Politica

Governo Meloni, tasse e rincari: cambiano i musicanti ma la musica è sempre la stessa

Napoli, 12 Gennaio – Giorgia Meloni, premier d’Italia, quando era all’opposizione ha urlato alla pancia delle persone. Cresceva nei sondaggi, e più cresceva più si diceva “Fratelli d’Italia è il primo partito”, sicché tutti hanno votato la Meloni “perché è il primo partito”. Potevano mai votare il secondo o il terzo? Loro devono essere i primi… A pagare, per ora. “Ieri Giorgia Meloni ha diffuso online sui social il suo solito video nel quale, con la sua tipica aria da saccente che è seccata che il popolo bue si lamenta mentre lei sta lavorando alacremente per loro, ha inteso spiegare a tutti l’infondatezza delle critiche mosse al governo in relazione al caro carburante.
Dopo aver ricordato che in campagna elettorale non aveva promesso la cancellazione delle accise sulla benzina, pur avendo fatto di questo argomento uno dei suoi principali cavalli di battaglia più importanti di sempre, ha quindi spiegato che grazie al suo governo oggi in Italia c’è maggiore ricchezza, maggiore lavoro, maggiore crescita e bla bla bla bla…tutto bello, anzi, bellissimo.
Vorrei chiedere però alla Presidente del Consiglio quanti miliardi il suo governo sta mandando all’Ucraina? Perché, ottenuta la risposta, la inviterei a finirla di obbedire a Bruxelles e Washington perché solo così si potranno trovare tutte le risorse necessarie per calmierare il caro carburante senza dover toccare nessuna misura di quelle delle quali lei e il suo governo si stanno riempiendo la bocca. Rispetto alle quali, tra l’altro, va ricordato che le bollette sono sempre care, l’assegno unico è rimasto quello per la maggior parte delle famiglie italiane, il congedo parentale aumentato all’80% per un mese soltanto è riservato a pochissime famiglie perché la stragrande maggioranza di queste ha già superato l’età dei figli indennizzabile al 30%, i mutui a tasso variabile sono schizzati alle stelle, i lavoratori dipendenti con redditi medio bassi – cioè la stragrande maggioranza di lavoratori attivi italiani – ha avuto aumenti che definire tali è vergognoso, i pensionati hanno avuto briciole delle quali non si sono nemmeno accorti visto che all’inizio dell’anno vengono applicati i conguagli a debito Irper e le addizionali regionali e comunali a debito dell’anno precedente e per di più – ma questo il governo lo sa bene – centinaia di imprese a breve chiuderanno perché non ce la fanno più a reggere la pressione fiscale mandando per strada migliaia di lavoratori.
La verità è che ognuna delle azioni messa in campo dal governo Meloni è scritta da Bruxelles e la maggioranza che sostiene questo governo accetta di avere le mani legate su tutto perché altrimenti le élite europee, delle quali è serva, le si rivolterebbero contro e questo non conviene. Per questo stanno facendo soltanto propaganda politica. Come nel caso del reddito di cittadinanza che è stata la salvezza di migliaia di famiglie in un momento di grande difficoltà, dal quale di fatto non siamo ancora venuti fuori. E non ne verremo mai fuori veramente finché Giorgia Meloni e il suo governo ci renderanno di fatto servi dell’Ue e della Nato”. Luigi Mercogliano, giornalista.
Giustissimo essere atlantisti, tuttavia è bene fare da mediatori soprattutto in questo momento. Ma qualcosa è cambiato? “Meloni non ha fatto il blocco navale, non ha tagliato le accise, ha vinto le elezioni facendo promesse impossibili da realizzare. Ora, in nome del consenso così ottenuto, governa con decreti legge e fiducie, fa le nomine, vuole cambiare la Costituzione. E le opposizioni litigano”. Elio Vito, già parlamentare della Repubblica.
Cambiano i musicanti, ma la musica è sempre la stessa. A riguardo, il collega Gerardo Verolino ci offre una riflessione (saggia, oculata, vera) di Milton Friedman “Sono favorevole alla riduzione delle tasse in ogni circostanza e per ogni scusa, per ogni ragione, ogniqualvolta sia possibile. La ragione perché lo sono è perché credo che il grosso problema non sian le tasse, il grosso problema son le spese. La domanda è: “come fare a fermare le spese del governo?”. Le spese del governo ammontano ora a circa il 40% del prodotto interno senza contare le spese indirette dovute all’applicazione delle norme e via dicendo. Se voi aggiungete anche queste, si arriva grosso modo alla metà. Il reale pericolo che noi corriamo è che il numero possa lievitare ancora, ancora ed ancora. Penso che l’unico modo efficace per fermarlo è di abbassare la somma degli introiti che ha il governo. Il modo per farlo è di tagliare le tasse”.
Allora, cara Meloni, o dai un taglio alle tasse (alle urla già l’hai fatto) o i cittadini ti faranno tornare al 4%. “Il Governo che dà colpa ai benzinai degli aumenti decisi dal Governo stesso in Legge di Bilancio è il segno di come funzionano le cose nel mondo di Giorgia: combina danni e poi passa il tempo a dare la colpa agli altri. Smettetela con gli alibi e iniziate a governare, se vi riesce”. Matteo Renzi, Italia Viva.
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