirsi: lo si evince in maniera lampante leggendo, singolarmente, le idee che animano i militanti del partito cui egli fa capo, cioè Russia Unita. Costoro, infatti, pur professandosi paladini dell’antinazismo, si son sempre dimostrati strenui difensori della sovranità nazionale, ostando de facto ad ogni forma di apertura verso l’ambiente esterno: in altre parole, sono esponenti di una posizione politica costituente una via di mezzo tra quella di Hitler – che riteneva pura la sola “razza ariana” – e lo Stalinismo, che ha dato luogo ad un’ampia serie di atrocità cadute, purtroppo, nell’oblio. 

Come si legge sulle pagine della rivista Internazionale (v. P. Haski, Putin vuole controllare la storia, vietando Memorial, edito il 29 dicembre u.s.), l’abitante del Cremlino è finanche riuscito a bloccare le iniziative promosse dalla prestigiosa associazione Memorial, la quale si pone l’obiettivo di perpetuare il ricordo dei connazionali perseguitati nei Gulagdurante la tirannia di Stalin: persino il nome di Andrej Sakharov, ostinato attivista per i diritti civili (e, per ciò stesso, insignito del Premio Nobel per la Pace nel 1975), è finito nella lista dei proscritti, il che testimonia che, per nostra sfortuna, la svolta dittatoriale sta prendendo sempre più piede.

La scintilla che, da sempre, fa divampare incendi catastrofici è da identificarsi nell’abilità, da parte del capo carismatico di un partito e/o movimento, di manipolare le coscienze degli elettori, nonché di stravolgere completamente il corso della storia, facendo passar per vere notizie estremamente false (è il caso delle radio nazionali Italiane durante il secondo conflitto mondiale, le quali – controllate dal regime fascista – celavano l’evidente inferiorità dell’esercito rispetto alle Forze Alleate) o inducendo il cosiddetto “popolino” ad aderire ad iniziative quasi di sicuro pericolose, persuadendolo che le stesse sono orientate al bene della patria. 

Queste manovre, egregi Lettori, conducono allo scoppio di sanguinosissime guerre, foriere di violenza, povertà ed astio: tutti, nella vita, cerchiamo qualcosa in più, ma l’invasione di uno stato ad opera di un altro è sempre da condannare, poiché nuoce gravemente all’armonia tra i popoli per la quale molti han sacrificato la propria pelle. 

L’arma principale contro i conflitti armati va identificata, dunque, nella conoscenza della storia (che, contrariamente a quel che taluno pensa, non la fanno solo i vincitori!)  e nel dialogo costante: siamo uomini, quindi facciamo un uso appropriato dell’intelletto, potenziale veicolo di pace! 

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